Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

«Sono io, non temete» - PAURA E FEDE

Gesù cammina sull’acqua  Matteo 14:22-31 (anche Marco 6:45-52; Giovanni 6:15-24)

di Renzo Ronca 5-5-10

 

[Gesù cammina sulle acque - incisione di G. Doré] 

 

Matt 14:22 Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente. 23 Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera, se ne stava lassù tutto solo.
24 Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario. 25 Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. 26 E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura gridarono. 27 Ma subito Gesù parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!» 28 Pietro gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull'acqua». 29 Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso Gesù. 30 Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» 31 Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
 

 

22-Subito dopo

Si riferisce alla moltiplicazione dei pani appena avvenuta: (Matt 14: 20 Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene. 21 E quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, oltre alle donne e ai bambini)

 

22-Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca 

Li “obbligò”, significa che i discepoli avevano qualche riluttanza ad andare, perché? La causa ce la indica Giovanni spiegando lo stesso episodio:  “Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re…”[1] Dopo la moltiplicazione dei pani la folla voleva prenderlo e farlo subito re. La folla non sa pensare, agisce sempre d’impulso. Gesù che veniva fatto re perché aveva sfamato migliaia di persone (cioè vendo incontro alle esigenze fisiche dell’uomo) non rientrava nel piano di Dio, che voleva l’uomo salvato per mezzo della redenzione sulla croce. Per questo Gesù ordina ai discepoli di andar via. Loro opponevano una certa resistenza probabilmente per tre motivi: 1) Motivo forse secondario: perché non vedevano nulla di male nel fatto che il loro maestro venisse fatto re. Non avevano ancora capito il sacrificio della croce e forse qualcuno di loro approvava il comportamento della folla. 2) Probabilmente il motivo principale: Gesù restava da solo e mandava loro da soli sulla barca. Perché non andava con loro?  Erano preoccupati per lui e volevano restargli vicino per ogni evenienza a motivo della grande folla. 3) Un  altro motivo poteva essere il timore di restare da soli nella traversata. I discepoli non erano ancora capaci di badare a se stessi. Ma Gesù applica quello che nel discepolato possiamo chiamare “svezzamento”: vale a dire i discepoli devono imparare a muoversi anche da soli; acquistare pian piano fiducia in se stessi.

 

23  si ritirò in disparte sul monte a pregare. E, venuta la sera[2], se ne stava lassù tutto solo.
A volte Gesù aveva l’anima afflitta. In questo caso aveva da poco visto la durezza di chi aveva fatto decapitare Giovanni e questa folla che lo aveva ascoltato e subito lo voleva fare re. Pensava forse alla fragilità dell’uomo che, senza pastore, era sbattuto da una parte e dell’altra. Per questi motivi, probabilmente, sentiva la necessità di andare sul monte e di raccogliersi in preghiera in comunione col Padre.

 

24 Frattanto la barca, già di molti stadi lontana da terra, era sbattuta dalle onde, perché il vento era contrario.

I discepoli da soli, la fragile barca sulle acque tempestose… è la Chiesa nascente ed allo stesso tempo la Chiesa attuale che si trova a remare contro le forze oscure e violente che gli sono contro.

 

25 Ma alla quarta vigilia della notte[3], Gesù andò verso di loro, camminando sul mare.

Giovanni dice : Vedendo i discepoli che si affannavano a remare perché il vento era loro contrario…”

Anche se era ancora notte Gesù “li vede in difficoltà”. L’oscurità, la tempesta i venti contrari… il Signore “vede” oltre tutti i limiti umani quando si tratta dei figli Suoi. Potremmo dire che Egli è presente, pure se non è fisicamente presente e vigila con attenzione intervenendo con grande potenza in difesa delle nostre anime.

 

La Chiesa nascente di questo passo è paragonabile a quella rimanente degli ultimi tempi: sballottata dalla furia degli elementi e delle forze oscure, rischia di perdere la speranza e di lasciarsi sommergere, ma il nostro caro Signore come allora raggiunse una misera barchetta al di sopra ogni legge di gravità, così alla fine ci verrà incontro per salvarci.

 

26 E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura gridarono

E’ una paura normale, tutti avrebbero avuto paura nel vedere al buio uno che cammina sul mare. La parola “fantasma” non deve meravigliare; va intesa in senso generale, senza farci troppi pensieri sullo spiritismo odierno. Certo è che l’ambiente di allora (come quello di oggi) era pieno di superstizioni e anche gli apostoli, gente semplice, all’inizio forse lo erano.

