PRIMO E SECONDO COMANDAMENTO BIBLICO  Il senso del primo comandamento - Uso non corretto di molte chiese -

da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" parte 13 - di Renzo Ronca – 20-2-19

 

(segue)

 

Torniamo a  Esodo 20:1-6

1 Allora Dio pronunciò tutte queste parole:

2 «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù.

3 Non avere altri dèi oltre a me.

4 Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, 6 e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

 

 

IL SENSO DEL PRIMO COMANDAMENTO

Dopo la solenne presentazione iniziale (all’inizio espressa in terza persona, quasi come un “cappello” che è sopra tutto il decalogo: 1 Allora Dio pronunciò tutte queste parole;  subito dopo espressa in modo diretto, in prima persona: 2 «Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù), il versetto 3 pronuncia una raccomandazione di una vastità insondabile e che non lascia dubbi: 3 Non avere altri dèi oltre a me.

Il primo significato è l’abolizione del “politeismo” (in cui si poteva rendere il culto a più divinità). Con l’affermazione Non avere altri dèi oltre a me, viene tracciato un muro tra tutti i popoli del tempo, che adoravano moltissimi dèi, e gli Israeliti che dovevano avere un Dio solo (“monoteismo”). A noi sembra una cosa normale avere un solo Dio ma in quel tempo era un cambiamento rivoluzionario.[1]

 

E’ come se avesse detto al Suo popolo: “Io ti conosco popolo mio, ti ho chiamato e guidato fin qui. Adesso tu conosci me: Io sono quel Dio che ti ha chiamato e guidato fin qui, e ti dico che non ci sono altri dèi. Da qui inizia la tua separazione dagli altri popoli (“santificazione”): non dovrai mai fare come loro, perché loro non mi conoscono, Io però conosco te e tu adesso conosci me. Questo è il nostro patto, tu conoscerai solo me ed io sarò con te; non fare come loro.”

La portata di questo comandamento “Io sono il tuo Dio… non avere altri dèi oltre a me” doveva espandersi non solo alle pratiche comuni degli idoli di legno e pietra, ma agli aspetti idealizzati di varie altezze e filosofie.[2]

 

La strada per arrivare ad assorbire e a mettere in pratica la pienezza del primo comandamento partiva dal secondo comandamento (4 Non farti scultura, né immagine alcuna….) che, ripeto, è la chiave indispensabile per lo sviluppo del primo comandamento. Solo dopo aver messo in atto e sperimentato il secondo si poteva approdare al riconoscimento della complessità elevata di idolatrie più sofisticate incluse nel primo, come vedremo tra poco.

 

COMANDAMENTI USATI IN MODO SCORRETTO DALLE CHIESE

Ma la frettolosa saccenteria occidentale cristiana (salvo pochissime eccezioni) ha ritenuto di poter considerare i comandamenti come materiale obsoleto cioè vecchio, in disuso, indicativo per grosse linee, ma non fondamentale.[3]

 

L’uso e il non uso dei comandamenti è stato utilizzato dalle chiese cristiane più per dei fini “strategici”[4] che per le ragioni volute da Dio: 

 

a) La prima considerazione (che abbiamo già incontrato a proposito del sabato) sul non-approfondimento del decalogo sta nel non voler assomigliare troppo agli ebrei, da cui tutti i cristiani all’inizio presero le distanze. Siccome i giudei facevano della legge il perno della loro fede, le chiese cristiane hanno pensato (sbagliando) di mettere “la legge” in una posizione lontana, remota, evidenziando solo il NT e in particolar modo alcuni insegnamenti di Gesù Cristo, non sempre in maniera corretta come nel concetto di “chiesa”.[5]

 

 Anche se è umanamente comprensibile il desiderio di differenziarsi da chi, facendo dei comandamenti un idolo finì per crocifiggere il Cristo, tuttavia è assurdo evidenziare l’insegnamento di Cristo senza prima aver studiato e compreso il concetto di “Legge regale di Dio” (che rimane sempre immutata),  con quello di “applicazione idolatrica della legge”, che è un errore grave ma da cui ci si può/deve correggere. Lo stesso Gesù, per chi legge onestamente il Vangelo, fa continui riferimenti all’AT e ai comandamenti, che non ha mai inteso cambiare o sostituire. Seguire Cristo dunque (che è bene ripeterlo sempre, era un giudeo) inizia con lo studio della nostra radice ebraica. Oggi fortunatamente molti studiosi cristiani della Bibbia hanno capito che senza umiltà, e dunque senza una rispettoso studio della mentalità e del pensiero giudaico, non si va da nessuna parte. Anche per questo molte chiese si svuotano ed aumenta una categoria particolare di credenti, senza etichetta, che, senza i dogmi dottrinali imposti, potrebbe arrivare ad una comprensione più piena del messaggio del Signore.[6]

 

b) La seconda considerazione dell’ “uso” e “non-uso” dei comandamenti è sorprendente ed è tipica solo delle chiese protestanti. Queste hanno continuato a dare un valore relativo ai comandamenti in genere, ma sorprendentemente ne  hanno evidenziato ed applicato solo uno in modo particolare: il secondo (4 Non farti scultura, né immagine…).

