Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

NELL’ASCOLTO DEL SIGNORE NON DIMENTICHIAMO L’AVVERSARIO

di Renzo Ronca - 4-12-12 (Livello 4 su 5)

 

 

(Segue)

Stiamo parlando dell’accostamento ad uno dei doni più belli dello Spirito Santo, che è l’ascolto biblico e l’interpretazione di quello che è il pensiero di Dio.

 

….Ma quante persone si sentono di diffondere rivelazioni che Dio non ha inviate!  -  “Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”. (2Pietro 1:19-21) - Se veramente parlasse solo lo Spirito di Dio non ci sarebbero tante chiese in lotta tra loro. E’ evidente che c’è un problema. Il problema, ve lo anticipo subito, è l’uomo; siamo noi; come sempre…. [tratto da Cosa ci spinge a soffermarci su un insegnamento anziché un altro? Un particolare tipo di interpretazione delle Scritture: l’avvicinamento al dono profetico]

Nel nostro cammino abbiamo visto solo lo strato superficiale dell’ascolto biblico, ma chi desidera una maggiore comunione col Signore in modo da saper ascoltare più profondamente la Sua volontà, il Suo pensiero, allora deve porsi in una condizione di maggiore consacrazione e deve tener conto che esistono altri fattori che possono rallentare (non impedire) un certo tipo di scambio spirituale tra la nostra anima e Dio.

 

CONTEMPORANEITA’ del pensiero di Dio: siamo abituati a relegare il pensiero di Dio in scritture fisse di migliaia d’anni fa, come una lingua morta. La tradizione è così: uno studia e se è bravo capisce il pensiero di Dio su un certo argomento che è sempre lo stesso; come le tabelline che 2x2 è sempre 4. Ma il pensiero di Dio, essendo Dio un fuoco che si trasforma e trasforma attorno a Sé, non è mai fisso, finito, inscatolato. La Bibbia è come una porta che ci apre al fuoco dello Spirito e lo Spirito di Dio agisce e crea in continuazione, così anche il Suo pensiero è attuale vivo, e passa oltre le stagioni, oltre il passato ed oltre il nostro presente.

Un fattore importante e che abbiamo approfondito poco è l’attività di Satana nella trasmissione dei messaggi di Dio all’uomo.  Per capirlo meglio leggiamo il cap. 10 di Daniele.

Quando lo avete letto tornate qui e continuiamo.

 

C’era stata un visione rivelata a Daniele (v.1) che lui capì e che riguardava una grande lotta. Daniele era molto preoccupato per il suo popolo e prega per poter capire meglio con più precisione i fatti che sarebbero avvenuti.

Ma la risposta non venne subito nonostante il digiuno continuo del profeta. Ci vollero tre settimane (21 giorni settimane non sono poche, pensate alla fede e alla volontà di questo uomo santo).

Il ventunesimo giorno fu mandato un potente messaggero celeste, che la maggior parte dei commentatori identifica con Gabriele.

Soffermiamoci su queste parole che l’angelo rivolge all’uomo:

Dan 10:12 Egli mi disse: "Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e d'umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite e io sono venuto a motivo delle tue parole. 13 Ma il capo del regno di Persia m'ha resistito ventun giorni; però Michele, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso e io sono rimasto là presso i re di Persia. 14 Ora sono venuto a farti conoscere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l'avvenire".

Il v.12 ci fa comprendere che davanti a Dio è stato importante l’impegno di Daniele per capire la sorte del suo popolo ed importante è stato anche il suo comportamento umile. Questo, rapportandolo al nostro piccolo, ci suggerisce un comportamento più adeguato alle nostre richieste al Signore quando vogliamo capire il Suo pensiero: siamo umili davanti a Lui? Sappiamo aspettare con impegno la Sua risposta o subito abbandoniamo?

