A VOLTE HO PREGATO I SANTI... E' DAVVERO COSI' GRAVE? - da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" parte 25 - di Renzo Ronca – 19-3-19

(segue)

 

DOMANDA

    Buongiorno, leggo quanto lei scrive a proposito del secondo comandamento della Bibbia e del peccato che ne deriva  […]  sono di educazione cattolica e vorrei capire meglio […]  a volte per un discorso che interpretavo di “maggiore umiltà”, quasi per “non disturbare” il Signore, mi sono rivolta alla Madonna o ai Santi […]  soffrendo di depressione ho chiesto di mandarmi in sogno i miei genitori defunti perché mi consolassero. Forse ho fatto un po’ come il ricco Epulone me ne rendo conto, ma è un peccato davvero così grave? Un’offesa (non voluta) a Dio?

 

RISPOSTA

             Gentile lettrice, se ho capito bene il suo stato d'animo e la sua preoccupazione vorrei tranquillizzarla. Anche io quando ero nel cattolicesimo pregavo i santi e la Madonna dicevo i rosari ecc. Il punto su cui focalizzare il ns interesse non è il passato, ma il presente. Se intendiamo per “coscienza cristiana” la risultante tra la volontà di Dio e quella dell’uomo, allora la ns coscienza è in un continuo stato di evoluzione, di crescita attorno Scrittura biblica, che racchiude appunto tutti gli insegnamenti del nostro Signore.

             Una delle attività dello Spirito Santo sta nel convincerci di peccato.[1]  Sapere di essere nell’errore è la nostra salvezza, perché ci permette di correggerci. Riusciamo a comprendere certe  verità in una elaborazione complessa di cui non sempre ci rendiamo conto: i comandamenti per esempio evidenziano a tutti cosa è giusto e cosa è peccato. Però una cosa è leggere (e magari anche applicare) ed una cosa è il convincimento di coscienza. I Giudei applicavano la legge spesso in modo rigido o fanatico ma non l’avevano capita, per questo involontariamente uccisero proprio Colui che era Signore anche della Legge.[2] Solo dopo la capillare irrorazione spirituale dello Spirito Santo nei ns cuori siamo riusciti ad intendere (e nemmeno tanto bene)  il senso del peccato e della Consolazione di Dio per i meriti di Gesù. C’è bisogno di rivelazione alla ns coscienza affinché ci sia pentimento; e c’è bisogno subito dopo di consolazione affinché non solo capiamo, non solo ci pentiamo, ma non veniamo poi sopraffatti dal senso di colpa. Anche per questo lo Spirito Santo si chiama “Consolatore”, perché spesso rendersi conto dei ns peccati può essere traumatico.

             Ora tutto questo avviene per ogni anima nel suo giusto tempo, a seconda degli input o “pungoli” che il Signore le manda per farla convertire e a seconda di quanto essa li accolga e a seconda del “terreno” di cui siamo composti che può rendere ora di più ora di meno.[3] Da quello che ho letto nella sua mail, lei è una persona che  riflette prega ama Dio desidera fare la Sua volontà. Ora se questa sua tendenza resterà costante, mite, docile agli insegnamenti dello Spirito di Dio, ecco che il suo presente è e resterà nelle mani del Risorto e la comprensione si affinerà sempre più, come sta già avvenendo. Questo significa che lo spirito del Risorto opera già in lei e le sta indicando la strada giusta per una giusta “santificazione” (dove santificazione non ha lo stesso significato che nel cattolicesimo, ma indica per tutti i credenti un “essere messi a parte”, un progressivo distacco da ogni forma di peccato).

             Ciò che lei faceva prima non conta più, ma come direbbe l’apostolo Paolo conta solo la “nuova creatura” ovvero la “nuova nascita” che le si prospetta: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2Corinzi 5:17;  anche Galati 6:15).