 

NUMERAZIONE DEI COMANDAMENTI – Può sorprendere il lettore di educazione cattolica la numerazione diversa dei comandamenti. Nei nostri scritti ci rifacciamo alla numerazione canonica così come si trova nella Bibbia, data da Dio,  non alla versione catechistica cattolica dove è stato cancellato il secondo comandamento e diviso il decimo per far tornare il conto di dieci. Maggiori chiarimenti sono nella parte 14: “IL SECONDO COMANDAMENTO – LA NUMERAZIONE DEI COMANDAMENTI – LA VERSIONE MNEMONICA CATTOLICA

 

La motivazione di questa scelta, seppure abbia una base veritiera, a mio modesto avviso, non sta tanto nel desiderio di aderire alla volontà di Dio (altrimenti avrebbero valorizzato anche il quarto comandamento, quello del riposo sabbatico, che non viene preso in considerazione, tranne una sola eccezione) bensì nel desiderio di distaccarsi dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. In ambiente evangelico si è creata dunque una strana situazione: si agita la bandiera dei comandamenti con il secondo per dimostrare che i cattolici sbagliano, ma poi la bandiera si posa immediatamente quando si tratta di approfondire il quarto.

In pratica le chiese cristiane invece di studiare bene i comandamenti (servendosi perché no, anche di meditazioni rabbiniche) e completarli nel sublime adempimento del Cristo (che non li ha mai abrogati o modificati), li hanno usati superficialmente per i propri fini di identità denominazionali. Con le chiese cristiane spesso non è più Dio il soggetto della Legge, ma le chiese stesse, che la usano per il loro individualismo. Mentre il Signore è il Signore del sabato (Mt 12:8; Mr 2:28; Lc 6:5) come di ogni altro comandamento che viene dato per il bene degli uomini, le chiese cristiane si appropriano dei comandamenti e si ergono talvolta al posto di Dio usandoli in modo da poter imporre agli altri se stesse.

(continua)

 

 

 


 


[1]

Senza approfondire troppo e senza ombra di polemica (essendo io stesso di nascita e educazione cattolica che ho seguito fin quasi a 40 anni),  è giusto però accennare al fatto che anche oggi molti cattolici praticanti pur dichiarando di non avere idoli, pregano  alcuni santi famosi (che, sempre con tutto il rispetto, sono sempre persone morte, e non sono Dio, è bene ricordarlo): Ecco quanto ci è dato di leggere:    “….da un sondaggio sulla fede popolare effettuato da Swg per Famiglia Cristiana [...]  La ricerca telefonica, effettuata su un campione nazionale di cattolici praticanti, ha stabilito che al 70% dei contattati è capitato di invocare l'aiuto di un santo. Di questi, il 31% si è rivolto a Padre Pio, il 25% a Sant'Antonio, il 9% alla Madonna. Seguono col 7% San Francesco, col 4% Santa Rita e San Giuseppe, col 2% Gesù, con l'1% San Gennaro, San Rocco, Madre Teresa di Calcutta, Sant'Agata e San Gerardo.” [da un articolo su Repubblica del 31-6-2006]. Se fosse esatta qs statistica, a cui fa riferimento "Famiglia Cristiana" il noto settimanale cattolico, si tratta del 70% dei cattolici praticanti, una bella maggioranza! Al 1^ posto dei cattolici praticanti contattati ci sarebbero le preghiere a Padre Pio, al 3^ posto le preghiere alla Madonna, al 7^ posto le preghiere a Gesù (solo al 7^ posto!)   C'è da chiedersi a quale posto sia stato relegate le preghiere a Dio stesso. E meno male che Gesù ci ha insegnato il "Padre nostro"!  Non critico queste persone ovviamente le quali agiscono in buona fede seguendo i consigli dei loro sacerdoti, ma critico l'insegnamento dottrinale che è stato loro dato, che a mio modo modestissimo di vedere, non è secondo la Bibbia e trasgredisce il secondo comandamento, come avremo modo di approfondire.

 

[2]

Tra gli idoli moderni abbiamo il Denaro, il Successo, il nostro “Ego”, la fede nell’Uomo, nella Scienza, nel Caso, nella Tecnologia, Ufologia, ecc. ma tornano sempre più evidenti anche lo spiritismo, il satanismo, la divinazione, ecc.

 

[3]

Ricordo una collaborazione breve con un fratello di origine canadese, insegnante in una famosa scuola biblica evangelica di Roma, il quale insegnava  chiaramente che qualche comandamento era da considerarsi come “optional”.

 

[4]

La strategia del potere, dell’individualismo, dei compromessi tra confessioni e denominazioni.

 

[6]

Può essere utile qualche ns considerazione: NUOVO MOVIMENTO CRISTIANO 2 - CHIARIMENTI - FEDE IN DIO SENZA APPARTENERE ALLE CHIESE - (17 pag - Renzo Ronca - PDF 19-10-18)

 

 

 

 

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