"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

ADULTERIO DA UN PUNTO DI VISTA CRISTIANO - p.2 – EVITIAMO LE FACILI AUTOASSOLUZIONI - di Renzo Ronca - 15-2-16-

 

 

Come nella volta scorsa abbiamo ridimensionato le condanne immediate di chi è troppo zelante, adesso vediamo di correggere il comportamento superficiale e permissivo quasi fosse “normale” anche per i credenti.

 

Molti dicono: “Dio perdona ogni cosa e nei tempi odierni una scappatella non è niente”

 

Siccome svanisce sempre più l’idea seria di una coppia unita davanti a Dio e decide di vivere insieme tutta la vita, svanisce pure l’idea della fedeltà. Infatti verrebbe da chiedere “fedeltà a cosa?”

Probabilmente mai come oggi la famiglia è stata tanto in crisi come istituzione (1).

Molte coppie vivono insieme per la più svariate ragioni, a volte comprensibili a volte meno, non spetta a noi fare analisi di tipo sociologico. Prendiamo in esame principalmente le riflessioni che potrebbe/dovrebbe fare un credente.

 

Se l’unione “marito-moglie” è paragonata all’unione “Cristo-Chiesa” (2), allora risulta evidente che l’adulterio ha ancora una certa importanza.

 

Il nostro passato è spesso contraddittorio confuso, forse non è dei migliori, tuttavia vi è un momento importante in cui possiamo mettere un segno per iniziare a ragionare: quando abbiamo consapevolmente conosciuto e scelto il Signore. Da quel momento in poi –senza andare troppo a scavare nel passato- lo Spirito di Dio ha cominciato a farsi sentire al cuore ed alla mente e le nostre azioni hanno cominciato ad essere più corrette davanti a Dio.

 

Da quando accettiamo il Signore le nostre scelte in genere “si allineano” per così dire agli insegnamenti di Gesù. Il concetto di fedeltà per esempio diventa fortemente influenzato dalla fede cristiana e non solo dalla consuetudine sociale. Dio è sempre stato fedele agli impegni ai patti che ha stipulato con l’uomo. L’uomo che matura nella fede impara pian piano ad essere lui stesso fedele agli impegni che prende o che ha preso. Nel matrimonio allora la fedeltà non è più influenzata dalla convenienza personale, ma da uno spirito di bene-amore che abbraccia tutto, anche un nuovo modo di essere “responsabili”. Una responsabilità non doverosa e pesante perché così “ci tocca a sopportare”, ma perché è un impegno che VOGLIAMO mantenere, perché ci sta bene così, perché così facendo la nostra coscienza -illuminata da Dio- ci fa sentire bene. E non solo noi, ma anche tutta la famiglia, che stranamente viene come beneficiata anch’essa dalla grazia che Dio ha concesso a noi.

 

Questo non vuol certo dire che i matrimoni siano sempre piacevoli. A volte producono anche sofferenza e dolore; in certi casi di disordini gravi morali o religiosi non è nemmeno detto che si debbano per forza tenere in piedi, soprattutto quando uno dei due si comportasse consapevolmente in modo da offendere Dio, tuttavia tutto deve avvenire sempre alla luce del sole, nella verità, nell’ordine e nella pace.

 

L’adulterio invece è una cosa vile, un tradimento che si fa di nascosto. Non è necessario essere religiosi per condannarlo.

Quando si avverte il desiderio di andare con un altro o con un’altra ci si dovrebbe fermare e riflettere. Si analizza questo desiderio, si scende onestamente dentro la nostra coscienza e si vede da cosa è spinto. Se c’è un motivo serio, un difetto nella coppia, allora PRIMA  si risolve questa cosa in tutta sincerità nella coppia, POI eventualmente si vede se il matrimonio ha ancora ragione di esistere. Se si, se si accetta ancora di restare dentro il matrimonio nonostante tutto, allora il nostro comportamento deve essere cristianamente coerente.

 

L’attrazione per una persona diversa dal marito o dalla moglie può capitare, ma l’attrazione può essere controllata dalla volontà prima che diventi desiderio e il desiderio passione travolgente. L’amore non è solo passione irresistibile; può diventarlo quando noi, troppo accondiscendenti, ci lasciamo andare ad una certa ambiguità. L’espressione: “mi sono innamorato/a… è successo… che altro posso fare?” non appartiene al cristiano maturo. La scusante più classica degli adulteri è questa: “mia moglie/marito non mi capisce…  mi ha trascurato… mi sentivo tanto solo/a…. in casa non avevamo più niente da dirci… c’era tanta tristezza… questa persona nuova invece mi ha portato l’allegria mi fa ridere mi fa amare la vita… “  Insomma la colpa del tradimento sarebbe proprio di chi non ha tradito!

 

Io non posso certo fare da maestro in queste cose avendo sbagliato più degli altri, però se penso adesso a quanto lo Sposo Gesù ha sofferto per la Sua Sposa-Chiesa, a quanto le è rimasto fedele nonostante tutto, se penso che io vivo grazie a questa Sua fedeltà immeritata, allora vedo le difficoltà del mio matrimonio in modo diverso; mi viene voglia di dare di più e di non guardare solo se mi conviene.

 

 

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