PERCHE' I PRIMI DISCEPOLI ASPETTAVANO IL RITORNO DI GESU' NELLA LORO EPOCA? E' UN ERRORE DELLA BIBBIA?

 

di Renzo Ronca - (6-5-11 )  -  1-12-19

 

 

 

 

 

Domanda:  Una parte degli apostoli che pur avevano vissuto e parlato con Gesù si era convinta che il ritorno sarebbe stato nella loro epoca ma così non è stato. Come mai? E’ un errore della Bibbia?

 

 

Risposta:   Domanda interessante. In effetti quando si parla di tempi biblici in merito alle profezie, vi sono alcuni passi scritturali che potrebbero confondere se interpretati in maniera rigida o frettolosa.

 

Bisogna considerare che "il tempo” non è solo una parola che indica il passato ed il futuro, ma un concetto, una misura, una dimensione più complessa, a cui bisogna accostarsi con cautela.

 

C’è un bell’esempio che fa il Pache:[1]  “Se da lontano osserviamo una catena di montagne, due vette sembrano confondersi in una sola; ma poi, quando ci avviciniamo, constatiamo che le separa una profonda vallata, e vediamo che la catena s’innalza fino alla più alta vetta per balze successive”.

 

E' quasi sempre così  la nostra visuale nelle rivelazioni profetiche degli eventi: come attraverso un teleobiettivo, c’è a prima vista un senso di appiattimento degli eventi; poi  man mano che ci avviciniamo riusciamo a comprenderne le dimensioni più precise.

 

Un esempio scritturale è dato da Isaia 61:1-2

“Lo spirito del Signore, di DIO, è su di me, perché il SIGNORE mi ha unto per recare una notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l'apertura del carcere ai prigionieri,  per proclamare l'anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti;”

 

Se ci fate caso ci sono due eventi che sembrano uniti: il primo evento ( “per proclamare l'anno di grazia del SIGNORE”) è separato dal secondo (”il giorno di vendetta del nostro Dio”) da una sola virgola nel testo italiano. Ora il primo evento Gesù lo ha iniziato nel momento della Sua prima venuta; il secondo avverrà quando tornerà come giudice.

 Questo “appiattimento” del Vecchio testamento dei due eventi, è stato poi ripreso da Gesù stesso in Luca 4:16-21

16 Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, 17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: 18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per  evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 per proclamare l'anno accettevole del Signore». 20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».

 

Come avete potuto constatare, è significativo il fatto che Gesù si arrestò nella lettura di Isaia alla fine del primo evento e non lesse le parole successive che riguardavano il secondo evento, altrimenti non avrebbe potuto dire «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».

 

Questo che significa che allora non capiremo mai le profezie? No, non è così, possiamo capirne il senso generale e via via approfondirne i particolari, strada facendo.

 

Dobbiamo tener conto che la prospettiva profetica, l'immagine che ne possiamo trarre, man mano che ci avviciniamo agli ultimi tempi, sarà sempre più definita. Non è, e non potrà essere per ora, una fotografia perfetta, finita. Non a caso viene detto a Daniele:  "Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza aumenterà». (Daniele 12:4); E sempre non a caso è ripetuto all'apostolo Giovanni in Apocalisse: " Poi mi disse: «Non sigillare le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino".(Apocalisse 22:10)

 

Questo nostro dover focalizzare in continuazione e migliorare la comprensione degli eventi,  non dipende tanto dal capriccio di un dio a volte ci vuole rivelare le cose ed a volte no, ma da un nostra limitatezza per una concezione lineare del tempo legata a leggi di una fisica terrena che viviamo, non "multidimensionale" come quello di Dio. 

 

Tutto questo, almeno in parte, si può tentare di spiegare in modo più approfondito, come cercheremo di vedere più avanti in tutta umiltà.

 

(continua)

 

 

 

 

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[1] René Pache “Il ritorno di Gesù Cristo”