             Nella Scrittura biblica Dio ci fa capire che ha sempre avuto comprensione del peccato “per inavvertenza[4]; però una volta che uno si è reso conto di un peccato ed è stato perdonato da quel peccato, ma continua a farlo, allora le cose cambiano. Infatti se questo è il presente che il Signore propone alla sua anima, ora si tratta di vedere cosa deciderà lei, come persona libera, per il suo futuro. Se tornasse a pregare le persone morte (santi, Madonna ecc) non si potrebbe più parlare di inavvertenza, le pare?

 

             Circa la gravità di un peccato, anche qui bisogna distinguere: Se vogliamo trovare una risposta esauriente dobbiamo valutare bene alcune informazioni che ricaviamo dagli insegnamenti biblici. Nel cattolicesimo (almeno quando da ragazzo mi insegnavano il catechismo) erano stati classificati i peccati in modo da valutarne “il peso”; c’erano i peccati veniali, quelli mortali…  Nella Bibbia le cose non funzionano in modo così semplicistico ed “umano” ma hanno una valutazione molto diversa. Faccio un esempio: prendiamo due peccati di Mosè: quando uccise dell’egiziano[5] e  quando percosse la roccia.[6] Secondo il nostro metro di giudizio l’uccisione dell’egiziano dovrebbe essere un peccato mortale e se invece di “parlare” alla roccia” l’ha percossa perdendo un poco la pazienza, in fondo dovrebbe essere un peccato trascurabile. Invece Mosè, che ebbe la vita divisa in tre fasi di 40 anni l’una, non era lo stesso quando stava in Egitto e quando (dopo aver incontrato l’Eterno) conduceva Israele nel deserto. Il suo ruolo era importante davanti a Dio (prefigurava il Cristo) e in tutti quegli anni era cambiato diventando da “assassino” il più mansueto tra gli uomini.[7] Egli parlava con Dio “faccia a faccia”[8] ed era consapevole di quanto stava facendo. Quello che a noi può sembrare una cosa da niente come percuotere una pietra, è invece davanti a Dio un gesto molto importante. Se ci riflettiamo comprendiamo che la gravità di un peccato dipende anche dal ruolo che la persona occupa agli occhi di Dio: una cosa è stata l’uccisione dell’egiziano da parte di un Mosè che non conosceva ancora l’Eterno ed una cosa fu l’azione di percuotere la pietra. Leggiamo un commento in merito sull’episodio che si trova in Numeri 20:6-13

«Il Signore ordinò a Mosè di parlare alla roccia: da questa sarebbe sgorgata l’acqua. […] Ora, nondimeno, Mosè aveva perso la pazienza. In primo luogo parlò imprudentemente tacciando il popolo di ribelli (v. 10). In secondo luogo, percosse la roccia… due volte anziché parlarle. La roccia percossa in Esodo 17 era fi gura del Cristo, colpito al Golgota. Cristo però fu colpito solamente una volta. Alla sua morte sarebbe disceso lo Spirito Santo, di cui l’acqua al v. 11 è fi gura. A motivo di questa trasgressione, Dio decretò che Mosè e Aaronne non sarebbero entrati nella terra promessa. G. Campbell Morgan commenta: Con tale manifestazione di ira la quale, come abbiamo già avuto modo di dire, fu fin troppo naturale, il servo di Dio aveva presentato Dio al popolo in modo distorto. Il suo fallimento era dovuto al fatto che in quel momento la sua fede non era all’apice. Certo, egli credeva in Dio e nella sua potenza; nondimeno non aveva sufficiente fede in lui da santificarlo agli occhi del popolo. Si tratta di una lezione invero profonda. Le cose giuste possono essere fatte in modo sbagliato e avere conseguenze malvagie. […]. Qui Mosè ha fallito e a causa di ciò fu escluso dalla terra promessa.»

