"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

 

CONSACRARSI A DIO NORMALMENTE, senza “luoghi comuni”

-Lo stato desiderabile insopprimibile di qualunque persona “nata di nuovo” -

-di Renzo Ronca – (12-12-08) - 16-12-20

 

 

 

Ebrei 7:21 […] «Il Signore ha giurato e non si pentirà: "Tu sei sacerdote in eterno"».

 

 

 

Sentivo una sorella dire: “.. non mi permetterei mai di dire sono consacrata a Dio; solo le persone che vivono una vita particolare dal comportamento perfetto possono dirlo…” l’affermazione in sé mi pare poco corretta e vorrei riproporre qualche breve riflessione in merito.

 Nel linguaggio comune[1] in Italia, dato il retaggio cattolico, la persona consacrata è quella con la tonaca, che “ha preso i voti”; La sua vita è “offerta in sacrificio” rinunciando ad un “vivere nel mondo” al matrimonio, agli abiti civili, ecc.  La cosa suona come un impegno doloroso, una vita fatta di rinunce, non “normale”. Si sono formate così due categorie di persone: gli addetti alle cose di Dio e quelli non addetti. Ma da Lutero in poi questa differenziazione è stata rivista e corretta ampiamente. Per noi evangelici, con tutto il rispetto, non è, e non deve essere così.

 

Essere “consacrati” a Dio significa molto di più di una scelta vocazionale fatta dall’uomo e avvalorata da una chiesa.

Il significato della parola “sacer-dote” [2] significa “sacro e fare-formare”. La parola “sacro”[3] suggerisce una fortissima unione col divino.

 

La realizzazione piena di questo termine complesso dunque, non è di competenza dell’uomo  (l’uomo da solo non può rendere sacro nulla) ma solo di Dio, il quale essendo già Santo e Sacro in Se stesso, ci invita ad essere perfettamente uniti a Lui per i meriti del Cristo, secondo l’opera dello Spirito Santo.[4]

 

Si tratta dunque dell’incontro di due volontà: quella di Dio, per prima, che illumina la coscienza dell’uomo; poi la volontà dell’uomo, che in risposta alla fiamma ardente di Dio accesa nel suo cuore, non può non struggersi d’amore per Lui.

 

Eliminiamo allora qualche errore comune:

1) Non è presunzione sentirsi consacrati, ma un insopprimibile necessità di chi è “nato di nuovo”. Vale per tutti: uomini e donne di qualsiasi estrazione essi siano.

2) Non vediamo “i consacrati” come un casta speciale tipo i preti e frati del cattolicesimo, come quelli che non si possono sposare, quelli che devono portare la tonaca ecc. Essere consacrati è una esigenza di tutti i cristiani.

 Le persone consacrate come sacerdoti, sono le persone come noi, siamo noi[5].

 

Essere “consacrati” e “sacerdoti” , è un dono sublime, ma anche una responsabilità.

 

Dio ci consacra e porta questo fiore che sboccia, fin dentro la Sua casa; lì dentro il fiore della consacrazione porterà il suo frutto diventando sacerdozio; ovvero amministrando fattivamente le cose di Dio.

 

Per l’eternità.

 

Quante meravigliose attività, che non conosciamo, ci ha preparato il Signore! E ci stanno aspettando!

 

Nei momenti di debolezza consoliamoci sempre con queste parole: “«Il Signore ha giurato e non si pentirà: "Tu sei sacerdote in eterno"».

Egli ci ha scelti e non si pentirà della Sua scelta. Ci pensate? Significa che Lui stesso vigilerà amorevole sulla nostra integrità. Lode a Dio!

 

Indice riflessioni in pillole   -   Home


 


[1] Un luogo comune è un'opinione (non necessariamente "vera") o un concetto la cui diffusione, ricorrenza o familiarità ne determinano l'ovvietà o l'immediata riconoscibilità. In letteratura è detto tòpos ed indica il ricorrere di un tema in un autore o in un genere letterario o artistico. Il termine deriva dalla locuzione latina locus communis, la piazza (il forum), dove le persone si incontravano e conversavano. (Wikipedia)

[2] “da sàcer (sacro) e “dot”  nel greco dot-eos […] col senso di fare o di formare.” [dizion. etimologico on line]

[3] da radice indo-europea “sac” attaccare, aderire, avvincere; onde ne verrebbe il senso di “cosa avvinta alla divinità” [dizion. etimologico on line]

[4] 1Pietro 1:15-16 ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».

[5] Apocalisse 5:10 e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti.