LETTERA APERTA (sempre attuale) AI GRANDI IMPRENDITORI "CRISTIANI" PER IL NUOVO ANNO 2011 in considerazione della crisi

 

Cari imprenditori importanti, dirigenti e proprietari delle industrie, possibile che nessuno di voi abbia un minimo di fede cristiana? Non posso crederlo. Uscite dal gorgo politico ed egoistico in cui vi siete cacciati e ragionate anche con lo spirito di quando foste battezzati.

Non siamo noi che dobbiamo assomigliare ai paesi "emergenti" (in tante nazioni i lavoratori vengono trattati come animali, per questo costano poco) ma sono loro che devono scoprire la dignità dell’uomo.

La crisi deve colpire solo gli operai? Possibile che nessuno di voi voglia rinunciare ad un poco dei suoi profitti? Voi vi siete riempiti le mani (e le tasche) degli incentivi statali in tempo di “vacche grasse” e adesso che è tempo di “vacche magre”, modificate lo statuto dei lavoratori, licenziate senza preavviso, dite “prendere o lasciare”, riportate la moderna Europa al tempo del medioevo, quando il re e la corte potevano decidere della morte e della vita dei “servi della gleba”. Non potete cedere qualcosa anche voi?

Cari “padroni”, non siete nulla non avete nulla, finirete come finiamo tutti, senza portar via niente. Non pensate che avete raggiunto la vostra posizione con le vostre mani, solo col vostro sacrificio mentre gli altri sono scansafatiche; parla così solo chi è superbo o ha il complesso di inferiorità per la sua piccola statura. A voi è andata bene, tutto qui. Altri si sacrificano ma non hanno e non avranno mai le opportunità che avete avuto voi. E poi, siete proprio sicuri di essere cresciuti sempre in maniera onesta? Presto saremo tutti davanti al Signore ed ogni cosa sarà evidente davanti a tutti, anche i vostri guadagni.

Il Signore non è contento del vostro egoismo, della vostra eccessiva ricchezza in rapporto alla povertà della gente comune, perché il vostro benessere è appoggiato sulla miseria di chi non può difendersi.

C’è stato mi pare l'anno scorso solo un giovane imprenditore che, stanco delle lamentele dei dipendenti, invece di licenziarli, ha provato a vivere come vivevano loro; non arrivando con quei soldi alla fine del mese ha ragionato e ha dato loro un aumento, diminuendo una piccola parte del suo guadagno. Non ne ricordo il nome, ma forse lui si che dentro al cuore era ancora cristiano visto che aveva una coscienza.

Ma voi che vi sentite sempre così “grandi”, avete idea della statura di Dio? Pensate davvero che la disperazione sociale che seminate non si ripercuoterà anche su di voi e sulle vostre famiglie?  Quando un popolo arriva alla disperazione tutti ne pagheremo le conseguenze. Noi già stiamo pagando in quanto a denaro e speranza. Ma voi potete ancora fare qualcosa: Ravvedetevi e riallacciate legami d’amore con Dio; questo farà funzionare le vostre coscienze. Sappiate che del vostro comportamento renderete conto a Dio, comunque e dovunque, come tutti noi.

Io che non sono nulla vorrei chiedervi, se ancora vi definite cristiani, se mai leggeste qualche riga di questa lettera, di rinunciare ad una piccolissima parte del vostro guadagno salvando così la vita di molti.

Non scaricate ai dipendenti la responsabilità di tutto, perché la responsabilità maggiore è di chi è di più, di chi può fare più cose per il bene sociale e non le fa.

Modificate il vostro atteggiamento egoistico e incosciente del genere: “si fa come dico io altrimenti chiudo e muoia Sansone con tutti i filistei! "  perché se non vi ravvedete davanti a Dio, nella disperazione che avete seminato (o che avete lasciato seminare), succederà proprio così come con Sansone: ci sarà un crollo ineluttabile nostro e vostro.

Renzo Ronca

 

 

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