Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

COME SI SA SE UNO E’ SALVATO?

 risposta di RR - 19-5-13-h.10,15 - (Livello  2 su 5)

 

 

 

Questa  domanda importante, tutti ce la siamo posta prima o poi.

Vediamo di sintetizzare alcuni punti utili. Visto che stai imparando l’italiano, cercherò di usare frasi brevi. Se hai dei dubbi, se qualche ragionamento non ti è chiaro, dimmelo subito e lo spiegherò meglio.

1) Il concetto di “salvezza” è capito solo dalle persone che credono in Dio; i “non credenti” non possono capirlo. Gli atei, cioè i non credenti, non riescono a capire da cosa si dovrebbero salvare, visto che per loro la vita di tutti i giorni scorre regolare ed è tutto ciò che hanno. Solo noi credenti siamo consapevoli che esiste un “giudizio finale” e una possibile “vita futura”. Noi credenti pensiamo che per poter entrare in questa vita futura dobbiamo “essere salvati” dal giudizio di Dio che verrà alla fine dei tempi. L’uomo non si può salvare da se stesso, ma solo Dio può farlo. Dio ha scelto di salvare noi sulla base della nostra fede in Gesù Cristo:

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)

 

2) Noi credenti come possiamo capire se siamo salvati?  Tu hai detto bene nella tua domanda “come si sa se uno..”, hai usato giustamente il verbo “sapere” e non il verbo “capire”.    In effetti la salvezza non si capisce con un ragionamento intellettuale ma al contrario si sa, si sente, si percepisce in maniera diretta in fondo al cuore.

Ciò che avviene dentro di noi è semplice da sentire, ma molto difficile da spiegare. Ci proverò con alcuni esempi: 

a) nella salvezza come protezione sicura in questa vita perché “siamo in Dio”;

b) nella salvezza definitiva per la vita eterna come attestazione personale dello Spirito Santo.

 

 

a) la salvezza come protezione sicura durante il cammino della vita perché "siamo in Dio"– Ricordo un gioco che si faceva da bambini: era una specie di “acchiapparella” dove un giocatore correva dietro ad altri e cercava di “acchiapparli”, toccandoli con una mano. Appena chi inseguiva toccava quello che scappava, vinceva; e quello che era stato toccato (“preso” o “acchiappato”), perdeva.  All’inizio del gioco ci si metteva d’accordo su una o più regole. Si stabiliva per esempio che, se quello che scappava si metteva su un “rialzo” (un posto in alto, come una panchina, una sedia, un muretto, un albero…), allora era “salvo” e non poteva essere “acchiappato”. IN qs caso l’inseguitore doveva aspettare un altro momento, oppure correre appresso ad un altro giocatore.

Le regole naturalmente cambiano da paese a paese: in certi posti facevamo come dei come dei cerchi, degli spazi chiusi col gesso o righe sulla terra che indicavano luoghi di fantasia Roma, Milano, la Russia, l’America… chiunque scappando saltava dentro questi spazi era “salvo” e l’inseguitore non poteva fare niente.

Nella cammino della nostra vita è la stessa cosa: il credente ha delle “regole”, ha un “patto con Dio”. Questo patto dell’uomo con Dio è osservato per fiducia da entrambe le parti: Dio si fida dell'uomo (che Gli resterà fedele) e l'uomo si fida di Dio (che gli darà la vita eterna e lo proteggerà dal male). Quando il diavolo ci corre appresso, e vuole “acchiapparci”, “prenderci”, “toccarci”, noi in base alle regole che sono state stabilite (la fede che ci porta ad amare i comandamenti) ci possiamo mettere su un punto rialzato (elevato spiritualmente, distaccato dalla terra) oppure dentro uno spazio protetto (come dentro una chiesa con dei fratelli) e siamo salvi dal diavolo.

Quindi c’è una salvezza intesa come protezione, riparo di fede per il presente e per il futuro che tutti noi possiamo avere in ogni momento della nostra vita: restare cioè “in Dio”, nello “spazio di Dio” nel “rialzo” delle cose di Dio. In pratica se noi siamo uniti al Signore e ci comportiamo secondo questo patto di fede, il diavolo non ci potrà mai far del male.

