"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

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FACCIO FATICA A LEGGERE E RIFLETTERE SU UN PASSO BIBLICO… - di Renzo Ronca - 15-10-20

 

 

 

 

 

DOMANDA: Faccio molta fatica a fare riflessioni sulla bibbia… faccio realmente fatica perfino a leggere. Sono capace di recensire un libro di 1000 pagine e ci metto due ore per fare una riflessione su una riga  biblica?

 

RISPOSTA: Non ti devi meravigliare. Tanto per cominciare abbiamo due tipi di approccio: quello “razionale intellettuale” e quello “vocazionale” (chiamiamolo così, non ho al momento altri termini).

 

Nel primo tipo, quello razionale mentale, non è che uno non abbia fede, tanto è vero che leggendo qualche libro ho avuto l’impressione che sia lo stesso sforzo usato anche di diversi teologi famosi; e non è nemmeno che dicano spesso cose sbagliate. E’ solo che la percentuale di lavorìo mentale in qs caso è superiore e quasi soffoca quella della eventuale “rivelazione” ricevuta (se è stata ricevuta); dove per “rivelazione ricevuta” intendo l’apertura dall’alto di un passo in maniera semplice quasi intuitiva. In pratica la spiegazione razionale mentale di un passo biblico è lo sforzo di una persona per comprenderne e capirne il significato. Ripeto: lo sforzo che parte da una persona.

 

Nel secondo tipo, quello “vocazionale”, la persona non fa sforzi, perché l’iniziativa non parte da lei, ma lei risponde a una “chiamata” spirituale di Dio, Il quale le  rivela in maniera relativamente chiara, in un momento, il senso della frase. Non è che l’impegno mentale e razionale non ci sia, ma in questo secondo caso arriva dopo, per mettere in ordine con calma quanto ha percepito in un attimo. Non è niente di strano, è solo abitudine  all'ascolto del Signore.

 

Tra il primo tipo e il secondo vi sono, ovviamente, infinite possibilità intermedie.

 

In pratica nessun uomo da solo, con le sue sole capacità, potrebbe mai “aprire-capire” la Scrittura biblica. Capirà le parole, i fatti storici, la superficialità delle cose, ma non entrerà mai nel cuore dell’insegnamento.

 

Cosa dovrebbe fare allora una persona che ama avvicinarsi ed interpretare bene quanto legge nella Bibbia?  Innanzi tutto non si deve scoraggiare. Il Signore è uno che vuole e sa come rivelare i significati. A volte ci prepara un poco alla volta.

 

1. Il punto di partenza è confidare più nel Signore che in se stessi. Ovvio che se uno ha dei dubbi sul Signore è meglio che lasci perdere.

2. Il secondo punto è predisporsi più ad ascoltare che a dire.

3. Il terzo è raffinare questo ascolto, pregare, leggere, ed aspettare senza fretta fino a che il Signore mandi una sintetica comprensione di quanto si è letto.

4. Il quarto è disporre in modo ordinato e scorrevole quanto si è capito, così da poterlo rileggere agevolmente, ed eventualmente migliorare o sintetizzare la forma.

 

Tutto questo ovviamente va inserito in momenti di intimità col Signore, lontani dalla confusione e da ogni distrazione. Ma anche qui la ricerca del silenzio interiore non va fatta con il peso doverlo fare, bensì –se esistente- con il piacere di trovare riposo nella calma di Dio. "Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre e starò attento per vedere ciò che egli mi dirà e ciò che dovrò rispondere…. 2 Quindi l'Eterno mi rispose e disse: «Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente…"  (Abacuc 2:1-2) 

 

Una cosa è certa della Parola che Do ci manda: è molto più alta di noi e –sia che la capiamo bene o che la capiamo meno bene- non scende mai nel nostro cuore senza produrre buon frutto. Sentiamolo meglio da Isaia:

 

Isaia 55:9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri. 10 Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata.

 

 

 

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