VERO NOME DI DIO - BASTA RICERCHE POLEMICHE E DISCUSSIONI INFINITE - parte 1 - di Renzo Ronca - 29-12-18

 

DOMANDA:

Capitano sovente da me dei Testimoni di Geova che, come loro abitudine, lasciano il proprio opuscolo "La Torre di Guardia". In uno dei primi paragrafi del'opuscolo intitolato "Dio ci dà una buona notizia", cito testualmente, è scritto: "Il nome divino è stato tolto da molte Bibbie e sostituito con i titoli Signore e Dio. Ma nell'epoca in cui fu scritta, la Bibbia conteneva il nome di Dio circa 7000 volte". Parlando con loro su tale questione, hanno sottolineato quanto per loro sia importante rivolgersi al Signore utilizzando il nome "Yaweh" o, appunto, "Geova", mentre Dio o Signore sono dei titoli. Alla mia (naturale) obiezione che conterebbe più il modo in cui preghiamo che non il nome con cui ci rivolgiamo, hanno ribattuto con un passo dell'Apocalisse che, tra l'altro, appare (per altri motivi) in uno dei tuoi ultimi scritti. Ovvero:  “Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: Se alcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro; e se alcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Iddio gli torrà la sua parte dell’albero della vita e della città santa, delle cose scritte in questo libro.” Ecco, volevo conoscere il tuo parere sulla questione, ovvero il motivo per cui il nome JHW è stato tolto e quanto questo possa essere rilevante. Oltre a tutto ciò che riterrai utile dirmi su tale tema.  Ti ringrazio anticipatamente, a presto

 

RISPOSTA:

Ricordati sempre prima di ogni cosa di inquadrare bene gli argomenti, la personalità gli obiettivi le intenzioni di chi scrive, la modalità con cui vengono estrapolati i contenuti dalla Bibbia. Tieni sempre in considerazione l’insieme vero e ragionato della Bibbia, che è illuminata dallo Spirito di Dio, Il Quale ne ha ispirato il senso.

 

QUAL È IL VERO NOME DI DIO – Ti anticipo subito che seguire qs filo (è solo un opinione ovviamente) non ti aiuta nella tua giusta intenzione: “vorrei concentrarmi proprio su ciò che può aiutarmi a conoscere meglio Dio e come pregarLo”, anzi ti allontana di molto perché nella Bibbia c’è un invito di Dio a farlo, semmai il contrario. Ma procediamo con ordine.

 

Cercammo di trattare questo argomento (qual è il vero nome di Dio)  in un nostro forum già il 3-12-09, ma non ebbe il risultato sperato perché le persone si mettevano a fare lunghe dissertazioni perdendo di vista il senso principale biblico. Ti copio aggiornandola la mia nota che misi allora (inutilmente) in evidenza:

 [inizio nota] «Certamente chi ha proposto questa discussione [sul nome di Dio] non si rendeva conto di quanto l’argomento fosse spinoso e complicato. Anticamente conoscere il nome di un altro significava avere un potere su di lui. Ancora oggi il nome è un dato importante perché ci identifica, “rivela” per così dire la nostra persona e non a caso è protetto da leggi sempre più severe sulla privacy. Potremmo dire in un certo senso che in ultima analisi anche la nostra vera identità è misteriosa e in fondo non la conosciamo, come dice in Apocalisse 2:17 “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve".L’Eterno diede all’uomo il compito di nominare tutti gli animali sulla terra, segno di predominio si di loro; la curiosità dell’uomo però, se non è controllata, è come un bambino vivace irriverente e capriccioso che corre in qualsiasi direzione; anche verso il suo Creatore. L’uomo come un bambino ha sempre avuto la curiosità di conoscere il nome di Dio (senza conoscere nemmeno il proprio, come abbiamo visto prima), ma Dio, con infinita pazienza, non ha mai dato la risposta che l’uomo desiderava e che non era in grado di conoscere. Ecco alcuni riferimenti scritturali:

 

Gen 32:27-29  “L'altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?»”

