Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

MA QUAL E' IL NUOVO CAMPO DA DISSODARE?

di Renzo Ronca - 9-8-12

 

 

 

DOMANDA: Buon giorno! Ho letto la riflessione sul brano:"  “SE TU TORNI DA ME….”  "dissodatevi un campo nuovo.. non seminate tra le spine"  (tratto da un cammino per corrispondenza; spunti per le meditazioni personali – 15-4-10) -  Sul concetto di dissodamento ci siamo. Ma il comando riguarda il dissodamento di un nuovo campo. Quindi vi è un vecchio campo (qual'è) .............. e qual'è questo nuovo campo ? Volete cortesemente darmi una vostra riflessione in merito? Grazie

RISPOSTA: E’ bello vedere che ci sono lettori che si interessano alla Scrittura; e non solo si interessano, ma hanno anche voglia di saperne di più. E’ quindi con piacere che le rispondo.

E’ bene dire subito che i nostri cammini per corrispondenza hanno una elaborazione riferita principalmente a chi sta facendo il cammino. Voglio dire che generalmente non si analizza proprio tutto lo studio classico esegetico del capitolo, ma si evidenzia un piccolo scorcio di un "paesaggio" ritagliato su misura per chi appunto sta affrontando certi punti di maturazione. A volte pubblico queste piccole “finestre” perché penso sia utili per tutti, per dare un input alla meditazione. Mi fa piacere che il nostro amico lettore lo abbia colto.

Ora dunque possiamo fare un secondo passo, “ridurre il teleobiettivo” e ingrandire la prospettiva specificando meglio.

Il contesto: L’Eterno per bocca di Geremia, nei capp 3 fino a 6, parla del pentimento del suo popolo (la nazione di Giuda e di Israele) in vista del prossimo castigo per la loro idolatria. Dio esorta il popolo a pentirsi e in un primo tempo sembra che questo avvenga, ma poi Geremia lascia intendere che non sarà un pentimento sincero e duraturo. Estendendo l’interpretazione dei passi, molti studiosi pensano che il vero pentimento di Israele avverrà al ritorno del Signore, quando questo popolo capirà appieno chi è il Messia.

Nel cap. 4 di Geremia, che ci interessa direttamente, il profeta usa due metafore: la prima è quella agricola (il contadino non semina in un campo non dissodato);  la seconda è quella della circoncisione (la vera circoncisione è interiore non esteriore).

Nel nostro scritto precedente abbiamo messo in evidenza il lavoro minuzioso per dissodare il terreno facendo un parallelo con un lavoro analogo in noi stessi. Un lavoro che l’uomo attratto da Dio può cominciare a fare in vista del seme della Sua Parola.

Il campo vecchio e il campo nuovo sono due modi di essere dell’uomo:

Il campo vecchio (non dissodato) è l’uomo privo della grazia, morto, sterile, che se anche ci butti il seme, non può attecchire perché il cuore è duro come la roccia.

Il campo nuovo è l’uomo consapevole della grazia, che desidera la salvezza, che si lascia “lavorare” dallo Spirito di Dio e riceve la Sua Parola come il seme del contadino. Questo seme poi, nella meditazione, germoglierà e produrrà una nuova coscienza di sé. Nel “campo nuovo” stiamo parlando della preparazione alla “nuova nascita”. Un modo di essere rinnovato, guidato dal Signore, che si avverte nello spirito e si vede nel comportamento.

L’invito di Dio all’uomo è dunque duplice: l'uomo dovrebbe avere due cose 1) la consapevolezza di essere nel peccato, e 2) la buona volontà di convertirsi, sapendo che da questo peccato potrà comunque essere salvato per i meriti di Cristo,  per mezzo della grazia.

La grazia (atto gratuito di Dio per i meriti di Cristo) permette una “edificazione diretta” del nostro cuore da parte dello Spirito Santo. Egli è l’Agricoltore del nostro campo, della nostra persona. La nostra unica difficoltà sta nell'arrenderci a questo dissodamento-rinnovamento da parte del Signore. Questo produrrà appunto il pentimento e poi  la conversione delle intenzioni e quindi delle azioni.

 

 

 

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