REAZIONI AL LUTTO: TRE "VERITA'" A SCELTA - parte 2

a) Umana razionale; b) lo spiritismo; c) la fede in Cristo - RR-11-7-14-

 

 

 

(segue)

 

DOMANDA: [...] ma io sono in cerca della verità,voglio sapere [...] le figlie delle mie amiche vivono e la mia,no,io non riesco ad accettarlo e vivo male perchè non so il perchè di tutto ciò [...]

 

 

RISPOSTA:  Sapere la verità? 

 

Bene, te ne do tre! Sono quelle che sceglie di solito chi ha subito lutti gravi.

 

A) Verità umana freddamente razionale:

 

Scusami il modo che può sembrare brusco, ma la verità “umana” è che non hai più tua figlia. Malattia, incidente.. Non c'è un perché. Questa è la verità terrena di questa vita tua e non si può cambiare. O ti rassegni o non ti rassegni, ai fini di questa verità è lo stesso. Tua figlia su questa terra non c’è più. Può essere ingiusto, puoi dire quello che vuoi ma è così; non si può aggiungere altro. Di solito le persone che non credono in Dio si consolano ripensando ai momenti belli avuti quando la persona cara era in vita. Se non ce la fanno in questa possono cadere in uno stato di pessimismo-depressione che può arrivare a forme anche gravi. Indispensabile in qs caso sarebbe un supporto di tipo psicologico (in qs sito c’è la possibilità di contattare una brava terapeuta).

 

B)Verità dello spiritismo:

 

Purtroppo lo spiritismo ha buon gioco di chi ha perso qualcuno che amava molto e non riesce ad accettarne la perdita. Lo spiritismo (non parlo delle buffonate, parlo di quelle riunioni di spiritismo dove davvero si evocano potenze sataniche) si basa su un antico inganno (1)  e che cioè l’anima continua a vivere anche dopo la morte -tipo fantasmi-  in una specie di mondo parallelo. Secondo lo spiritismo (le prime furono le sorelle Fox) i due mondi possono entrare in contatto tramite un “medium” e i morti possono parlare ai vivi e viceversa. Lo spiritismo viene incontro alla non-accettazione del presente ed è come se ti dicesse "tranquilla, non è morta, è viva, se vieni con me te la faccio risentire"

Purtroppo questa modalità è oggi molto molto diffusa; anzi in forte aumento. Satana (che è un essere che conosce molto bene l’uomo da millenni) ti sa dire tutto di una persona morta perché ha già visto la sua vita; ne sa imitare la voce e ti sa dire cose che solo la persona morta poteva sapere. E’ così che Satana o i suoi spiriti seduttori si fanno passare per le anime dei defunti. Tu non immagini quante persone che si dicono credenti, non accettando la morte di qualcuno, ricorrono a queste cose! Purtroppo però ne diventano anche dipendenti, perdendo soldi ed equilibrio mentale.

 

(1)Si chiama “antico inganno” perché per primo fu l’antico “serpente” in Eden che disse “non è vero che morirete..”. Questo contrasta con l’affermazione di Dio: “se farete questo morirete”. Affermazione di Dio che poi viene ripetuta meglio nelle Scritture “L’anima che pecca, quella morrà” (Ezechiele 18:4 e 20) ecc

 

 

C) La verità della fede invece è diversa: La Verità è una Persona (“Io sono la Via, la Verità, la Vita” dice Gesù in Giov. 14:6)

Ora immagina che questa Persona, cioè Gesù, chieda a te, personalmente,  come chiese a Marta quando le morì il fratello: “«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» (Giov. 11:25-26)

 

Ecco, la domanda è diretta al tuo cuore: “Credi tu questo?”  Il punto non è dunque un perché umano, ma la fede in una Persona che dice di amarti: o ci credi o non ci credi.

 

Pensaci, rileggi più volte la frase e fai una analisi profonda della tua fede, poi prova a darti una risposta onesta.

 

Vorrei dire che per noi cristiani la morte terrena non è molto importante. Capisco che sia difficile applicarlo, ma è così.

Pensa che l’apostolo Paolo si spingeva a dire che morire per lui sarebbe stato addirittura un guadagno rispetto al vivere terreno, sapendo dove poi sarebbe andato:

 

21 Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno. 22 Ma non so se il vivere nella carne sia per me un lavoro fruttuoso, né posso dire che cosa dovrei scegliere, 23 perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, 24 ma il rimanere nella carne è più necessario per voi. (Filippesi 1:21-24)

 

 

Perché piangiamo?

Di solito si ama una persona quando si desidera il suo bene e ci prende cura di lei. Ebbene la persona di fede sa che Dio non ha abbandonato quella persona; dunque da cosa ha origine il suo lamento e il suo dolore? Quella persona, nel  tempo stabilito, sarà nel paradiso dunque di cosa dobbiamo piangere? Te lo dico io: piangiamo per noi, non per lei. Piangiamo per quello di lei che non possiamo avere: le espressioni, la voce, la compagnia..

Non è che questo piangere per noi stessi sia peccato, anzi è più che normale; ma quando dura troppi anni non è nemmeno troppo “sano” perché ci fa star male dentro. Può essere un male soprattutto quando abbiamo una famiglia con dei figli piccoli a cui pensare.

 

Una verità nascosta difficilissima da accettare in questa nostra amarezza profonda potrebbe essere la ribellione verso l’Eterno.

Magari ci vengono frasi del tipo: “Ma perché proprio a me?”  (forse ad altri sarebbe stato giusto?) “Tu me l’hai portata via!” (come se fosse una cosa solo mia). E’ sbagliato dire così perché i figli non ci appartengono. Non sono un possesso. Sono anime; e le anime sono di Dio. Anche noi non apparteniamo a noi stessi e non possiamo disporre della nostra vita come ci pare perché il nostro corpo appartiene a Dio come la nostra anima e un giorno ne dovremo rendere conto: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? (1Corinzi 6:19)

Forse in questi casi noi credenti  dovremmo pregare in modo diverso. Non più: “adesso devi spiegarmi perché mi hai fatto questo…”; bensì: “adesso placa il mio cuore, dammi pace o Signore,  indicami quale è la cosa che desideri per me. Rafforzami affinché possa amare con nuova gioia  la mia famiglia trasmettendo serenità e fiducia.”  [...]

 

 

 

 

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