 

b) La salvezza definitiva per la vita eterna come attestazione (1)  personale dello Spirito di Dio Questo è il punto più importante e si riferisce alla domanda che tu hai fatto.

 

b1) Sappiamo che siamo salvati perché noi crediamo in Cristo Gesù e Gesù ha detto che credere in Lui è sufficiente per essere salvati.

 «Signori, che debbo fare per essere salvato?» Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia». (Atti 16:30-31) 

 

La prima consapevolezza di essere salvata sta dunque nel fatto che tu credi in Gesù e chiunque crede nel Cristo sarà salvato. Così ci dice la Parola di Dio e così noi crediamo.

 

b2) Sappiamo che siamo salvati perché ce lo attesta lo Spirito Santo (1). Questo sembra più difficile da spiegare, ma noi ci proviamo lo stesso con un altro esempio:

 

Una Persona (Dio) che abita lontano e dice di conoscerci, un giorno ci manda una lettera (la Bibbia) e ci dice: “Senti, io sono come padre per te e ti amo moltissimo, ti hanno portato via da me da questa casa, ma vorrei che tu adesso tornassi di nuovo da me in questa casa; ti aiuterò a farlo perché io stesso sono stato dove sei tu e sono ritornato qui (Dio in Cristo come uomo in terra è tornato all’eternità dopo la resurrezione). In questa lettera (Bibbia) ci sono delle istruzioni, una cartina geografica per indicarti la strada (Il Vangelo e le profezie). Veni, ti aspetto”

Noi allora fidandoci di questa persona (si chiama “salvezza per grazia”), decidiamo di seguire le indicazioni che Lui ci ha scritto nella lettera (Bibbia) e partiamo per la “terra promessa” (cioè la vita eterna con Dio per noi e per i nostri cari).

Per strada è normale avere dei dubbi, ad esempio davanti ad un bivio se prendere una strada o un’altra. Allora ci fermiamo e consultiamo la carta geografica (la Bibbia).

Alle volte però non è sufficiente e non capiamo bene nemmeno quella. Allora il Signore ci ha lasciato un mezzo importante per non perderci: è una specie di telefono, un cellulare, una comunicazione diretta tra il nostro cuore e quello di Dio. Questa comunicazione avviene con la preghiera e nel tramite dello Spirito Santo. Noi ci mettiamo in preghiera e diciamo “Signore forse ho perso la strada… sono sulla strada giusta? Ho preso quella sbagliata? Dimmelo tu.” Allora ecco la risposta: immaginate un navigatore saltellitare, come quelli che sono sulle nostre automobili. E’ come se ad ogni preghiera verso Dio impostassimo il navigatore con le Sue coordinate. Il navigatore allora, subito ci indica dove andare e noi lo sentiamo in modo chiaro.

Mentre proseguiamo sentiamo la voce del navigatore che ci rassicura: “prosegui su questa strada per.. 20 kilometri..” se non sentiamo bene la voce lo possiamo anche vedere dalla mappa che compare sul display del navigatore, che si aggiorna minuto dopo minuto.

Il navigatoreci attesta” (1) che siamo sulla buona strada.

Allo stesso modo lo Spirito Santo ci attesta che viviamo nella salvezza.

 

Chi ha sperimentato la “nuova nascita” impara piano piano a percepire la voce di Dio e a vedere le sue indicazioni.

Tu credi nello Spirito Santo e frequenti una chiesa dove lo Spirito di Dio è giustamente messo al centro del culto. Va bene così.

 

Ora non fermarti a metà, ma prosegui e vedrai che questa attestazione di essere stata salvata arriverà anche a te.

 

 

 

 

(1) "Attestazione";  Ci "attesta":  significa "ce lo afferma",  "ci dà delle sicurezze interiori"  "ce lo garantisce nel cuore"

 

 

 

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