 

Giudici 13:17-18 “Poi Manoà disse all'angelo del SIGNORE: «Qual è il tuo nome, affinché, quando si saranno adempiute le tue parole, noi ti rendiamo onore?» L'angelo del SIGNORE gli rispose: «Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso»”.

 

Apocalisse 19:12 “I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui”.

 

Significativo e chiarificatore ci pare soprattutto il dialogo che Dio ebbe con Mosè:

Esodo 3:13-14 “Mosè disse a Dio: «Ecco, quando sarò andato dai figli d'Israele e avrò detto loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato da voi", se essi dicono: "Qual è il suo nome?" che cosa risponderò loro?»  14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "l'IO SONO mi ha mandato da voi"».

 

Penso che anche noi, al tempo presente, non ci dobbiamo spostare da questa risposta di Dio a Mosè.  Il resto delle speculazioni sul nome di Dio sec me è fuorviante. Anzi a dirla tutta può essere deleterio.

 

[Ti sei mai chiesto infatti perché gli Ebrei -che sono molto più seri e attenti alla legge ed alle parole della legge rispetto ai TdG- evitino di pronunciare il nome di Dio? Non a caso vi è un comandamento apposito: Esodo 20:7 Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano. Si può dimostrare che la ripetizione inutile del nome di Dio banalizzi Dio stesso ed in ultima analisi anche lo studio apparentemente sapiente di questo nome può portare allo stesso risultato.]

 

Dio si mostra in Cristo già nel primo avvento (già avvenuto, per annunciare la salvezza) e si mostrerà più completamente nel secondo avvento (che avverrà quando tornerà per regnare). Questo è il modo scelto dall’Eterno di rivelare due parti di Sé, prima di venire Egli stesso, alla fine dei tempi, sulla terra; ed allora lo vedremo nella Sua completezza e lo potremo chiamare anche per quello che realmente è, essendo anche noi nell’eternità: Apocalisse 21:1-4 “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più. 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate»”.

 

Al momento però restiamo al nostro posto; non andiamo troppo oltre. Il resto, secondo noi (come la speculazione sui nomi di Dio), è solo un di più che porta a disquisizioni dottrinali, che nel migliore dei casi può arricchire una certa falsa teologia, ma che nella stragrande maggioranza dei casi fa dividere le chiese e frantuma la fede. Insomma tentare di conoscere il nome di Dio è una curiosità solo dell’uomo, non sostanziale, non edificante, che alcune chiese hanno cercato di approfondire con studi letterali biblici, col risultato di spezzare l’unità Padre-Figlio-Spirito. E’ una curiosità che noi non ci sentiamo di condividere.» [fine nota]

 

Nel caso dei Test di Geova in effetti l’unità Padre-Figlio-Spirito si è davvero spezzata perché a furia di sezionare razionalmente il capello in tanti pezzettini, hanno finito per non essere più trinitari. […] [qui puoi farti un’idea storica: “Chi sono i Testimoni di Geova”  http://scritticristiani.altervista.org/tdg.html ]

 

Accedere alla Scrittura senza credere a Dio Spirito Santo è oltremodo rischioso, per questo anche io ti consiglierei molta cautela. E’ vero che la curiosità è un sintomo di intelligenza, ma l’intelligenza va gestita bene, con molto “sale”, con le briglie, se no non è più intelligenza.

 

Conobbi i Test di G a Roma intorno al 1970 quando predicavano la fine del mondo nel 1975 (adesso quasi nessuno di loro lo ammetterebbe ma io lo ricordo bene perché per un certo tempo li frequentai) […]

 

“NON AGGIUNGERETE O TOGLIERETE NULLA…”  Cerchiamo ora di comprendere bene questa dicitura:

 

1) In effetti avvertimenti di qs genere compaiono in diversi punti della Bibbia (De 4:2, 12:32; Prov 30:6; Gr 26:2; Apoc 22..) Il loro scopo è mantenere compatto il canone biblico ed evitarne alterazioni. Ma il principio va mantenuto molto equilibrato; bisogna allontanare ogni fanatismo settarismo o estremismo letterale.