 

             Cosa possiamo dedurre da questo? Che l’uomo ha un modo di vedere molto limitato e le chiese non dovrebbero essere troppo semplicistiche nello stabilire il pensiero di Dio.[9]

             Si potrebbe verificare una specie di assurdo ai nostri occhi e cioè che la stessa azione “peccaminosa” compiuta da due persone (di maturità diverse) possa essere valutata da Dio in modo completamente diverso. Solo Dio conosce i cuori le potenzialità le coscienze e le circostanze in cui un’azione si compie. Anche per questo meno giudichiamo e meglio è.

            

             Secondo le Scritture abbiamo solo un caso in cui il peccato viene considerato davvero “grave”, tanto da non poter più essere perdonato ed è “il peccato contro lo Spirito Santo”; di cui parlammo altrove.[10]   Facciamo in modo allora di favorire e tenere in gran conto le correzioni gli input i suggerimenti che Dio tramite lo Spirito Santo ci manda cercando di non indurire i nostri cuori. Certo, è bene sentire le opinioni di tante persone che stimiamo, ma non idealizziamo nessuno per partito preso, fosse anche una chiesa, bensì curiamo e sviluppiamo un rapporto personale col Signore sulla base della Bibbia; in qs modo ci troveremo sempre bene.

 

(continua)

 

 

 

 

 

 


 


[1]

Giovanni 16:7-8 “Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. 8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.”

 

[2]

Marco 2:28 “perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato” (anche Matt 12:8 e Luca 6:5)

 

[3]

Matt 13:8 Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno

 

[4]

Levitico 4:13-23 CEI “Se tutta la comunità d'Israele ha commesso una inavvertenza, senza che tutta l'assemblea la conosca, violando così un divieto della legge del Signore e rendendosi colpevole, 14 quando il peccato commesso sarà conosciuto, l'assemblea offrirà come sacrificio espiatorio…  22 Se è un capo chi ha peccato, violando per inavvertenza un divieto del Signore suo Dio e così si è reso colpevole, 23 quando conosca il peccato commesso, porterà come offerta.. 27 Se chi ha peccato è stato qualcuno del popolo, violando per inavvertenza un divieto del Signore, e così si è reso colpevole, 28 quando conosca il peccato commesso, porti come offerta…

Notiamo la differenza tra il prima e il dopo. Il sacrificio espiatorio avviene quando “il peccato commesso sarà conosciuto”, cioè quando ci sarà una presa di coscienza, e quindi un pentimento. Il sacrificio espiatorio, per noi cristiani è stato già offerto da Gesù Cristo sulla croce.

 

[5]

Es 2:11 In quei giorni, Mosè, già diventato adulto, andò a trovare i suoi fratelli; notò i lavori di cui erano gravati e vide un Egiziano che percoteva uno degli Ebrei suoi fratelli. 12 Egli volse lo sguardo di qua e di là e, visto che non c'era nessuno, uccise l'Egiziano e lo nascose nella sabbia.

 

[6]

Num 20: 7 Il SIGNORE disse a Mosè: 8 «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aaronne convocate la comunità e parlate a quella roccia, in loro presenza, ed essa darà la sua acqua; tu farai sgorgare per loro acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al suo bestiame». 9 Mosè dunque prese il bastone che era davanti al SIGNORE, come il SIGNORE gli aveva comandato. 10 Mosè e Aaronne convocarono l'assemblea di fronte alla roccia, e Mosè disse loro: «Ora ascoltate, o ribelli; faremo uscire per voi acqua da questa roccia?» 11 E Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il suo bastone due volte, e ne uscì acqua in abbondanza; e la comunità e il suo bestiame bevvero. 12 Poi il SIGNORE disse a Mosè e ad Aaronne: «Siccome non avete avuto fiducia in me per dare gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d'Israele, voi non condurrete questa assemblea nel paese che io le do».

 

[7]

Numeri 12:3 “Ora Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra.”CEI

 

[8]

Esodo 33:11a “Or il SIGNORE parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico;”

 

[9]

Isaia 55:8-9 “8 «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie», dice il SIGNORE. 9 «Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.

 

 

pag precedente   -  pag successiva    -  indice rifless. bibliche n. 2    -    Home