Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

QUALE E' IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO DEL CRISTIANO NEL MONDO?

di Renzo Ronca - 30-3-12

 

DOMANDA: Ciao Renzo ….   La storia dell'umanità avrà il suo epilogo alla venuta di Gesù. Il mondo sta andando inesorabilmente verso il dominio dell'anticristo e la grande tribolazione. La società organizzata con i suoi valori "carnali", le sue regole (nasci-lavora-consuma-muori), la politica, l'economia, la finanza sono di fatto un astuto quanto terribile inganno di satana per distaccarci da Dio e dominarci.

Qualche giorno fa pensavo a come dare un nuovo impulso alla mia carriera lavorativa, a come aumentare il mio reddito, al fatto che alcune cariche direttive siano state assegnate senza applicare un criterio di meritocrazia e mi sono intristito avendo la sensazione di essere "tirato" verso il basso dalla società.

Sembra che la maggior parte delle azioni che facciamo ogni giorno contribuiscano a tenere in vita in modo artificiale un paziente (il mondo) già morto.

Oggi mi sono recato al lavoro, ci passerò (obbligatoriamente) almeno otto ore, e svolgerò attività utili al business dell'azienda per la quale lavoro, al fine di percepire uno stipendio che spenderò per vivere, contribuendo a far girare l'economia (come si dice oggi).

La quotidianità è in parte imposta da doveri e regole sociale difficili da eludere soprattutto se si ha famiglia e figli.

Poi leggo i versetti che seguono che non riesco pienamente a capire

1Pietro 2:13-17

13 Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; 14 ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene. 15 Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all'ignoranza degli uomini stolti. 16 Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. 17 Onorate tutti. Amate i fratelli. Temete Dio. Onorate il re.

Quale atteggiamento è giusto tenere nello svolgere le attività quotidiane, nel lavorare, nei confronti della politica, negli impegni necessari nel provvedere alla propria famiglia in modo da essere nel mondo ma non del mondo? Grazie in anticipo per la tua risposta.

 

RISPOSTA - Ringrazio qs lettore di cui riporto interamente la mail perché esprime bene ciò che ne “Il Ritorno” vogliamo trasmettere: far funzionare il cervello, la coscienza, mettendo a confronto la nostra vita e la Bibbia, in modo tale che la speranza che viene dalla fede possa dare un senso ad un sistema sociale che è deludente.

 

E’ vero caro amico, leggendo certi passi possiamo rimanere perplessi. Ma il primo punto da tenere presente è questo: l’interpretazione letterale, alla maniera giudaica, come fossimo davanti ad una nuova legge, è sempre pericolosa. Se dovessimo applicare il Nuovo Testamento come un decalogo, allora Gesù ce lo avrebbe dettato, o forse non sarebbe nemmeno venuto, essendo sufficiente quel decalogo che c’era già (visto che non è stato modificato, ma solo spiegato meglio). E’ evidente che se ha aggiunto degli insegnamenti, questi devono essere presi come un "insieme di input" ed aggiunti come la vitamina C effervescente nella nostra coscienza. IN questo modo la coscienza, coi nuovi elementi effervescenti, si rimescola, è spumeggiante, diventa più energetica ed attiva. Dobbiamo fare un cocktail di preghiera e ragionamento per trovare l'equilibrio che cerchiamo; così vuole il Signore: Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?” (Luca 12:57)

Il bello della Bibbia è che è perfetta nel suo insieme secondo come è scritto:   La somma della tua parola è verità; […] (Salmi 119:160)

 

Rispetto alla frase che hai citato di “ubbidire al re”, consideriamo che lo stesso Pietro, in un’altra occasione, dice: "Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini. (Atti 5:29)

E’ vero dunque che dobbiamo avere un comportamento rispettoso verso quelli che amministrano il potere, però se questo andasse contro Dio, allora ovviamente le cose sarebbero diverse: quando Nabucodonosor obbligò il popolo ad inginocchiarsi davanti alla statua d’oro, Daniele e i suoi tre compagni si rifiutarono a costo di essere buttati nella fornace, ma Dio li liberò (Daniele 3). Quindi la nostra ubbidienza verso chi ci comanda è sempre relativa.

Ma questo non ci autorizza ad essere ribelli, ad alzare la voce, a litigare con strafottenza, infatti dice:

 «Ecco il mio servo, che io sostengo, il mio eletto in cui la mia anima si compiace. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà la giustizia alle nazioni. Non griderà, non alzerà la voce, non farà udire la sua voce per le strade. (Isaia 42:1-2)

Il cristiano non è il masochista che subisce tutto, ma evita solo le liti inutili. Gesù quando fu accusato davanti a Pilato in certi momenti preferì non rispondere.

Per tornare più precisamente alla tua domanda: Quale atteggiamento è giusto tenere nello svolgere le attività quotidiane, nel lavorare, nei confronti della politica, negli impegni necessari nel provvedere alla propria famiglia in modo da essere nel mondo ma non del mondo?” direi che non esiste uno standard specifico, ma esistono comunque e prima di tutto  delle priorità: io cerco di adattarmi a questo sistema di cose finché questo non è palesemente contro Dio. Mi adatto “storcendo il naso”, perché il nostro è un sistema corrotto, dunque insoddisfacente per definizione; ma se questo in qualche punto mi spingesse ad offendere l’Eterno lo rifiuterei decisamente.   Vi sono poi momenti e situazioni  in cui è difficile stabilire il confine tra un compromesso possibile ed uno non accettabile (vedi la questione gay). Le stesse chiese si dividono politicamente in un ampio raggio, spesso poco edificante.

Io non credo di essere un buon esempio perché fatico moltissimo a seguire l’andazzo dei tempi. Dipendesse da me vivrei un poco ai margini della società. Anzi, egoisticamente mi piacerebbe stare proprio fuori da tante cose politiche o sociali, distruggendo metodicamente televisioni, politica e cerche gerarchie ecclesiastiche. Tuttavia ho una famiglia come te, con le responsabilità di tutti quelli che hanno una famiglia  e credo in un cristianesimo che è anche attività e testimonianza nel mondo. “Nel mondo senza essere del mondo” come giustamente dici tu. Pensi davvero ci possa essere una regola uguale per tutti in ogni situazione? Credo che ogni giorno ci toccherà trovare il giusto equilibrio. Personalmente riesco a trovarlo (non sempre) solo attraverso un costante contatto col Signore.

Mi spiego: nella preghiera giornaliera che comporta una meditazione regolare sull’insegnamento che il Signore mi manda ogni giorno come il pane, io lascio il mondo ed entro a “casa sua” ogni volta, ed ogni volta poi ne esco per rientrare nel mondo. Forse nel mondo devo cercare un difficile equilibrio, ma è  la regolarità di questo entrare ed uscire che, con l’aiuto dello Spirito di Dio, riesce a configurare ogni volta la mia persona adattandola sempre più al Suo pensiero e a ridimensionarla, prepararla, correggerla, equilibrarla, al fine di ripresentarla poi nel quotidiano del mondo sempre nuova e amabile.

Non è facile questa cosa in evoluzione continua che possiamo anche chiamare “consacrazione” e che trova la base in romani 12:1-2:  “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. 2 Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.”

Non è facile, ma penso che comunque a questo, come cristiani, siamo chiamati: una continua revisione di vita nella comunione col Signore.

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