 

1) I TdG che vi fanno riferimento, sempre secondo la mia discutibilissima opinione, non sono nella condizione di insegnare ad altri la perfetta forma originale della Bibbia, infatti a quanto leggo da certe fonti,  I LORO RIFERIMENTI BIBLICI nascono già poco affidabili perché usano una loro versione della Bibbia che alcuni studiosi hanno dimostrato essere un poco modificata rispetto a quelle tradizionali. IN questo link puoi constatare: «Alterazioni che i Testimoni di Geova fanno alla Bibbia Studio comparato tra la "Traduzione del Nuovo Mondo" (NM) e i testi originali» - di Claudio Forte.  http://scritticristiani.altervista.org/tdgbibbia.html

 

2) Conteggio e valore delle parole in se stesse. Esiste ancora oggi la divinizzazione delle parole bibliche, quasi fossero da sole una specie di monolito magico. Ricordo quando frequentavo gli Avventisti c’era uno degli anziani che aveva così tanto rispetto per la Parola che considerava TUTTE le parole della Bibbia come se fossero inamovibili. Usava la versione della vecchia Diodati e guai a toccargliela! Come a lui, succede a molti altri in altre chiese evangeliche molto esasperati nella interpretazione letterale. Questa può diventare idolatria della Parola. Ma le parole sono veicoli che trasportano dei contenuti, non sono formule magiche in se stesse. Le prime Bibbie in italiano avevano traduzioni non perfette che poi per fortuna sono state aggiustate e rese con un senso sempre più simile all’originale. Il linguaggio è qualcosa di mobile che cambia in continuazione, non è fisso inalterabile inossidabile. Se non capiamo il senso delle parole bibliche è inutile fissarsi nella loro esposizione letterale; e Il senso biblico si capisce solo quando si è in sintonia con lo Spirito di Dio. Quando una chiesa non accetta l’idea di Dio Spirito Santo ho qualche dubbio che possa essere in linea col senso biblico. In un opuscolo degli Avventisti sui comandamenti veniva citato un versetto simile a quello che hai riportato tu. Ora i TdG mi pare siano usciti proprio dai primi Avventisti fondando la loro nuova chiesa; si comprende allora come una certa impostazione giudaica non solo sia rimasta, ma sia stata estremizzata. Non è bene essere troppo fondamentalisti, come non è bene essere troppo simbolici. Possibile che non si riesca mai ad avere equilibrio?

 

3) Vediamo la frase in questione in un paio di CONFRONTI:

a) Deuteronomio 4:2 – “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del SIGNORE vostro Dio, che io vi prescrivo”. Pensa ad un puzzle, ad un mosaico: Mosè stava realizzando il mosaico intero della “legge morale, regale” che avrebbe avuto senso nel suo insieme del decalogo; vale a dire DIECI comandamenti, non otto o nove o undici. Questo concetto è stato poi ripreso nel corso di altri libri biblici (i libri canonici della Bibbia sono 66; tutti sono “Bibbia” in modo unito), ad esempio con l’apostolo Giacomo (ne ho parlato nel video). Bene. Rileggendo lentamente la frase Deut 4:2 si capisce facilmente che il riferimento non è solo generico ma SOPRATTUTTO specifico: Mosè parla dei comandamenti, li riporta li prescrive; ebbene quelli  non dovevano essere manipolati. “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla, ma osserverete i comandamenti del SIGNORE vostro Dio, che io vi prescrivo”. La frase dunque in qs prospettiva è un avvertimento contro la manipolazione dell’essenza delle indicazioni che Dio ci ha dato sinteticamente in dieci punti. Del resto come abbiamo detto in altri punti qs avvertimento non era certo inutile:   si vede anche in ambito cattolico quando depennando il secondo comandamento –il divieto di pregare immagini e stature e di rendere loro ogni culto- ha esposto i credenti a evocazioni di spiriti dei morti (che chiamano “santi”)]

 

b) Apocalisse 22:18-19 – “18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; 19 se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro.”

