PER CAPIRE LE VERITA’  di RR - 26-6-13 -

 

 

 

 

Segue da “STO FACENDO RICERCHE SU  LUCIFERO…"  RISCHI

 

Per capire le verità, non è  indifferente il punto da cui partiamo. E fondamentale essere consapevoli  dell’ambiente in cui ci muoviamo e la direzione intrapresa.

 

Per esempio se io salgo in barca e navigo in un lago, ecco che i confini che posso raggiungere in lungo ed in largo coincideranno col perimetro del lago. La grandezza del lago costituirà il mio limite. Oltre quello non posso navigare. Se penso alle specie dei pesci, alla profondità dell’acqua, agli acquitrini di certi canneti… insomma qualsiasi cosa penso ha come riferimento il lago. I pesci che posso immaginare studiare e pescare sono quelli del lago.

Se il lago fosse un concetto mentale, potrei avere l’intelligenza più grande del mondo ma le mie deduzioni, le mie considerazioni, gli esempi che potrei elaborare per capire le verità che cerco, saranno comunque limitati dalla grandezza di quel concetto, che come un lago, sarà comunque chiuso.

 

Se ora con la barca entro nel mare, ecco che i confini in cui posso spaziare sono quelli dell’oceano. Spazi infinitamente più grandi.

Ora, nel mare, se penso a parole come “malattia”, “benessere”, “peccato”, “male”, “bene”….  le verità a cui arriverò saranno  più ampie.

 

Insisto molto su questo punto perché è davvero importante.

 

Se io cerco dei frutti da mangiare e mi avvicino ad una pianta selvatica, non trovo frutti buoni ma solo spine. Posso anche voler cercare frutti buoni (dunque avere buone intenzioni), ma lì non ne troverò.

 

Se “entro” in una cellula tumorale mi trovo in un ambiente di morte, pure se io non voglio la morte.

 

Se mi avvicino allo studio del concetto “male” resterò nell’ambito limitato del male; non troverò il Bene infinito che è Dio.

 

Da una cosa limitata, circoscritta cosa potrò contemplare se non altre cose limitate e circoscritte?

 

Quindi la porta di accesso a quanto vedrò e contemplerò è fondamentale. Una finestra sul mondo mi permetterà al massimo di vedere il mondo, ma una finestra sull’eternità mi permetterà di sbirciare oltre il mondo, fino all’eternità di Dio.

 

Allora, se io cerco Dio mi trovo (per fede) “con un piede nell’eternità” (cioè in un ambiente immenso più dell’oceano).

 

Dio ci ha detto che dove si trova Lui non ci può essere il peccato (e i suoi derivati, tra cui malattie, morte ecc)

 

Quindi secondo la nostra fede, noi abbiamo un ambiente, uno scopo, una direzione (camminare verso Dio per vivere nel Suo ambiente, l’eternità che diverrà anche il nostro ambiente) ed abbiamo anche una conseguenza logica: l’assenza del peccato, del male, e dei suoi derivati come le malattie e la morte.

 

Vediamo quindi come la comprensione/sparizione del male sia una conseguenza del ritrovato Sommo Bene, perché vicino a Dio non c’è il male.

Certo, questo è un divenire, una direzione, è il nostro cammino: più ci consacriamo (cioè ci avviciniamo a Dio e siamo in comunione con Lui) e più stiamo bene, siamo sereni. La morte e le malattie ancora esistono, Satana pure ancora esiste. Ma in futuro non esisterà più. C’è un progetto che Dio ci ha rivelato e c’è una maturazione dei tempi. Noi cerchiamo Dio e sappiamo che saremo interamente con Lui. Saremo in un corpo nuovo senza più male e malattie e senza più la morte. Il come e il quando non ci interessa più di tanto. Questa è la nostra linea di fede.

 

Se invece di occuparci di questo e risiedere in questo, noi ci andiamo ad interessare del male come se il male fosse una cosa importante, un oggetto autonomo esistente, come se avesse vita propria, come se potesse in qualche modo essere debellato da dentro al male stesso, allora saremmo sempre dentro al lago chiuso. Satana è una creatura limitata, un laghetto, uno stagno in confronto a Dio che è l’infinito vivo. Il Sommo Bene è una Persona. La nostra fede non è proprio una religione come le altre ma è il seguire un Persona che noi sperimentiamo essere vivente.

