LA COMUNICAZIONE

GESU’   MAESTRO DEL DIALOGO:

COME DIALOGAVA GESU’ CON LA GENTE, CON GLI APOSTOLI, CON DIO PADRE?

Gabriella Ciampi – 13 maggio 2020

Beato Angelico -Discorso della montagna (Firenze, Convento di San Marco cella n23)

Se andiamo a considerare come Gesù dialogava nelle varie situazioni in cui si trovava, ci accorgiamo che il suo modo di comunicare ha delle interessanti caratteristiche che faremmo bene a prendere come esempio.

Gesù è per noi Maestro in ogni cosa, in ogni contesto e situazione di vita; ci insegna continuamente come porci di fronte alle persone e agli eventi, anche nei casi più difficili da gestire. Riflettiamo insieme su alcuni punti.

1. COME PARLAVA GESU’ CON LA GENTE?

Gesù non si metteva in cattedra ma stava in mezzo alla folla, entrava nelle case, restava a cena, si sedeva o si fermava vicino al pozzo, a quel tempo luogo speciale di incontro per entrare in confidenza.

Alla gente Gesù parlava molto spesso in PARABOLE, adattandosi all’interlocutore, all’ambiente in cui si trovava.

             Marco 4:1-2  1 Gesù si mise di nuovo a insegnare presso il mare. Una gran folla si radunò intorno a lui. Perciò egli, montato su una barca, vi sedette stando in mare, mentre tutta la folla era a terra sulla riva. 2 Egli insegnava loro molte cose in parabole…

“Il termine parabola deriva dal greco “parabolé” che significa letteralmente “comparazione e similitudine”. È un racconto didascalico che differisce da mito, allegoria e favola. È un modo di esprimersi che utilizza esempi concreti ed è basato sul paragone tra due situazioni: una nota e una non nota. Ha lo scopo di illustrare in modo semplice concetti complessi, favorendo una comprensione immediata. Ma ha pure l'intento di consentire il passaggio degli ascoltatori da un modo, per loro abituale, di capire e di interpretare le parole espresse e gli eventi narrati, a una nuova modalità estranea e inusuale. Sul piano della forma letteraria, gli elementi che caratterizzano tutte le parabole sono: sintesi, immediatezza e incisività.” (Wikipedia)

Nelle parabole evangeliche compaiono elementi della vita quotidiana che avrebbero dovuto aiutare le persone a capire il messaggio di Gesù, eppure la gente non mostrava sempre di capirle, gli stessi discepoli non le capivano a volte, e gli chiedevano esplicitamente una spiegazione. Nemmeno capivano perché Lui parlasse usando parabole: «Perché a loro parli in parabole?». Egli rispose: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. …» (Mt 13, 10-11).

Viene spontanea anche a noi la stessa domanda: perché usava le parabole se non erano così facili da comprendere? E perché alla gente non era dato capire?

Una risposta che mi sono data è che Gesù rispondeva ad una volontà del Padre, obbediva ad un’indicazione precisa, quella cioè di far arrivare il senso e la conoscenza, in quel momento, soltanto a coloro che erano stati “scelti”. Alla gente il messaggio veniva ugualmente dato ma in una forma che doveva essere digerita, elaborata, tradotta e interpretata al tempo giusto per ciascuno; a ciascuno veniva lasciato il tempo per crescere e maturare nella propria fede, solo allora avrebbero capito il senso.

2. COME PARLAVA CON GLI APOSTOLI E I DISCEPOLI?

Anche ai Dodici e ai discepoli Gesù parlava in parabole, e non sempre loro capivano. Probabilmente la gente capiva qualcosa delle parabole ma Gesù, come abbiamo letto sopra, ai discepoli voleva dare qualcosa in più e a loro spiegava la parabola nel suo significato nascosto, simbolico, perché a loro era dato di conoscere, capire.

Mc 4:10-13   10 Quando egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo interrogarono sulle parabole. 11 Egli disse loro: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori, tutto viene esposto in parabole, affinché: 12 "Vedendo, vedano sì, ma non discernano; udendo, odano sì, ma non comprendano; affinché non si convertano, e i peccati non siano loro perdonati"». 13 Poi disse loro: «Non capite questa parabola? Come comprenderete tutte le altre parabole?

Su queste persone più vicine a lui, Gesù aveva delle aspettative e le sollecita, le sprona ad un ascolto attivo, più attento e maturo.  Nel parlare a loro, le educava, stimolava la loro crescita mentale e spirituale.

3. COME PARLAVA GESU’ CON DIO PADRE?

Gesù stesso quando era sulla terra pregava sia nel Tempio sia da solo e il Suo modo personale di pregare colpì moltissimo i discepoli i quali un giorno Gli chiesero proprio: “Signore, insegnaci a pregare” - Luca 11:1

 Eppure sapevano come si pregava nelle sinagoghe ma avevano notato il modo diverso con cui Gesù dialogava con Dio, percepivano senza capire che c’era qualcosa di profondamente diverso e nuovo, e volevano parlare con Dio in un modo nuovo. Gesù esaudisce la richiesta ed insegnò loro il Padre nostro ( Luca 11:1-4  Preghiera modello/Padre nostro). Nell’orto del Getsemani e sulla Croce sono due momenti intensi di dialogo tra il Figlio e il Padre, ma ce ne sono altri. (Luca 22:39-44, Mc 14:36; Mt 27:46 (Gesù recita il salmo22); Luca 10:21

Per dialogare con il Padre Gesù spesso si appartava in luoghi isolati, distanti, silenziosi; i suoi dialoghi con il Padre erano preghiere, ed accadevano in momenti importanti in cui si metteva in preghiera per sé o per gli altri. Gesù era in preghiera quando si trasfigurò sul santo monte Tabor, prima di scegliere i dodici, pregò prima che Pietro facesse la sua professione di fede, al ritorno dei 72 discepoli (vi invito a cercare nel Vangelo questi passi e a leggerli).

C’è anche la lunga preghiera al capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, nella quale Gesù pregava per la sua glorificazione. Si può vedere come questa preghiera bellissima, parola dopo parola diventa preghiera per i discepoli e alla fine per tutta l’Umanità di ogni dove e ogni tempo;  si conclude con  “25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato; 26 e io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere, affinché l'amore del quale tu mi hai amato sia in loro, e io in loro». (Gv 17:25-26)

Vi invito a leggerla. Trovo molto toccante e commovente queste parole rivolte al Padre, è una poesia di glorificazione e di amore assoluto che abbraccia tutti quelli che credono e crederanno.

Ecco come Gesù parlava con il Padre: con una profonda connessione di spirito, mettendo tutta la sua passione e la sua forza, all’interno di un’intimità perfetta. Così possiamo anche noi imparare a parlare al Padre.

 

 

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