Qui ci troviamo di fronte a un duplice avvertimento:

primo avvertimento, si riferisce essenzialmente al libro profetico in questione l’apocalisse (o rivelazione). Lo Spirito Santo sapeva che gli uomini di fronte alla complessità interpretativa del linguaggio apocalittico avrebbero provato a toglierlo dall’insieme di tutto il canone (lo stesso Lutero in un primo momento tolse il libro dell’Apocalisse, salvo aggiungerlo di nuovo in un secondo tempo). Ed anche oggi se ci fai caso viene guardato con sospetto, letto poco ed insegnato pochissimo (e male). Ma una cosa è lo studio del linguaggio apocalittico che ha un suo schema molto particolare, ed una cosa è lo schema del decalogo! Nel linguaggio apocalittico si ha a che fare in continuazione con simboli e ragionamenti, nel decalogo si ha a che fare con la concretezza dei comportamenti.

Il primo invito (non aggiungere né togliere..) è dunque riferito in maniera ristretta al libro in questione cioè alla profezia di Giovanni, ovvero al libro dell’apocalisse. L’autore (lo Spirito Santo per tramite di Giovanni) ci avvisa che   questo libro (il 66esimo) va mantenuto assolutamente nel contesto biblico, con tutti gli altri 65 libri. Vedi anche il v.7 desso stesso capitolo 22 «Ecco, sto per venire. Beato chi custodisce le parole della profezia di questo libro» Custodire le profezie apocalittiche, mantenerle nel tempo. Ed anche il v.10  “Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino”.

Secondo avvertimento: L’apocalisse conclude/racchiude tutta la Bibbia ed ha quindi un valore molto ampio ed avvolgente. A differenza della profezia di Daniele che doveva essere “sigillata” fino alla comprensione, che sarebbe giunta col NT (Daniele 12:4 Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà»), qui siamo di fronte ad un evento vicinissimo e che sintetizza tutto il messaggio cristiano. Noi siamo interessati al presente: infatti al versetto appena dopo quello che hai proposto, dice: Apocalisse 22:20 “Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù!” L’avvertimento (“non aggiungere.. non togliere…”) è dunque da intendere in modo escatologico vasto ed importante, come l’espressione finale della fede che ci deve interessare: tutto si racchiude in quel Gesù che torna presto. Non a caso lo Spirito Santo ha insistito: perché questo avvento è oggi quasi dimenticato.

Possiamo concludere dicendo come MacDonald quando commenta apoc 22:18-19 “Ciò non si applica a differenze interpretative minime, bensì agli attacchi diretti all’ispirazione e alla completezza della Bibbia”.

Quindi l’atteggiamento scritturale pignolo letterale dei TdG (che contano le parole e le virgole) sempre secondo me è del tutto fuori luogo.

 

Un ultimo consiglio: se ti metti a battibeccare con i TdG o con certi fondamentalisti estremi, non finirai mai di perderti nelle genealogie e nel conto di nomi anni mesi e di parole… senza fine! […] Il rischio, secondo me, è entrare nel vortice delle confutazioni senza fine (non solo confutazione contro i TdG ma anche altri, una lista lunghissima, forse infinita perché in fondo chi è perfetto? Esiste davvero sulla terra una chiesa visibile perfetta?).  E poi alla fine di tutto qs impegno  nelle diatribe ti rimarrebbe il tempo per consacrarti al Signore? Per cui ti consiglierei, come abbiamo detto all’inizio, di approfondire cose veramente importanti o almeno che tu (e non loro) consideri tali; questo dopo esserti confrontato direttamente col Signore, evitando le polemiche con tutti quelli che le vogliono fare, siano essi TdG o cattolici o protestanti. Naturalmente, lo ripeto sempre, queste sono solo modestissime opinioni personali.

Un saluto fraterno.

(segue)

 

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