COMUNICAZIONE DIVINA  PARTE 11  DIFFICOLTA’ DELLE PROVE RAPPORTATA ALLA FORZA DELLA GRAZIA - Renzo Ronca 30-9-19

 

 

 

 (segue)

Come dicevamo, certe difficoltà possono essere ESTERNE O INTERNE, e tutte possono causare impedimento al giusto rapporto col Signore.

 

Degli ostacoli ESTERNI abbiamo più o meno una certa idea: lutti, malattie, ingiustizie… a volte ci sembreranno davvero pesanti ma non dobbiamo abbatterci, fanno parte di questa vita terrena. Esse possono, in certi casi, fare parte addirittura della stessa comunicazione divina per educarci. Ad esempio è probabile che Mosè nei suoi 40 anni nel deserto abbia avuto momento difficili, tuttavia fu proprio quel “deserto” che lo forgiò lo preparò per gli altri 40 anni in cui  guidò Israele.

 

Sulle avversità interne o interiori spirituali, l’uomo è meno preparato perché è una realtà che non conosce: Efes 6:12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

 

Tuttavia quello che all’uomo è dato conoscere tramite la Bibbia è sufficiente. La Parola (e dunque una parte della comunicazione divina che a noi arriva) ci dice che questa battaglia contro le avversità, esterne o interne che siano, è comunque controllata da Dio, Il Quale sa bene come dosare gli equilibri in gioco, persona per persona momento per momento.

 

IPOTESI ACCETTABILE

Pensiamo alle prove e alle difficoltà come elementi che potrebbero offuscare o impedire l’unione/comunicazione dell’anima nostra con Dio.

 

Sorge una ipotesi accettabile: ovvero che LE DIFFICOLTÀ o le tentazioni (interne o esterne) che incontriamo e IL GRADO DELLE RIVELAZIONI/rafforzamenti che riceviamo, siano PROPORZIONATI ALLA MISSIONE VERSO CUI SIAMO SOSPINTI.

 

Ognuno di noi ha il suo compito la sua missione: di padre, di madre, di operaio, di insegnante, di responsabile… ed ognuno di noi avrà prove e consolazioni rapportate alla sua specifica vita. Tutti avremo delle prove e queste prove saranno sempre corredate da rivelazioni e aiuti spirituali che ci possano rafforzare quando sarà il momento.

 

Più le rivelazioni e la forza che riceveremo saranno grandi e più saremo in grado di superare prove difficili. Mi spiego meglio: l’apostolo Paolo era una persona dotata di parecchi talenti e spesso di più doni di tutti gli altri  (“Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi…” 1Cor 14:18), ma fu anche messo di fronte a missioni “terribili” dove è stato picchiato barbaramente ed ha rischiato più volte di morire (“tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini…” 2Corinzi 11:25). Potremmo dire in modo semplice che a chi più è dato, più è chiesto.

Oppure se pensiamo ad esempio al diacono Stefano, che morì mentre veniva lapidato, leggiamo che gli fu concesso di vedere i cieli aperti,[1] potremmo dire similmente che a chi non viene risparmiata una sofferenza grande, viene spesso data una grazia grandissima che solo lui conosce. In questo senso forse si può raccordare anche il famoso passo: “Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare” (1Corinzi 10:13).

Il perché ad alcuni sia presentata una certa missione nella vita e ad altri un’altra non lo sappiamo, è troppo alto il motivo divino per comprenderlo. Possiamo solo ipotizzare che Lui abbia un piano sublime di una espansione infinta che riguarda tutti gli uomini come fossero UNO, la cui altezza e lunghezze e profondità (le dimensioni) non sono alla nostra portata. Esistono allora diverse prospettive di realtà: una realtà personale, una realtà come esseri umani, una come popolo di Dio, una come parte dell’universo…  

Proviamo a schematizzare quanto abbiamo detto:

 

Fig-1

Nella Fig-1  vediamo un quadrato con scritto “UOMO – equilibrio di forze”. So che “equilibrio di forze” non è la giusta espressione, ma non ne trovo una migliore per esprimere un qualcosa che non so bene nemmeno io cosa sia. Allora non badiamo tanto all’etichetta ma cerchiamo di capire il concetto. Questa dicitura dovrebbe rappresentare tra l’altro, ammesso che sia possibile, la possibilità che ogni uomo ha davanti a Dio di comunicare, di esprimersi, di continuare con Lui un contatto.

