COMUNICAZIONE  PARTE 10  ATTRAVERSAMENTO PROVE OSCURE DIFFICILI CHE POTREBBERO INTERROMPERE LA COMUNICAZIONE DIVINA - Renzo Ronca -29-9-19

 

(segue)

Trattiamo ora la difficoltà di transitare in quelle parti in ombra che abbiamo accennato nelle figure precedenti mentre comunichiamo col Signore. Sono difficoltà che possono essere molto forti. Dobbiamo camminare controcorrente, in mezzo a contrasti e lotte esteriori o interiori. E’ vero che il Signore ci salva, ci protegge, ci guida… tuttavia a volte permette anche sofferenze e laceranti conflitti. Se riusciamo a capirle meglio potremmo evitare di richiuderci in noi stessi.

Vi sono sofferenze infatti che il Signore potrebbe non voler togliere. In tal proposito ecco un passo interessante:

 

2 Cor 12:7 E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. 8 Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me; 9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte.

 

Potremmo forse dire che qui si trattò di una “resistenza nemica programmata dal Signore” per nulla piacevole, ma con cui era necessario convivere.

Nel passo riportato dell’apostolo Paolo, non si sta solo parlando di un dolore fine a se stesso, ma della COMPRENSIONE DI UN PRINCIPIO IMPORTANTE: “E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.”

 

Non sappiamo a cosa si riferisca questa “spina nella carne” attraverso cui “l’angelo di Satana” poteva colpire/addolorare l’apostolo. E tutto sommato non è così importante. Capiamo però che dietro certe manifestazioni difficili da accettare potrebbe esserci, quasi per assurdo, una forma spiritualmente protettiva per il nostro bene.

 

Riflettiamoci: chi conosce la nostra natura umana perfettamente se non Dio stesso che ci ha creato? Il peccato di Satana, trasmesso subito all’uomo è stato principalmente quello della superbia, di voler essere come Dio: Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; 5 ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male»” (Genesi 3:4-5). Vedete? “…e sarete come Dio…”. il Signore lo sa che in noi è entrata questa ambigua spinta ad esaltarci ad essere onnipotenti. E’ l’ambizione dei politici, il desiderio di potere, di successo, di essere famosi, di essere sempre vincenti, “essere il numero 1”…   Questo desiderio è evidentemente così inserito nel nostro DNA che il Signore, conoscendo questa natura post-Eden, PERMETTE UN’AZIONE ANTI-SUPERBIA se Gli restiamo fedeli, che in qualche modo ci faccia quasi del male e contro cui non possiamo fare niente. E’ difficile da accettare una cosa così, tuttavia se riusciamo ad accettare per fede che sia davvero per il nostro bene ci riusciremo meglio.

Illuderci e pensare ad una vita senza alcun tipo di difficoltà sarebbe irreale, soprattutto per il vero cristiano: “Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Timoteo 3:12).

 

LA COSA PIU’ IMPORTANTE

Noi, per quanto ci è possibile, dovremmo solo imparare a considerare che nella comunicazione con Dio possono esistere delle “apparenti interruzioni”. Sono momenti di incertezza, di vuoto di nervosismo e forse anche di buio. Ma è qui che deve intervenire la fede. Anche se non sentiamo la presenza di Dio sempre allo stesso modo, anche se si presentano interruzioni e strapiombi nel corso del nostro cammino, allora ricordiamoci che LA FEDE È IL PONTE che unisce un pezzo di strada con il suo proseguo al di là del precipizio.

Se la comunicazione con Dio a volte ci verrà a mancare per chissà quale motivo, aspettiamo pazientemente e restiamo sicuri sulla nostra strada. Spesso abbiamo bisogno solo di una certa costanza.

La cosa più importante quando passiamo gravi difficoltà è NON INTERROMPERE MAI LA COMUNICAZIONE CON IL SIGNORE. Come si fa a non interromperla? RESISTENDO con tutte le nostre forze, perché non durerà molto. “Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” (Giacomo 4:7).

La resistenza nei momenti più duri si appoggia alla PREGHIERA: Gesù nel Getsemani era assalito dall’angoscia, tentato da una tristezza mortale, per questo pregò ancora più intensamente nonostante i discepoli dormissero.[1]

 

(continua)


 

[1] Matteo 26:36-46

36 Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. 38 Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». 39 E, andato un po' più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? 41 Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42 Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». 43 E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. 44 Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. 45 Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino»

 

 

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