ELIA E MOSÈ NELLA TRASFIGURAZIONE DI GESU':  EVOCAZIONE O RIVELAZIONE? - da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" parte 22 - di Renzo Ronca – 14-3-19

 

 

 

 

(segue)

 

Vorrei ringraziare chi ogni tanto mi scrive e pone delle domande utili per l’edificazione di tutti noi. Vediamo di soffermarci su qualcuna di queste che ci aiuteranno a comprendere meglio gli argomenti trattati.

 

 DOMANDA:

“Le proibizioni sull’evocare spiriti e sul rivolgersi ad indovini ecc. sono inequivocabili nella Bibbia, anche se ignoravo la relazione tra il secondo comandamento “scomparso” e questi fenomeni. Ma alla luce di quanto scrivi ... come inquadrare, tra i vari, questo passo del Vangelo (non ci fu evocazione, ma un’apparizione sì, sia pure avvenuta alla presenza e trasfigurazione di Gesù): Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia»”.

 

RISPOSTA

Tu stesso hai dato già una risposta: non fu una evocazione (“chiamare fuori” dal mondo dell’oltretomba) partita da una iniziativa umana, ma una apparizione, permessa dal Signore, di una fatto reale (un dialogo), che stava avvenendo per conto suo, reso visibile a tre persone. Un fatto “dell’eternità” che si svolgeva tra altri fatti "terreni”, su diversi livelli temporali e spaziali. Ma spieghiamolo meglio.

 

1) Nella evocazione che parte dall’uomo dedito alla magìa il soggetto è l’uomo. Lo spirito evocato risponde ad un richiamo e si mostra all’uomo nel suo tempo.

Nell’apparizione che viene da Dio il soggetto è Dio. Nessuno Gli ordina di presentarsi o di presentare delle cose; Dio decide e può servirsi di ciò che vuole. Mentre Dio è il Creatore e Signore dell’universo e di tutte le creature in esso contenute (dunque anche di ogni genere di anime angeli e spiriti a cui può dare gli ordini che vuole), l’uomo non è nulla.

 

2) L’uomo dedito alla magia ha sempre desiderato avere il potere sugli spiriti (nel corso della nostra trattazione accenneremo presto a Simon Mago). Nella magia Satana dà l’illusione al mago di poter gestire certe forze occulte richiamandole, esibendo un potere sorprendente, ma in realtà è l’opposto: Satana ha già ingannato e preso possesso dell’anima del medium o del mago; e attraverso questa persona, con opere eclatanti cerca di possedere altre anime (non pensiamo subito al possesso tipo “esorcista”; ci sono vari livelli di condizionamento spirituale morale fisico ecc.).

 

3) Nella Bibbia vi sono moltissime apparizioni e manifestazioni che vengono da Dio, alcune apparentemente facili a capirsi, altre più difficili; alcune intime che avvengono solo tra la singola persona e Dio,[1] altre che si mostrano a più persone in modo uguale contemporaneamente (ad es. nello stesso episodio che hai citato, oppure nel battesimo di Gesù, ecc.), altre ancora che vengono recepite in modo diverso da più persone.[2]

 

4) Il passo da te citato (che si trova in Marco 9:2-13) va inquadrato sec me in una delle “grandi” rivelazioni escatologiche da studiare bene.[3]   Si svolge su due piani, uno terreno ed uno spirituale e il Signore se ne serve per mostrare ai discepoli (attenzione: non a tutti, ma solo a tre di loro scelti da Gesù) l’intersecarsi del nostro tempo terreno con l’eternità di Dio.

 

5) Per Elia, essendo stato rapito senza passare attraverso la morte (unico caso assieme ad Enoc), non si può parlare di “spirito che viene dal regno dei morti” perché appunto Elia non vi è mai entrato. Per Mosè è più complicato ma ci si può ci si arrivare in modo deduttivo; esporrò l’interpretazione che io ho accolto: è vero che Mosè è morto, ma il suo corpo non fu più trovato e siccome la Scrittura ci dice che ci fu una disputa sul suo corpo tra Satana e l’arcangelo Michele (Giuda 9) si può ragionevolmente dedurre che il corpo di Mosè, nonostante l’opposizione di Satana, fu preso da Dio prima del giudizio finale e portato in cielo. Quindi anche qui non si tratterebbe di uno spirito come quelli evocati dai morti.

 

6) Potremmo dire, in via del tutto teorica, che l’episodio poteva svolgersi anche senza i tre discepoli; avrebbe lo stesso avuto una sua motivazione propria. Ai tre fu semplicemente reso visibile un dialogo in cui non erano in quel momento interessati né lo capirono. Nell’episodio non si trattò dunque di dare risposte a loro domande sull’al di là; poterono semplicemente assistere ad una conversazione: “E apparvero loro [a Pietro, Giovanni e Giacomo]  Mosè ed Elia che stavano conversando con lui [con Gesù]” (Matt 17:3). Non  sappiamo il perché di questa conversazione, vale a dire quale importanza potesse avere per Gesù; però da Luca sappiamo l’oggetto del dialogo: “Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme.” (Luca 9:30)

 

7) Il senso di tutto questo sec me sta nella rivelazione escatologica di quanto sarebbe avvenuto (la “dipartenza” di Gesù, la Sua resurrezione) e di quanto deve ancora avvenire (rapimento e giudizio): "Mosè rappresenta le persone salvate che sono morte o moriranno, Elia simboleggia le persone salvate che non sperimenteranno la morte ma saranno tratte in cielo vive [all'atto del rapimento] (1 Tess. 4:17) " (L.A.Barbieri Jr.).  

 

8) Gesù ha voluto rendere partecipi i tre discepoli più significativi di un Suo incontro importante, mostrando Se stesso in gloria, probabilmente anche per imprimere loro l’esperienza di un corpo spirituale, di cui poi una volta maturi riempiti dallo Sp Santo, avrebbero dovuto testimoniare. Dirà in seguito lo stesso Pietro: “Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà. 17 Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questi è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto». 18 E noi l'abbiamo udita questa voce che veniva dal cielo, quando eravamo con lui sul monte santo”. (2Pietro 1:16-18).

 

In conclusione, sec me non si tratta tanto di evocazione quanto di rivelazione divina in gran parte ancora da vivere.

 

(continua)

 

 

 


 

[1]

Atti 10: 19 Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano. 20 Àlzati dunque, scendi e va' con loro, senza fartene scrupolo, perché li ho mandati io».

 

[2]

Atti 9:3 E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo 4 e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» 5 Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. 6 Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perché udivano la voce, ma non vedevano nessuno.

 

 

 

 

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