SIEDI ACCANTO A ME - SAL 110:1

Il SIGNORE ha detto al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi». Esegesi e possibile messaggio di incoraggiamento per noi.

– di Renzo Ronca -  24-10-19

 

 

 

Come facciamo di consueto con chi segue il nostro cammino per corrispondenza di studio/ascolto biblico, vediamo prima l’esegesi (studio teologico - l'interpretazione critica del testo finalizzata alla comprensione del suo significato), e poi cosa potrebbe significare per noi questo passo, come comunicazione diretta dello Spirito Santo (almeno rapportata a certi momenti di raccoglimento ascolto/meditazione).

 

Esegesi:

a) «Occorre, innanzitutto, identificare le due figure distinte chiamate con l’appellativo di “Signore”. La prima, “Signore”, è inequivocabilmente Yahweh. Il secondo appellativo “Signore” traduce l’ebraico ’adon e significa “padrone” o “sovrano”. Talvolta veniva usato come nome di Dio e talvolta indicava un maestro o signore o padrone umano. Benché di per sé tale appellativo non indichi necessariamente una persona divina, dall’affermazione che segue si intuisce che il Signore (’adon) di Davide è pari a Dio.

Un giorno Gesù domandò ai farisei di Gerusalemme cosa pensassero del Messia e di chi sarebbe stato figlio il promesso Unto del Signore. Essi risposero, giustamente, che sarebbe stato “figlio di Davide”. Ma Gesù dimostrò loro che, secondo il Salmo 110 (da loro unanimemente riconosciuto come messianico), il Messia sarebbe stato anche il “Signore di Davide”. Come avrebbe potuto costui essere contemporaneamente il figlio e il Signore di

Davide? E come avrebbe potuto il re Davide avere un Signore sulla terra, ossia qualcuno superiore a lui? Ovviamente il Messia sarebbe dovuto essere sia Dio (Signore di Davide) sia uomo (figlio di Davide). E lo stesso Gesù, riunendo in sé le due nature, quella divina e quella umana, era il Signore di Davide e il figlio di Davide. Per i farisei quello fu il momento

della verità. Eppure, nonostante l’evidenza, essi non furono disposti a riconoscere in Gesù il Messia lungamente atteso: E nessuno poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo (Mt 22:41-46; cfr. Mr 12:35-37; Lu 20:41-44).

Gli autori neotestamentari non lasciano alcun dubbio riguardo a colui che siede alla… destra di Dio: egli non è altri che Gesù di Nazaret (vd. Mt 26:64; Mr 14:62; 16:19; Lu 22:69; At 2:34- 35; 5:31; 7:55-56; Ro 8:34; 1 Co 15:24ss; Ef 1:20; Cl 3:1; Eb 1:3, 13; 8:1; 10:12-13; 12:2; 1 P 3:22; Ap 3:21).

Pertanto il v. 1 riporta ciò che Yahweh ha detto al Signore Gesù il giorno dell’ascensione, allorché quest’ultimo ha preso posto alla… destra di Dio per rimanervi finché Dio non abbia fatto dei suoi nemici lo sgabello dei suoi piedi.» (William MacDonald)

 

b) «Davide [che qui è anche l’autore del salmo - n.d.r.] assiste [spiritualmente - n.d.r.] ad una conversazione nel cielo tra il SIGNORE (YHWH) ed il Signore (‘adonay) di Davide, cioè tra Dio Padre ed il Messia. Il verbo ha detto è ne’um  che viene spesso usato in un oracolo o una rivelazione. Qui YHWH dice al Signore di Davide, il Messia, di sedere alla destra  di YHWH (cfr v.5), luogo dell’autorità, fino alla fine dei tempi (cnfr Sal 2:8-9). Allora IL SIGNORE manderà il Signore di Davide, il Messia, a sconfiggere i suoi nemici. Lo sgabello rappresenta la completa sottomissione. Con il suo scettro il Messia “dominerà” sopra i suoi nemici.» (A. P. Ross)

 

c) «mio Signore. Riferito al Re di Israele, alle stesso tempo Dio e uomo; il Signore Gesù Cristo. La natura umana di Cristo trae origine da Davide, come richiede la promessa davidica di 2 S 7:12. Citando questo passaggio, riportato nei Vangeli, Cristo dichiarerà altresì la propria deità (Mt 22:44; Mr 12:36; Lu 20:42-43), spiegando come solamente Dio può essere Signore di Davide. mia destra. Dio Padre invita Dio Figlio ad ascendere al cielo e a sedere al posto d’onore nella sala del trono celeste (cfr. At 2:22-36; Eb 10:10-12). nemici… sgabello dei tuoi pedi. Nell’immaginario mediorientale, lo sgabello rappresentava la vittoria totale, quale metafora del nemico sottomesso (cfr. 8:6-7; 47.3; Is 66:1; 1 Cor 15:27).  Quest’immagine traslata prefigura il secondo avvento di Cristo (cfr. Ap 19:11-21) in veste di Re e di conquistatore (cfr Eb 10:13). » (John MacArthur)

 

Cosa potrebbe volerci dire il Signore con questo passo?

Nei momenti di preghiera o di riflessione trovo spesso questa frase quando mi trovo in condizioni difficili, attaccato da molti nemici, interni ed esterni. Mi sembrano parole di un Papà che vedendomi alle strette mi vuole rassicurare ed è come se mi dicesse: “non ti preoccupare, vieni vicino a me, questa tempesta passerà presto, tu aspetta vicino a me  perché sarò io a vincere i tuoi nemici. Non ti allontanare da me e aspetta che tutto si sia calmato. Andrà tutto bene stai tranquillo”. Ed in effetti qualsiasi cosa stessi facendo prima, mi siedo (spesso letteralmente), evito di agire d’impulso e cerco di portare i miei pensieri in una raffigurazione di pace, dove protetto dal Signore, riposo tranquillo aspettando che sorga il sole.

 

 

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