ENTRIAMO NEL VIVO DEL PERCORSO  –9° passo, parte A GERUSALEMME CELESTE, PERCORSI UTILI PER CAPIRE -  RR 29-5-20

 

 

(segue)

Ora che abbiamo sufficienti elementi ed esperienza di trasformazioni con l’uso di simbologie geometriche, possiamo finalmente provare ad entrare nel vivo del nostro tema generale: “CHIESA NEL TEMPO TERRENO E NELL'ETERNITA', GERUSALEMME CELESTE”.

 

IL NONO PASSO consiste nel semplificare, unire e dare “movimento” il più possibile ai concetti GerusalemmeCeleste-Eternità, e sarà composto da più di una parte.

 

Ricordo che ci stiamo sempre avvicinando in maniera semplice -non perfetta- alle terminologie, che dunque, per come le usiamo qui, non vanno prese in modo dogmatico, ma solo come parole che vorrebbero esprimere concetti in via di perfezionamento. Concetti che andando avanti si riempiranno sempre più della sapienza di Dio, a Lui piacendo.

 

PARTE "A"

 

Abbiamo visto che la Gerusalemme Celeste viene raffigurata da quasi tutti gli studiosi come un cubo perfetto.[1]

 

Ci siamo chiesti perché proprio un cubo[2] ed alla fine di quella pagina abbiamo detto che poco sapevamo dell’infinita sapienza divina, ma che forse si potevano fare delle ipotesi. Sempre allora sul campo delle ipotesi, proviamo ad avvicinarci di più alle forme geometriche.

 

PERCHÉ AVVICINARCI SEMPRE ALLE FORME GEOMETRICHE? Rinfreschiamo qualche nozione:

«Ogni cosa che ci circonda è formata da figure geometriche di varia natura. Fin da piccoli abbiamo imparato a classificarle e a rappresentarle, ma spesso non ci accorgiamo che le stesse forme geometriche studiate a scuola le ritroviamo in ogni oggetto che ci circonda»[3]

In pratica sono rappresentazioni simboliche della realtà che ci circonda.

Le “figure piane” sono quelle “piatte” per intenderci, ovvero su un solo piano, come su un foglio, si dicono “bidimensionali” perché hanno solo due dimensioni: lunghezza e larghezza. Le “figure solide” invece hanno in più anche l’altezza, per questo si dicono tridimensionali. Il quadrato per esempio è una figura piana bidimensionale, il cubo è una figura solida tridimensionale. Qualsiasi figura piana delimitata da una linea spezzata[4] chiusa è chiamata “poligono”.

 

CARATTERISTICHE INTERESSANTI DEL CUBO

Ora riporteremo delle definizioni che essendo scritte da matematici, per ovvi motivi usano terminologie specifiche, forse difficili per chi non è addentro alla geometria come me, ma meritano un po’ di pazienza per capirle perché ci saranno utili nel proseguo.

 

«Il cubo è il solo tra i solidi platonici[5] che, con sue repliche, è in grado di riempire lo spazio con regolarità, cioè di fornire una tassellazione[6] dello spazio.»[7] 

 

Proviamo a spiegare e a ragionare.

Se le figure geometriche (piane o solide) possono essere rappresentazioni simboliche di tutto ciò che ci circonda, possiamo forse allargare il discorso: c’è uno spazio sulla terra e nel ns sistema solare con delle svariate forme geometriche in esso, chiuse come dei contenitori. Tutte queste forme sono in contatto tra loro in modo diverso, “toccandosi” cioè avendo punti di contatto. Ora se io volessi simboleggiare la perfezione di un insieme spaziale senza “buchi” nella nostra realtà terrena, dovrei per forza servirmi della figura del cubo. Il cubo infatti, come abbiamo letto sopra,  è il solo tra i solidi che, con sue repliche, è in grado di riempire lo spazio con regolarità, cioè di fornire una tassellazione  perfetta dello spazio, senza lasciare “buchi”. Ecco una immagine di questo riempimento o tassellazione dello spazio con i cubi vicini uno all’altro. Vediamo la fig1 che indica uno spazio completamente “piastrellato” o riempito di cubi, uno vicino all’altro.

 

Fig.1

 

In un certo senso per tornare al nostro linguaggio usuale, tralasciando per ora il contenuto del cubo, vediamo come il cubo, meglio di ogni altro solido, può esprimere l’espansione nello spazio infinito di una forma, senza spazi vuoti in eccesso o spazi mancanti; infatti non c’è attorno ai cubi un solo atomo fuori posto.

Si tratta allora probabilmente della forma più semplice e più efficiente per esprimere una raffigurazione, un concetto, di un contenitore che si presta a molti sviluppi si molteplici piani.

 

Quindi ricapitolando:

-Nel passato Dio aveva già scelto la forma cubica per raffigurare il Luogo santissimo, dove si manifestava la presenza dell’Eterno, già nel Tabernacolo del deserto al tempo di Mosè e negli altri templi.[8]

-Nel futuro Dio raffigura la Gerusalemme Celeste in una forma cubica (Ap 21:16-17).

 

Cerchiamo ora di capire cosa c'è dentro questo cubo e come poi può "muoversi" il tutto.

 

(continua)

 


 

[1] Lo abbiamo accennato verso la fine del nostro secondo volumetto PIC 20 - APOCALISSE 2, dalla pagina 540 circa quando si parla di “Cieli nuovi e nuova terra”. Inoltre è stato avvicinato in altre risposte precedenti. Nel libro dell’Apocalisse i versetti delle dimensioni sono in Ap 21:16-17.

 

[4] Poligono: Linea spezzata chiusa. Attenzione, il cerchio è una linea curva chiusa, non ha linee spezzate come i quadrati rettangoli rombi ecc. quindi il cerchio non è un poligono.

 

[5] “SOLIDI PLATONICI” [tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Solido_platonico]

 

 

 

[6] Una tassellazione dello spazio (detta anche piastrellatura o pavimentazione dello spazio) è un insieme di poliedri adiacenti che ricoprono tutto lo spazio, senza lasciare buchi. Questi poliedri sono generalmente in numero infinito. Di particolare interesse sono le tassellazioni che mostrano una certa regolarità, come quelle formate da poliedri tutti identici fra loro. In natura, un esempio di tassellazione molto regolare è dato dalle arnie (a nido d'ape). [Scritto e immagine tessellazione tratti da: https://it.wikipedia.org/wiki/Tassellazione_dello_spazio]

 

[7] Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Cubo

 

[8] Interessante e significativo il fatto della precisione delle forme rapportate anche in seguito: il Luogo Santissimo infatti era sempre un cubo perfetto ma di dimensioni doppie  (20 cubiti di lato) nel tempio di Ezechiele secondo la visione celeste (Ez 41:1-4), uguale (20 cubiti di lato)  al tempio di  Salomone  (1 Re 6:20). [MacArthur].  [Tratto dal nostro Dossier IL PERCORSO DELL’UOMO NEL SANTUARIO DI MOSÈ COME IL CAMMINO DELLA NOSTRA VITA, intorno alla pag.39.

 

 

 

 

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