 

 La ns convinzione è che ogni uomo davanti a Dio sia potenzialmente spiritualmente uguale ad un altro, ed abbia ricevuto “in dote”, al momento della nascita, una quantità ed una qualità di talenti e doni perfettamente equilibrati, sulla base alla vita che dovrà vivere, già preconosciuta dal Signore stesso.[2]

 

Tale equilibrio sarà soppesato da Dio per TUTTI gli uomini IN MANIERA EQUA misteriosa e perfetta. Come faccia non lo sappiamo, almeno io non lo so, però credo che l’uomo fisicamente forte e quello fisicamente debole, lo scienziato e il disabile, tutti, in modo diverso, avranno un equilibrio di forze e D’ESPRESSIONE VERSO DIO, che sarà rapportato alla vita che potranno vivere.

L’errore potrebbe essere solo nella valutazione umana. Prendiamo ad esempio l’uomo che si trova in un gravissimo stato di depressione: nella sua lotta interiore questi potrebbe essere spinto a pensieri suicidari. La sua capacità di restare in preghiera o di ascoltare le comunicazioni del Signore sarà alquanto ridotta per tutto il tempo in cui durerà la malattia o inganno diabolico che lo spinge al suicidio.  Però in quell’inferno, in quel bombardamento di disperazione, un piccolissimo gesto mentale di fede che nessuno può vedere, ma che a Dio sarà evidentissimo, potrà avere un valore determinante. Così, sempre per fede, la grazia gli potrà permettere di superare quella tentazione orribile di morte.

E da dove arriva la forza di quel “piccolo” gesto mentale che gli fa aprire comunque la fede in Dio? Si tratta di una speciale attività della grazia dall’alto, che riesce a sopravanzare l’attacco maligno in atto. Le persone che osservano il depresso grave dal di fuori non noteranno nulla di particolare, anzi forse in cuor loro lo giudicheranno un incapace; ed anche i credenti lo vedranno come in uno stato di colpa o di peccato; ma Dio che consce i cuori saprà come relazionarsi con chi sta male, anche in qs terribile stato, e saprà come gratificare e ricompensare il suo “piccolo” gesto di fede.

 La forza del peccato è grande, certo, ma dobbiamo sapere che la grazia di Dio è sempre più grande del peccato, qualunque sia il peccato o la suggestione o l’effetto del peccato sulla nostra mente e sul nostro corpo. Dice infatti: “ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata” (Rom 5:20).

 

 Fig-2

 Infatti se osserviamo la fig-2 vediamo che lo stato iniziale e finale dell’uomo nel suo “equilibrio delle forze”, sarà mantenuto nel corso della vita (dove sono anche periodi di prove difficili o di cadute per vari motivi) da una speciale intensità variabile delle rivelazioni, della forza, della grazia. Vedete infatti nella colonna “PROVE”, una intensità di prova piccola (PICC), può avere da parte della grazia (colonna GRAZIA) un aiuto PICC+1, cioè un aiuto rapportato alla prova con qualcosa in più (PICC+1). In una prova di intensità oltremodo difficile (MAX) l’aiuto della grazia sarà oltremodo grande, ma sempre con qualcosa in più (MAX+1). E’ questo il sovrabbondare della grazia. Infatti passato il momento della prova (passa sempre la prova, non temete) a noi resterà una grazia in più, che spesso è l’esperienza di una prova superata. Questo significa che ad esempio se ci capitasse una prova identica a quella già passata (e che il Signore ci ha dato la grazia di superare), noi avremmo meno paura. L’affronteremmo sempre con dolore forse, ma essendoci già passati ed essendone usciti “vincitori” per i meriti di Cristo, saremmo più forti. Non solo, ma conseguentemente, la seconda volta la tentazione (per esempio del pensiero di morte) avrà meno efficacia e durerà meno. Basta mantenere insomma un continuo contatto con Dio. Il nostro piccolo pensiero rivolto a Dio –invisibile al mondo- costituirà davanti al Signore quel flebile lumicino che non spegnerà ma che rafforzerà di speranza: Matt 12:19 [Gesù] Non contenderà, né griderà e nessuno udrà la sua voce sulle piazze.  20 Egli non triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia fatto trionfare la giustizia.  21 E nel nome di lui le genti spereranno».

 (continua)

 


 


[1]

Atti 7:54 Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, 56 e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio». 57 Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; 58 e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». E detto questo si addormentò.

[2]

L’argomento difficile della predestinazione e della preconoscenza può essere avvicinato tramite il ns dossier di 20 pag: IL TEMPO TERRENO E IL TEMPO DI DIO - PREDESTINAZIONE E PRECONOSCENZA

 

 

 

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