MOLTI PASTORI HANNO DEVASTATO LA MIA VIGNA…  (Ger. 12:10) – Mantenere "misure" e attività come il "modello mostrato"

 -di Renzo Ronca - 4-8-15 - (29-4-20)

 

 

 

Nessuno obbliga pastori e preti a fare i pastori e i preti;  ma chi lo fa, chi si sente chiamato a questo tipo di vocazione, sa di assumersi un compito particolare, non facile, in cui è richiesta attenzione integrità e responsabilità.

Noè ebbe un modello da seguire per la costruzione dell’arca (Gen. 6:14-16); a Mosè, quando fu detto di costruire il tabernacolo, l’Eterno raccomandò di fare “secondo il modello mostrato sul monte” (Ebr. 8:5; Esodo 27:8); ad Ezechiele fu mostrato un tempio con misure precise (Ezec. 40: 1-3 e segg); anche a Giovanni fu mostrata la misurazione della “Gerusalemme celeste” (Apoc 21:12 e segg). Gesù rivela un parallelo tra terra e cielo, dove in terra si segue come uno schema, come la realizzazione di ciò che è nel cielo (“come in cielo così in terra” Lc 11:2). Forse il primo modello è l’uomo stesso “creato a immagine di Dio” (Gen 1:26-27; 9:6 ecc). Lo stesso decalogo è per tutti noi un modello da seguire per il nostro bene. Dio non è generico o superficiale.

 

Se Dio si dà tanto pensiero di mostrare e realizzare i modelli in modo così preciso e di vigilare affinché tutto questo venga tramandato, curato, spiegato in vista della trasfigurazione alla fine dei tempi, chi sono i pastori se non rappresentanti di Dio stesso che hanno il compito di vigilare affinché la volontà di Dio venga capita nel giusto ed eseguita con rispetto e gratitudine?

 

Purtroppo però l’eredità di Dio, questa meravigliosa vigna  lavorata con cura, qualche volta non viene riconosciuta come appartenente all’Eterno e cattivi vignaioli se ne appropriano come fosse la loro, respingendo ogni richiamo del nostro Signore (Mar 12:1-12).

 

Tu pastore, che dici di curare un gregge piccolo o grande, non sentirti importante perché non sei nessuno: il Signore ti chiederà conto del gregge perché non ti appartiene. Il tuo errore di pastore “moderno” è stato quello di dimenticare le misure precise con cui Dio ti aveva mostrato il modello da seguire. Hai pensato che in fondo un legno è uguale ad un altro, basta una forma simbolica: se non c’è il cedro si usa il salice e il fico… ma non ti accorgi che sono legni che non tengono, non bruciano, non servono, e il tempio crolla. Hai fatto entrare nella casa di Dio degli stranieri inconvertiti in nome di una pace e di una giustizia sociale che non ha nulla a che vedere con le precise misurazioni di Dio alle quali ti dovevi attenere.

 

L’idea per esempio che si possa accettare insieme il sacro ed il profano è solo una idea tua. L’idea che se predichi bene puoi restare in una chiesa anche se applica male la Parola di Dio, è solo tua. Non è vero che Dio perdona tutto, non è vero che da una stessa fonte possa scaturire acqua buona ed acqua cattiva: non si può predicare e pregare Dio Creatore ed allo stesso tempo pregare la creatura. Non arrangiare, non mescolare la Scrittura per farti tornare i conti, essa è già completa e comprensibile. Non ti appropriare della comunità in cui presti servizio: ricorda che il gregge appartiene al Signore! Lui è il nostro Pastore ed anche il tuo! Smetti la tua ambiguità e superficialità e torna a servire il Signore con più umiltà, integrità e fedeltà.

 

Il Signore non ci mette niente a sostituirti; sei tu, pastore superficiale, il primo che si deve convertire. Non solo, ma cerca di farlo con grande attenzione ripartendo dalle misure precise, fedeli ai modelli mostrati come i comandamenti! Solo in questo modo potrai restare al tuo posto:

“E avverrà che se impareranno accuratamente le vie del mio popolo e a giurare per il mio nome, dicendo: "L'Eterno vive", come hanno insegnato al mio popolo a giurare per Baal, saranno saldamente stabiliti in mezzo al mio popolo. Ma se non ascolteranno, io sradicherò interamente quella nazione e la distruggerò», dice l'Eterno.” (Ger 12:16-17)

 

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