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DOMANDE DIFFICILI - ENOC ELIA MOSE' E LA RESURREZIONE Risposte del Prof. Roberto Sargentini - 11-4-12
DOMANDE: Avete detto che Enoc ed Elia sono saliti al cielo, perché Paolo dice che nessuno è salito in cielo solo colui che è disceso dal cielo? e se Mosè è resuscitato dai morti come mai si dice che Cristo è la primizia cioè il primo e dopo saranno tutti gli altri? scusa Ma quelli che sono morti prima di Cristo avevano bisogno del sacrificio di Lui no? per coerenza anche loro dovevano aspettare Gesù o no? forse mi sono espresso male?
RISPOSTE: Il lettore si è espresso benissimo e le sue domande sono più che legittime. Cerco di rispondere nel modo più chiaro possibile.
Cominciamo dall'ultima domanda. Gesù è la "primizia dei morti" perché se avesse fallito la sua missione, se cioè avesse peccato, non sarebbe risuscitato dalla morte. In questo modo nessun giusto avrebbe potuto risuscitare. Se i morti risuscitano è perché Gesù ha vinto ed è risuscitato di una risurrezione a vita eterna. Prima di lui altri uomini sono risuscitati, ad esempio il figlio della Sunamita al tempo di Eliseo, e Lazzaro al tempo di Gesù. La loro, però, non è stata una risurrezione definitiva, eterna; infatti poi sono morti. Gesù è la primizia di quelli che risuscitano a vita eterna, di quelli che non muoiono mai più. Se Gesù avesse fallito, anche Mosè, per quanto sia stato risuscitato e si trovi da qualche parte nel regno di Dio, non sarebbe vissuto per sempre. Sarebbe morto, come tutti gli altri uomini, probabilmente sulla terra. Enoc, Mosé e Elia speravano e credevano nel Messia e, nell'attesa del suo avvento, sono tutti e tre vissuti camminando con Dio con vera fede nel Salvatore che doveva venire. Il Signore [il Padre] aveva una tale e piena fiducia in Gesù che ha rapito quei tre santi uomini ed ha loro anticipato il premio. In pratica ha scommesso sulla vittoria di suo figlio. Quei tre uomini sono i rappresentanti dell'umanità vittoriosa in Cristo: Mosè rappresenta i morti giusti che saranno risuscitati, mentre Elia ed Enoc rappresentano i giusti vivi che saranno rapiti, con i risuscitati, alla venuta di Gesù alla fine dei tempi.
Quanto alla frase di Gesù: "Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo".Gv. 3:13 non va intesa o nel senso "fisico" del termine, cioè di un "trasloco" dalla terra al cielo, ma come la rivendicazione da parte del Signore, di una autorevolezza che gli veniva dal cielo e che era alla base del suo ministerio. Oltre ad Enoc, Mosé ed Elia, sono saliti in cielo anche quei santi che sono risuscitati quando il Signore è morto in croce, e che poi ha portato con sé come "prigionieri" della salvezza: "Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono,e tombe s'aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti" .Mt. 27:51-53 "Ma a ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: Salito in alto, egli ha portato con sé dei prigionieri e ha fatto dei doni agli uomini".Ef. 4:7,8 Tuttavia il loro essere saliti in cielo non ci ha arricchiti spiritualmente né ci ha dato nulla ai fini della salvezza. Gesù invece è sceso, è vissuto con noi, ci ha rivelato l'amore suo e del Padre ed è morto per purificarci dai nostri peccati. Poi è salito in cielo dove officia in nostro favore come sommo sacerdote, nel tempio di Dio. Il salire e scendere di cui parla Gesù è strettamente legato all'autorità della sua predicazione e del suo ministerio. Che le cose stiano così lo si evince chiaramente da quanto Gesù aveva precedentemente detto: "In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo [che è nel cielo].Giovanni 3:11-13
Il significato reale del testo greco di Giovanni 3:13 è il seguente:
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