INGANNATORE E  INGANNI - da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" parte 15 - di Renzo Ronca – 26-2-19

 

 

(segue)

Una delle caratteristiche degli ingannatori di successo sta nel saper manovrare parole e significati in modo ambiguo.[1] I politici per esempio non ti dicono quasi mai di essere apertamente contro una certa cosa in cui tu credi,[2] però con dei ragionamenti studiati alla perfezione, suadenti e obliqui, ti spingono tuo malgrado a fare il contrario di quanto tu credi di voler fare.

L’ingannatore per eccellenza, Satana, che non è mortale né terreno e vive quindi da una infinità di anni più di noi, ha avuto modo di studiare l’uomo fin dalla sua creazione conosce tutti i suoi punti deboli e sa come accostarsi a lui e tentarlo.[3]

L’ingannatore sa che nell’uomo, che è come un pellegrino ed orfano sulla terra, è innato ed insopprimibile il desiderio di Dio Padre e dell’eternità, anche se l’uomo non arriva da solo a comprenderlo;[4] sa che l’uomo è proteso a cercare anche nel soprannaturale questo misterioso tesoro spirituale che ha perso; ma l’ingannatore sa anche che l’uomo dimentica, che è debole nel carattere, volubile, curioso, ribelle; per cui sfruttando questa nostalgia-desiderio dell’uomo di ritrovare Dio, gli basta poco per farsi passare per un dio e condurre l’uomo a trasgredire.

All’ingannatore poco importa se l’uomo sia consapevole o meno, gli basta metterlo IN CONDIZIONE DI AVVENUTA TRASGRESSIONE, cioè di peccato, così poi potrà accusarlo davanti all’Eterno.

Il fine di Satana, visto che non ha potuto vincere Gesù Cristo, è vincere e distruggere quelli che rimangono, cioè noi, la Chiesa, i credenti. Infatti Satana conosce le Scritture bibliche e sa che gli uomini redenti assieme a Cristo giudicheranno lui e i suoi angeli caduti,[5] ed è anche per questo che nella sua folle ribellione cerca di annientarci.

 

 Ma non dobbiamo averne paura. Anche se Satana è chiamato “principe di questo mondo” (Giov 14:30; 16:11) e cercherà di mettere qs mondo che lui controlla (uomini ribelli e corrotti -Efes 2:2-) contro di noi, Gesù ci ha detto che saremo con Lui vincitori:

 

Giov 15:18 «Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. 20 Ricordatevi della parola che vi ho detta: "Il servo non è più grande del suo signore". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

Giov 16:33 Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo».

 

  A Satana poco importa che le persone dichiarino di essere credenti e si comportino “bene” da un punto di vista umano e sociale; al diavolo interessa che l’uomo cada nel peccato, anche senza sapere di caderci. Per l’ingannatore-accusatore è sufficiente il dato di fatto.

 

Ecco alcuni punti di logica perversa che l’ingannatore usa:

1) Satana sa che il giudizio finale dell’uomo sarà dato da Dio sulla base dei comandamenti;[6]

2)  Satana sa che i comandamenti sono come un insieme unico una specie di intero indivisibile e che vanno rispettati tutti, nessuno escluso;[7]

3) Per questo l’ingannatore convincendo l’uomo che i comandamenti non valgono poi tanto, riesce facilmente a farlo trovare nella trasgressione in uno qualsiasi dei dieci punti.

 

Altri modi che l’ingannatore usa per far trovare l’uomo in peccato davanti a Dio sono:

 

a)CONVINCIMENTO ESAGERATO DI ESSERE NEL GIUSTO. La prima cosa che fa un individuo (o una chiesa) quando è manipolato da Satana, è sentirsi “qualcuno”, un “prescelto” incaricato di una missione speciale al posto di Gesù e sospinto da Gesù direttamente. Vediamo quale potrebbe essere la differenza tra la singola persona e le chiese:

La persona che si sente “giusta” “unta da Dio” si convince di avere un compito che solo lui può svolgere nel mondo. Trovando ovviamente ostacoli ed essendo incapace di mettere in discussione se stesso nell’umiltà, assume spesso un atteggiamento eroico. Questo atteggiamento da “crociato” o da “Giovanna d’Arco” o da “Savonarola” lo spinge ad andare avanti costi quel che costi. Ecco allora che, preso da un “sacro zelo missionario”, si sente  spinto a “salvare il mondo” a “rinnovare la chiesa”; così fa guerra a tutti gli altri lanciando anatemi e confutazioni in maniera estrema “in nome di Dio” (cioè usando spessissimo anche le Scritture bibliche), forzando gli altri a seguire quanto lui dice; per chi non lo fa rimane solo la condanna dell’inferno “perché così ha detto Dio”. Queste persone sono pericolosissime perché cadono nell’orgoglio e quindi sono le prime facili prede dell’ingannatore, il quale, esaltando la loro presunta bravura la loro presunta virtù, ne fa dei falsi fratelli che rovinano la casa e gli insegnamenti veri del Signore. 

