Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Maria è davvero “mediatrice" e "madre del genere umano"?

di Angelo Galliani (2008) - 5-2-16- h.8,45

 

Domanda di un amico lettore: “Con un mio amico prete, abbiamo parlato di Maria la madre di Gesù e vi sono due punti che volevo chiedervi: 1) alle nozze di Cana, lei intercede presso Gesù per il vino, e per questo fatto i Cattolici la pongono come colei che intercede presso il Signore in cielo; 2) poi il passo di Gesù quando è sulla croce che dice alla madre: “Donna ecco tuo figlio” e a Giovanni: “Questa è tua madre”, da questo fatto l'hanno messa come madre di tutto il genere umano; cioè Gesù gli avrebbe dato questa carica; ma davvero è così?”

 

 

Risposta:

 

L’episodio delle nozze di Cana

L’episodio, citato solo nel vangelo di Giovanni (2:1-12), ha delle caratteristiche che lo rendono del tutto singolare rispetto agli altri “segni miracolosi” riportati nei vangeli.

     La prima singolarità è costituita proprio dall’iniziativa di Maria, madre di Gesù. Infatti, contrariamente a quello che è riportato riguardo a tutti gli altri miracoli, qui è Maria a “spingere” Gesù, come se Lui non fosse capace di capire le situazioni e di prendere le sue autonome decisioni. Questa è una forma di “amorevole invadenza” che Gesù sembra stigmatizzare con la sua lapidaria risposta: “Che c’è fra me e te, o donna? L’ora mia non è ancora venuta”. In altri termini, Gesù sembra rivendicare la sua autonomia, e afferma che l’inizio della sua missione non è ancora giunto.

     La seconda singolarità è che il “segno miracoloso” va incontro ad una necessità che potremmo quasi definire “banale”: la mancanza di vino ad un pranzo di nozze. Qui non ci sono malati da guarire, o folle stanche da sfamare, o morti da risuscitare; qui ci sono solo commensali da soddisfare. Mi sembra che sia un po’ poco per scomodare la potenza di Dio!... Questo elemento narrativo fa assomigliare l’episodio di Cana a certi altri “miracoli” descritti nei vangeli non-canonici, cioè episodi in cui Gesù viene presentato in un modo sensazionalistico, tale da sorprendere il lettore con prodigi esaltanti che, però, hanno ben poco di misericordioso per la gente che vi era coinvolta, o di spiritualmente utile per il lettore.

    Questo secondo aspetto singolare, anzi, fa sì che alcuni studiosi della Bibbia considerino il racconto delle nozze di Cana con qualche pesante dubbio, perché “stonato” rispetto all’insieme della vita e delle opere di Gesù.

    Comunque sia, scantonando ora da questioni che riguardano l’attendibilità storica del brano suddetto, mi sembra esagerata la posizione della Chiesa Cattolica, che, in base a questo unico episodio evangelico, si sente in grado di assegnare a Maria il ruolo di “mediatrice” fra le esigenze umane e la potenza di Gesù. Ammesso (ma non concesso) che davvero Maria abbia svolto tale ruolo in questo particolare frangente, questo non significa che ciò costituisse la regola. Anzi, la già citata risposta di Gesù farebbe pensare trattarsi di un’eccezione, dovuta più alla comprensiva misericordia di Gesù, che non alla iniziativa tutta umana di Maria. Oggettivamente, mi sembra di poter dire che un singolo episodio costituisca un materiale troppo scarso per sostenere una qualsiasi teoria, su Maria come su chiunque altro.

 

Maria e Giovanni ai piedi della croce

Anche questo episodio si trova nel solo vangelo di Giovanni (19:25-27). Per quanto riguarda il suo significato, al di là di ogni speculazione più o meno azzardata, ritengo che esso sia racchiuso molto semplicemente nel suo ultimo versetto: “E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”. Non mi sembrano esserci, quindi, grandi implicazioni teologiche. Secondo Giovanni, Gesù si preoccupò di dare una degna “sistemazione” a sua madre, in una società in cui le vedove non godevano certo né di pensione né di altri diritti sociali. Questo, evidentemente, è un gesto d’amore responsabile da parte di Gesù, in vista dell’imminente fine della sua missione terrena.

     Anche in questo caso, la dottrina cattolica si spinge troppo in là, attribuendo all’episodio una valenza ben superiore a quella che effettivamente gli competerebbe. D’altra parte, riguardo alla “mariologia”, è noto che essa non può fondarsi sui vangeli, perché effettivamente Maria vi svolge un ruolo marginale, importante “solo” per quanto riguarda la sua accettazione di essere la madre del Messia. Però, per quanto riguarda la salvezza dell’umanità, tutto il peso grava su Gesù: egli è colui che predica, insegna, guarisce, ed infine affronta la croce… Dunque, la “mariologia”, non potendo reggersi sui testi evangelici, inverte i rapporti fra essi e il pensiero religioso: quest’ultimo non viene elaborato coerentemente coi testi, bensì viene adottata una chiave di lettura dei testi che, forzandoli senza pudore, sia coerente col pensiero religioso adottato. E’ un po’ come fanno i Testimoni di Geova: essi (a detta di molti studiosi ed esegeti cristiani) non potendo sostenere le loro dottrine coi testi biblici originali, si vedono costretti a “correggerli leggermente” in modo da conciliarli con le loro dottrine…

     Se un fatto simile avvenisse nelle nostre aule di giustizia, significherebbe che è legittimo alterare un po’ le testimonianze pur di assolvere o condannare qualcuno, secondo il proprio arbitrario punto di vista!... Si capisce, naturalmente, come questo sia un processo logico completamente sbagliato, dentro e fuori dagli specifici confini di una fede religiosa.

 

 

Correlazioni

“Perché Gesù affidò la madre a Giovanni se questa aveva altri figli?” (RR)

 

 

 

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