Vedendo coi suoi occhi capiamo il mondo perché ne siamo slegati pur vivendoci e vediamo il male come un effetto, come una conseguenza che adesso si manifesta sulla terra, ma che in realtà non esiste davanti a Dio.

 

La rivoluzione di Gesù non sta nel fatto di aver modificato il male, restando in un ambito limitato terreno, ma nell’aver rivelato il Sommo Bene come “Persona”, cioè se stesso: Dio-Cristo.

 

Il male in se stesso non è un qualcosa di “originale” cioè “prima di ogni altra cosa”; il male non ha vita in se stesso; non nasce il male, non è parte della creazione di Dio il male; ma come il peccato, è la conseguenza di un allontanamento dal bene; ed il bene è Dio.

 

Se voglio sapere i meccanismi del male seguo un pensiero distorto.

 

Devo studiare i meccanismi del bene, la certezza  dell’amore di Dio per rendermi conto dell’inconsistenza del male.

 

Se cerco Dio, ecco la grazia, se arriva la grazia ecco che se ne va il peccato.

 

Non posso cercare di analizzare il peccato (e i suoi annessi e connessi tra cui le malattie) nell’esame del male. E’ un assurdo. Sarebbe come invocare uno spirito maligno per scacciarne un altro, ma ”come può Satana scacciare Satana?” Solo Dio può liberare dal male.

Il male dunque (per cui il peccato, la malattia, la morte…) può essere vinto solo da Dio. Chi è in Dio è al di là del male. Questo ci dice la nostra fede.

 

Adesso applichiamo quanto detto:

 

La devo smettere di seguire i miei occhi (che contemplano il mondo), o il mio senso della giustizia (che contempla solo l’ingiustizia presente), o la mia mente (che rimane nella modalità della logica terrena). Io devo “volgere lo sguardo a Dio”.

Questo non è un concetto o una filosofia, è una rivoluzione! Sposta e stravolge ogni riferimento! Il mondo, il lago… non è più il nostro riferimento. Se come Pietro osservo la realtà del mondo come l’acqua su cui cammino che mi mette paura (Matt 14:28-31), ecco che affondo perché non guardo più il Signore. Se guardo Lui ecco che invece le leggi fisiche della terra vengono superate. Il miracolo in fondo è questo.

 

La ricerca del miracolo è comunque sbagliata per una persona di fede, è come restare nello stagno impantanato senza crescere più. La ricerca di Dio può portare anche i miracoli, ma sono conseguenze non importanti.

Cercare di capire il male è sbagliato perché in fondo è “non cercare di capire prima di tutto Dio”.

Esplorare il laghetto può dare una certa soddisfazione intellettuale ma non porta molto lontano. Gira che ti rigira stai sempre nel laghetto.

 

Se penso al male in se stesso, come fosse staccato dal contesto, allora Dio sarebbe  solo un mezzo per vincere il male; dunque, in un certo senso, qualcosa che esisterebbe solo in funzione del male. Il male resterebbe il soggetto principale e Dio sarebbe un qualcosa di secondo piano, utile solo per vincere il male sovrastante. Il male sarebbe dio.

 

Se penso a Dio invece, allora il male le malattie il peccato sono tutti rivoli quasi secchi di un fiume grande che è la Vita, la Grazia. E’ verso l’oceano che ci porta lo sguardo su Dio, ma è verso la sterilità che ci porta la speculazione del male.

 

Fondamentale per capire il male dunque è volgere lo sguardo da lui e posarlo su Dio. Più contempliamo Dio e più vi assomigliamo. Più ci consacriamo a Lui e più sarà lontano da noi ogni forma di male.

Per assurdo anche se moriamo non moriremo mai.

 

Tutte questi ragionamenti che ho trasmesso saranno solo parole vuote senza senso se non incontreremo il Signore come Persona. Egli solo, vivo in Spirito, ci condurrà alle verità; perché Dio si trova solo in Spirito e Verità. Non sono slogan questi ma passaggi sperimentabili.

 

Non ci distraiamo dunque dal nostro cammino e guardiamo dove è conveniente guardare.

 

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