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LA RELIGIONE ANIMISTA IN AFRICA(SEGUITO DI "ANIMISMO E CRISTIANESIMO" - APPROFONDIMENTO)
Materiale
tratto da: “La religione animista ed il culto feticista in Africa occidentale:
Burkina Faso – Mali”, di Massimo e Marino Zecchini, nel sito:
www.sahara.it/cultura/animismo.html; con
il permesso dell’autore l’etnologo[4]
Marino Alberto Zecchini, (masszecc@tin.it), che ringraziamo.
[FIGURA:
Feticcio
Scultura in legno. Rappresenta la connessione tra il mondo dei vivi e dei
morti..Secondo le credenze Possiede la chiave medianica per il collegamento con
gli spiriti dei defunti]
Il
culto animista ed il feticismo hanno tra loro molte connessioni e somiglianze
nei rituali ma sono profondamente differenti. L’animismo permette di
comunicare attraverso il creato con il Dio supremo[5]
ed è una religione dalle implicazioni universali, mentre il feticismo è la
pratica che attraverso simboli, simbolismi e rituali magici dà la credenza ai
praticanti di possedere i geni e le forze soprannaturali per soddisfare i
bisogni immediati della vita.
L’animismo
è una religione che attribuisce un’anima a tutti i fenomeni naturali, una
energia che pervade tutto l’esistente, visibile ed invisibile, causa di ogni
fenomeno, della vita e della morte, della stabilità e di ogni cambiamento,
intrinseca ad ogni essere vivente, uomo, animale o vegetale, e nella materia sia
essa solida, liquida o gassosa […]
La
complessità e la profondità delle idee e dei concetti di questa religione è,
per il ricercatore, sorprendente, un vero mondo in cui, come in altre religioni,
le forze del male e del bene si scontrano. Queste lotte immani e misteriose si
manifestano nella natura e nel mondo materiale sottoforma di simboli che l’animista
vuole decifrare. […]
L’animismo
in Africa occidentale è la religione autoctona[6]
praticata da molto tempo ancor prima che arrivassero Islam e Cristianesimo,
considerate religioni dei popoli invasori. Queste religioni sono state in
generale accettate dalle popolazioni ma adattate alle loro credenze e sovente
snaturate dei loro messaggi originali. Nelle tradizioni dei popoli animisti
l’accettazione di una nuova credenza religiosa non si contrappone ai loro
princìpi. I portatori di nuove religioni sono sempre accolti con le loro
divinità, che vengono in qualche modo inserite nel pantheon delle divinità
locali, anzi, in alcune circostanze, quando il confronto di superiorità è per
essi evidente, dichiarano senza esitazione che il Dio dei cristiani o dei
musulmani è più forte dei loro. […]
Negli
affollatissimi mercati di numerosi banchi di vendita di oggetti delle più
variate provenienze religiose, sono in bella mostra: code di serpenti,
camaleonti rinsecchiti, mazzi di piume di gallina e quant’altro necessario per
il rito feticista affiancati alle immagini di Papa Woitila, S. Antonio di
Padova, croci, Bibbie e Vangeli, Corani di varia foggia, rosari cristiani e
musulmani, poster raffiguranti la Kaba e persino immagini induiste giunte in
chissà quale modo. […]
L’animista
crede in un Dio creatore che mantiene il perfetto ordine delle cose, tutte
concatenate tra loro; il suo aspetto non viene mai antropomorfizzato[7],
anzi è pensato tutt’uno con l’intero creato in un’idea che può
rappresentare una sorta di panteismo dell’universale. Nel pensiero degli
animisti africani Dio è troppo potente per interessarsi all’uomo, egli è al
di sopra delle esigenze minute dei piccoli problemi umani, per questi bastano
gli intermediari, e cioè i geni, le forze spiritiche del simbolismo, che
vengono esortati con rituali magici . […]
Un
pericoloso, ma interessantissimo mondo, in cui per alcuni aspetti sono
riscontrabili tracce anche nella nostra cultura "popolare", un mondo
in cui è possibile, nel corso della esplorazione, scoprire implicanze e
parallelismi del nostro sapere antico e nel contempo provare vertiginose
impressioni di una filosofia cosmica.
Massimo e
Marino Zecchini
Nostro commento:
Si, siamo d’accordo: “un pericoloso ed interessantissimo mondo”;
molto di più di quanto a prima vista potevamo pensare.