Anche molte chiese sono esageratamente convinte di essere le uniche giuste. Qui l’azione dell’ingannatore è più articolata e sottile. Potremmo dire in modo fin troppo semplicistico che certe chiese sono così prese dalla gestione anche politica del loro potere, cercando di primeggiare non solo sulle altre chiese ma anche sulle nazioni, che resta loro poco tempo da dedicare alla verità delle Scritture bibliche e a vivere in modestia. Queste chiese cercano il numero e le maggioranze ed essendo composte anche da persone che sanno scrivere, sanno parlare, e sanno coniugare  “teologhese” e “politichese”, si sanno servire un po’ di tutti i talenti pur di mantenersi al top dei consensi. Si appropriano insomma del campo di Dio come i cattivi vignaioli (Matt 21:33-46). Un piccolo esempio potrebbe essere quello dell’ecumenismo attuale: se letto da credenti in buona fede sembra davvero l’unione della fede per la pace nel mondo; se invece applicato da personaggi politici di uno Stato diventa un ambiguo mezzo per gestire tutte le religioni del mondo usando parole di Dio per manipolare le coscienze.

 

b) ESALTAZIONE DEL CONCETTO DI FEDE e, distaccandolo eccessivamente dal concetto di opere, facendone una concezione teorica ed aprendoci al permissivismo. Fede-opere sono unite, non può esistere l’una senza l’altra (Giac 2:20, 26);

 

c) ESALTAZIONE DEL CONCETTO DI OPERE, relativizzando il concetto di fede, sospingendo il cristiano a leggere le Scritture in modo esageratamente letterale, confutando giudicando tutto e tutti, ma se così fosse torneremmo a fare della legge un idolo, a imporre un perfezionismo  pericolosissimo che genera solo colpa senza grazia, e ad avere una mentalità che non può più “nascere di nuovo”.

 

(continua)

 

 

 

 

 

 


 

[1]

ambìguo agg. [dal lat. ambiguus, der. di ambigĕre «dubitare, essere indeciso», comp. di amb- «intorno» e agĕre «spingere»]. – 1. a. Di significato incerto, che può essere variamente interpretato: parole a.; responso a.; rispose con una frase ambigua; nella logica formale, in contrapp. a univoco, si dice di termine che suggerisce due o più significati differenti (anche equivoco). b. Che lascia perplessi sulle intenzioni, quindi doppio, falso: tenere un contegno a.; presentarsi, muoversi, agire con un fare ambiguo. c. Che dà adito a sospetti di natura morale, equivoco: un ambiente a.; una persona di reputazione a.; una persona, una situazione ambigua. d. ant. Irresoluto, incerto fra due o più parti. (Trecc)

 

[2]

Una vecchia battuta diceva: se un politico dice si, vuol dire forse; se dice forse, vuol dire no; se dice no, non è un politico.

 

[3]

Può essere utile il ns dossier PDF di 39 pag:  LA SUGGESTIONE NELL’ANIMA E NELLA MENTE 

 

[4]

Ecclesiaste 3:11 “Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta.”

 

[5]

 “Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!”  (1Corinzi 6:3)

 

 

[6]

«La legge dei dieci comandamenti è la regola secondo la quali gli uomini saranno giudicati, siano essi giudei o cristiani (Giac 2:12; Eccl 12:15-16; Rom 2:12; Apoc 14:12; Gv 14:15; 1 Giov 5:1-3; Ebr 8:8-12).  Per chi non ha conosciuto la legge scritta che troviamo nella Bibbia, la regola del giudizio sarà la propria coscienza (Rom 2:14-16).» [“Giudizio” – di I. Barbuscia – Dizion. Dottr. Bibliche AdV - FI ]

 

[7]

Giacomo 1:10 Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti. 11 Poiché colui che ha detto: «Non commettere adulterio», ha detto anche: «Non uccidere». Quindi, se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei trasgressore della legge.

 

 

 

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