Cosa si aspetta Dio da me, cosa DESIDERA che io faccia? -  di Renzo Ronca - (3-5-12) - agg. 26-2-21

 

 

 

 

 

Per prima cosa:

Quando si affrontano argomenti difficili sarebbe sempre bene ricordarci di un fatto espresso con una parola difficile: "antropomorfismo biblico" (1).  In pratica per prima cosa dobbiamo essere consapevoli che verbi ed emozioni che usiamo tra uomo ed uomo, quando vengono rivolti a Dio (come fosse un uomo)  sono riduttivi e relativi. Noi usiamo regolarmente questo criterio perché non abbiamo altri modi corrispondenti, ma dobbiamo sempre ricordarci che la nostra esposizione verbale, anche nel caso del più grande scienziato, è solo una limitata, vaghissima idea della profondità che c’è dietro la sapienza e le realtà di Dio. Le parole gli esempi ci mancano, non conoscendo quel genere di realtà spirituale, per cui prendiamo in prestito parole ed esempi umani, con tutti i rischi che ciò comporta. Ricordarsene sempre!

 

Nello specifico:

Il Signore non è che adesso “si aspetta” qualcosa da me, non è che mi guarda e si domanda: “Adesso che farà? Farà così o farà cosà? Chissà… Speriamo che faccia così!...”; piuttosto invece, mentre vede me adesso, qui davanti alla tastiera del pc verso mezzogiorno,  vede anche ciò che io “ho fatto” questo pomeriggio, verso le 17. Io come uomo terreno sono legato al passato al presente ed al futuro, Lui invece vede tutto in un presente continuo. (Per chi vuole approfondire molto consigliato - ci sarebbe il nostro fascicolo in pdf IL TEMPO TERRENO E IL TEMPO DI DIO )

Quando l’Eterno “ci parla” (sarebbe meglio dire “comunica un messaggio”), si rapporta alla nostra limitatezza e se scrive di Sé, come ha fatto nella Bibbia, lo fa “rimpiccolendo” i concetti e rendendoli compatibili con la nostra statura limitata terrena.

 

Ovviamente non sappiamo come ciò possa avvenire, però essendo Dio, allora quando ha concepito me o te, quando ha “pensato” alla nostra nascita, e questa si è realizzata, allora in un modo che solo Lui sa, ne ha anche visto l’evoluzione.

 

Le creature di Do sono e resteranno sempre libere di fare ogni tipo di scelta, però il piano entro cui si muovono (possiamo anche dire la dimensione entro cui vivono) è com-preso, visto, osservato, come parte di Dio stesso. Questo significa che ciò che faremo domani è già conosciuto adesso da Dio. Non è condizionato, predestinato nel senso stretto del termine, ma è già conosciuto. Io per arrivare alle 17 di oggi pomeriggio devo aspettare alcune ore e non so assolutamente cosa incontrerò, perché il futuro è nascosto ai miei occhi, coma a qualsiasi occhio umano, ma Lui lo vede già, come da una prospettiva diversa.

 

Per questo ha senso la fede. Io (parlo come persona credente) non avrei più necessità di pensare nemmeno al mio futuro perché in un certo senso ci pensa Dio. A me basti sapere che se sono unito a Lui e che sarò benedetto. Altro non mi serve.

 

L’aspettativa di Dio.

D’altra parte in un Padre c’è sempre una aspettativa, una speranza un desiderio buono per il proprio figlio. Un padre si aspetta che i propri figli siano ubbidienti, riconoscenti, onesti, che in qualche modo seguano “le orme del padre”.  Dio ha stabilito un patto con l’uomo. Un patto di mutua fiducia e stima. Lui lo ha rispettato sempre rimanendo sempre disponibile accanto a noi e dandoci i nostri spazi. Noi invece ce ne siamo dimenticati spesso. Anche per questo nella Bibbia si vede come lo stesso patto venga rinnovato in continuazione con infinita pazienza ed amore da parte Sua. Dio si aspetta che l’uomo CRESCA continuando a mantenere il patto con Lui. In che modo? In due modi: primo riconoscendoLo per quello che è: è Dio, il nostro Signore e Creatore. Secondo: l’uomo faccia l’uomo, senza ergersi a giudice di tutto o addirittura senza voler assomigliare ad un altro dio, pensando di avere un potere ed una sapienza che non ha. Il tutto per l’uomo è essere fedele e mantenere, per questo breve periodo terreno, la sua fiducia nell’Eterno. L’aspettativa di Dio è che l’uomo cresca nella fede (e di conseguenza nella vita di tutti i giorni), diventi maturo, arrivi a formulare delle scelte consapevoli di grado sempre più complesso per il bene suo e dei suoi simili. Nel posto che Dio ha preparato per l’uomo occorrono creature fatte in un certo modo: miti, compassionevoli, rispettose, serene… che sappiano dare la lode  dovuta al Dio dell’universo e non lo vedano come un’offesa per l’intelligenza ma anzi il coronamento della stessa. Tutta la nostra vita è un raggiungimento di questi traguardi.

 

Poi ci sarà il passaggio, la trasformazione della natura terrena in una spirituale eterna; ma dovrà essere “pulita” per stare in un posto “pulito”. E questo stato di purezza lo dobbiamo ancora imparare.

 

Ma allora non Gli posso chiedere cosa si aspetta da me, cosa desidera che io faccia?

Penso che al Signore faccia sempre piacere ad essere consultato in preghiere rispettose e sane, secondo il modo che Lui stesso ci ha insegnato. Egli risponderà a tutte le nostre preghiere, tuttavia ci sta insegnando a crescere e noi dobbiamo capire bene cosa significa. Per esempio quando io facevo il corso per lavorare come educatore nei collegi statali, ci spiegarono che il nostro lavoro di educatori avrebbe avuto successo nel momento in cui i ragazzi sarebbero riusciti a decidere da soli. Voglio dire che c’è un’età in cui il bambino sta in braccio, poi sta aggrappato alla mano della mamma, poi esce camminando e seguendo il papà, poi i genitori pur rimanendo disponibili, si mettono a fianco, poi si mettono un passo indietro e lasciano che i figli facciano da soli scegliendo decidendo, valutando…  Certo come genitori osserveremo tutto ed interverremo se ci sarà bisogno, ma entro certi limiti i ragazzi devono arrivare da soli ad essere persone adulte e l’adulto certe cose deve sapere da solo quando farle come farle e perché farle. La decisione e l’azione che ne deriva, è l’effetto di ciò che i giovani hanno visto fare ai genitori (o a figure genitoriali), è l'effetto di ciò che hanno appreso.

 

All’inizio della nostra fede, del nostro cammino di fede  è normale chiedere in continuazione “Signore devo fare così? Devo fare cosà?...”  Ma poi crescendo, ecco che  il Signore (che è il nostro Educatore per eccellenza) non sempre risponderà, non perché ci voglia abbandonare, ma perché vuole farci crescere. Ci sono delle cose che dobbiamo imparare a saper fare da soli, che dobbiamo imparare ad elaborare e tirar fuori da soli,  senza troppe incertezze, perché la fede matura non ha la paura dentro, ma la coerenza.

 

 

  

 

NOTE 

(1)  Antropoformismo biblico: attribuzione alla divinità di qualità umane, sia fisiche sia intellettuali e morali. Vedi anche il nostro: CONOSCENZA DI DIO E LIMITI UMANI

 

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