A riprova di questo infatti, con le dovute cautele, vorremmo ora porre ai
nostri lettori alcune brevi considerazioni che hanno lo scopo di mostrare quanto
ancora, nelle nostre “moderne” forme religiose, siano presenti alcune “implicanze
o parallelismi” di questa religione: L’animismo costituisce il retroterra di molte popolazioni africane o sudamericane. Qualcosa che pensavamo essere lontano; tuttavia, curiosamente, quella base ritorna spesso anche nella nostra spiritualità più avanzata, come in alcuni movimenti di risveglio.
[FOTO: Lewis, Herbert "Una donna che
indossa la croce cristiana ma che crede anche nei poteri dei medium"
University of Wisconsin- Madison Libraries.Africa Focus 2000]
Se ci pensate un momento
quell’origine animista non è mai stata assente nemmeno nelle nostre liturgie
“classiche”: Nelle chiese cristiane ortodosse e cattoliche, per esempio, si
dà una particolare risalto alle reliquie[8]
dei “santi”, che avrebbero delle proprietà particolari di liberazione da
spiriti maligni, di guarigione o di intercessione presso Dio. La stessa potenza
è attribuita a gesti e parole particolari.[9]
Pensateci freddamente: quando ci affidiamo alle virtù protettive di un
crocefisso o un rosario “benedetto” (da chi?) non facciamo un atto simile a
chi porta un amuleto magico? Quando evochiamo lo spirito di persone morte (non
solo i santi o la madonna ma anche i nostri cari defunti) e chiediamo loro di
guarirci, liberarci dal maligno o di intercedere presso Dio, non facciamo della
nostra religione “moderna” e “superiore”, qualcosa di simile all’animismo
o allo spiritismo? E allora dov’è
la nostra superiorità? In cosa ci distinguiamo? Dov’è la differenza tra chi
ama solo Dio e chi vive in mezzi a tanti dèi? Evocazioni di morti attorno a un
tavolino, New Age che accoglie tutto e ti fa fare ciò che vuoi, o politeismo
orientale ammantato di bella filosofia… che cambia? Cambiano i nomi; ma dietro
c’è sempre l’ingannatore che conquista cuori e continenti interi. E noi evangelici, che diciamo di non aver idoli, facciamo mai delle riprove? Non faremo certe volte della nostra chiesa, o della Scrittura, o di noi stessi, un idolo vuoto, senza la presenza di Dio? E nelle preghiere spontanee in lingue, lasciate a se stesse, nei culti di alcune comunità dove ci si lascia andare a stati di trascinamento ritmico-estatici, non rischiamo nulla? Lo spiritismo è la minaccia più grande che deve saper combattere l’uomo di Dio. Oggi come ieri.
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NOTE
[4]
L’etnologia è la scienza che studia le culture e le civiltà dei
vari popoli, per stabilire l'evoluzione, il diffondersi e l'affermarsi delle
culture umane; utilizzando i dati dell'etnografia (scienza che studia i
costumi e le tradizioni dei popoli viventi con intendimenti descrittivi) [Zing.] [5] Vorremmo ricordare ai lettori che quando, al di fuori della Bibbia, troviamo riferimenti a Dio, non sempre e non necessariamente, con questa parola, chi la usa ha lo stesso nostro pensiero. Questa parola potrebbe indicare un campo molto vasto che tutto in sé comprende, come in questo caso, o un dio molto diverso e specifico, in altri casi. Dobbiamo imparare a valutare, capire, ascoltare; e poi, dopo, formarci una nostra opinione in merito. (ndr) [6] originaria, locale (ndr) [7] Antropomorfismo: Nella tipologia religiosa, attribuzione di forme fisiche e di sentimenti umani alle figure divine (Zing.) [8] Frammenti di persone morte (capelli, sangue,dita, ossa, lingua…) a cui si attribuisce spesso il culto e la capacità propria di operare miracoli. [9] “Segno della croce”, “acqua santa” che caccerebbero il diavolo; parole a memoria, come formule, lette o recitate dal sacerdote, avrebbero una loro propria autonomia.
CORRELAZIONI PENTECOSTALISMO E SPIRITISMO – NECESSITA’ DI FRENARE L’EMOTIVITA’ LA RELIGIONE ANIMISTA IN AFRICA BATTERE LE MANI ED ALTRO NELLE MODALITA’ DEI CULTI
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