 

27 Ma subito Gesù parlò loro e disse: «Coraggio, sono io; non abbiate paura!»

Questo è forse il punto più bello: la voce di Gesù. Quante volte nelle nostre paure abbiamo sentito la sua voce rassicurante “Sono io, non temere!” E’ la Presenza del Signore che mette in fuga ogni ombra delle notte, ogni spirito estraneo, ogni tempesta del nostro cuore.

 

28 Pietro gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull'acqua».

Il carattere di Pietro è spontaneo ed impulsivo. In questo episodio è stato scritto che se anche l’evangelista non avesse fatto il suo nome, si sarebbe capito ad occhi chiusi che si trattava di Pietro. Da notare che non dice: “fammi venire da te..” ma dice: “comandami..”. Pietro infatti sapeva che Gesù era il Signore anche delle potenze della natura.

 

29 Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull'acqua e andò verso Gesù

Gesù acconsente anche se sa che l’apostolo ha ancora molto da imparare. Notare quel “andò verso Gesù”; probabilmente il suo sguardo inizialmente era sul Signore.

 

 30 Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!»

E’ questo il guaio dell’uomo: che subito passa dallo sguardo su Gesù a quello di ciò che lo circonda. Pietro aveva due realtà davanti: quella del Signore che per la sua fede gli permetteva di essere persino sopra le leggi della natura e la realtà del quotidiano. E’ bastato il vento; forse avrà distolto lo sguardo da Gesù a ciò che era sotto di lui ed ecco che la paura lo ha investito! L’elevazione della fede è stata interrotta dalla paura. La paura fa sprofondare.

 

31 Subito Gesù, stesa la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»

Notiamo che prima Gesù stende la Sua mano, lo afferra saldamento e solo dopo gli fa un bonario rimbrotto sulla sua incertezza. Io penso che sappiamo davvero poco della fede (almeno io). Se ci abbandonassimo di più al Signore e confidassimo in Lui in ogni circostanza, davvero nulla ci sarebbe impossibile.

 

32 E, quando furono saliti sulla barca, il vento si calmò.

Il vento, la tempesta, il buio, non avevano potere alcuno contro Gesù, che riesce a fare di tutto questo, qualcosa che sta sotto i suoi piedi. Ma la barchetta, come simbolo ella chiesa è sballottata, pure se Gesù è vicino. Solo la Sua presenza reale dentro la barca, dentro la Chiesa, cambia lo scenario. Il vento si calma, il mare si calma, la notte si dilegua; arriva il giorno ed il sole e subito tocchiamo la riva, l’obiettivo a cui eravamo diretti.

 

Anche la Chiesa che rimane oggi ha paura ed è agitata da varie tempeste. Per brevi tratti sembra essere illuminata ed assiste allora alla potenza di Dio; ma poi inevitabilmente non guarda più Lui, torna a guardare verso il mondo; così le preoccupazioni l’assalgono. Come faremo senza offerte? Vendiamo i nostri scritti! Come faremo senza un locale più grande? Chiediamo più soldi ai fedeli. Come farò a predicare se nessuno mi mantiene? Vorrei accogliere la gente, ma se poi qualcuno è maleducato? Vorrei avere più fede, ma se poi il Signore mi chiede di rinunciare ai miei comodi?

La paura è sempre un limite che poniamo alla provvidenza, alla potenza di Dio. Quando abbiamo paura (e tutti ne abbiamo purtroppo) preghiamo!

E se ancora abbiamo paura preghiamo di più, come fece il Signore nel Getsemani. Preghiamo senza stancarci con tutte le nostre forze, in modo da non volgere lo sguardo a quello che ci presenta la notte.

Ricordiamoci che la notte sta per finire.

 

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[1] Giov 6:15

i[2] Venuta la sera:  Matteo usò la stessa espressione prima del miracolo della moltiplicazione dei pani “15 Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». Non è un errore. Per capire bene la Scrittura non dobbiamo dimenticarci che fu scritta dai giudei per i giudei con la mentalità dei giudei; ebbene l’uso ebraico distingueva “due sere”: (Esodo 12:6;29:39,41; Levitico 33:5; Numeri 9:3,5;28:4), una delle quali incominciava quando principiava a calare il sole, l'altra dopo il tramonto (commentario Stewart- Bosio)

[3] Gli Ebrei al tempo di Cristo, avevano adottato la divisione della notte come i Romani e i Greci. Marco 13:35 distingue questi quattro periodi colle parole la sera, mezzanotte, il cantar del gallo, e la mattina. Quindi le parole «la quarta vigilia» indicano il tempo che passa fra le 3 e le 6 antimeridiane. (Comment. Stewart-Bosio)

 

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