Il v.13 è piuttosto inquietante perché accenna quello che succede al di sopra di noi.  Le richieste di Daniele erano state subito accolte ma vi fu una resistenza dovuta ad una guerra celeste in cui Satana tenta di impedire che arrivi la risposta. Vi riporto quanto ho trovato sul regno angelico:

“Dio ha diviso il regno angelico in diversi ordini che vengono chiamati ‘principato, autorità, potenza, signoria’ (Ef. 12:1). A Gabriele e Michele è stata concessa l’autorità sopra gli angeli che si occupano degli affari di Dio in rapporto alla nazione di Israele (cfr. Michele in Da 10:21; 12:1; Gd 9). A quanto pare Satana, allo stesso modo ha collocato i più importanti dei suoi demoni in posizioni di autorità al di sopra di ogni nazione. Il capo del regno di Persia era il rappresentante satanico assegnato alla Persia. Per cercare di impedire che il messaggio di Gabriele raggiungesse Daniele, il principe demoniaco attaccò Gabriele all’inizio della sua missione.  Questa immagine ci permette di intuire la natura della guerra che si combatte nei luoghi celesti fra gli angeli di Dio e i demoni di Satana e della quale parlò Paolo (Ef. 6:12 poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti.’)

La battaglia fra Gabriele e il capo (demone) del regno di Persia, durò tre settimane finché Michele, uno dei primi capi del reame angelico (cfr. Da 10:21; 12:1) è venuto in suo soccorso. […] Mentre Michele combatteva con il re di Persia, Gabriele fu in grado di portare a Daniele un messaggio importante riguardante il futuro di Israele” (dal commentario  “Investigare le Scritture”)

 

Adesso riflettiamo insieme.

Come avvenga questa guerra nel cielo non ci è stato detto; non sappiamo in che modo il re di Persia attaccò Gabriele e come riuscì a trattenerlo tanto, tuttavia questo accadde e “ci dà un’idea del potere di Satana” (ibid.)

Noi non siamo certo Daniele e i messaggi che chiediamo o riceviamo da Dio non sono alla portata di quelli che abbiamo letto, tuttavia l’esempio ci deve insegnare parecchio.

a)      Se davvero ci interessa capire, se davvero abbiamo tanto a cuore la sorte di persone care e vorremmo in qualche modo ascoltare da Dio parole utili per aiutarle, dobbiamo armarci di determinazione ed umiltà. Non basta chiedere, occorre saper aspettare. Non un minuto, non un giorno ma molto di più.

b)     Non esistiamo solo noi e Dio in un idilliaco rapporto senza fastidi,  ma esiste Satana che ha un controllo ed una organizzazione notevoli di molte parti della terra, se non di tutta, visto che Gesù lo chiama “principe di questo mondo” (Giov. 12:31; 14:30; 16:11) e Paolo lo chiama “il principe della potenza dell’aria” (Ef. 2:2). Non è che ci dobbiamo spaventare di Satana perché il Cristo lo ha vinto e per Suo merito abbiamo protezione da Dio, tuttavia dobbiamo tenerne conto.

In considerazione di quanto detto, personalmente credo che Dio risponda sempre alle nostre preghiere quando sono disinteressate ed umili, ma penso che i tempi di risposta in certi casi possano essere contrastati dall’avversario (ho detto in certi casi, perché spesso capita che non fai a tempo a pensare una richiesta della tua anima, che subito il S ti apre una risposta immediata)

Allora quando non capiamo una cosa di cui abbiamo chiesto spiegazioni al Signore, come ci dobbiamo comportare?

Dando sempre per scontato (lo ripeto) che la richiesta sia disinteressata, umile ed in linea con la volontà di bene di Dio, Io sono dell’idea di insistere, resistere, perseverare nell’attesa e nella ricerca. Il come non è classificabile, ognuno di noi dovrà trovarlo umilmente nella preghiera.

Questa insistenza può essere espressa in vari modi che lo Spirito di Dio saprà modulare e plasmare, tra cui:

a)      nella lettura e rilettura del passo fino a che non ci appare più chiaro;

b)     nella lettura di altre frasi che arricchiscano la linea, il filo che abbiamo nel cuore;

c)      nell’attesa semplice (sempre in clima di preghiera) fino a che Dio in qualche modo (non necessariamente con una frase biblica) non ci spieghi quello che era in sospeso nel nostro cuore.

Non c’è una regola, non può esserci, lo Spirito di Dio è Dio e non è “instradabile” o “indicizzabile”. Però sappiamo che se cerchiamo Dio, Lui si farà trovare. Se un figlio chiede al padre notizie sui significati delle parole, sui fatti della vita, il padre gli risponderà con amore, perché è un padre e la sua aspirazione principale di padre è dare al figlio la sapienza necessaria per arrivare alle giuste scelte.

L’importante è capire che la metodologia interpretativa non è così importante per chi desidera ascoltare lo Spirito di Dio. Sarà Lui a farci luce passo dopo passo. Senza fretta.

 

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