DAL SABATO ALLA DOMENICA ovvero l'arte di nascondere l'idolatria sotto terra - da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" parte 3 - di Renzo Ronca - 15-1-19

 

 

(Segue)

Il culto al dio sole è antichissimo e riguarda tutto il mondo: egizi, atzechi, giapponesi, cinesi, turchi, etruschi, romani, germanici, buddhisti, celtici, arabi, ecc.[1]

L’accenno al dio Mitra è evidentemente riservato ai territori dell’impero romano; la nascita di Mitra (“natali solis invicti” ad esempio era fissata per il 25 dicembre e perdura anche oggi con il “Natale cattolico”.[2]

Noi siamo abituati a questo coprire con un nome cattolico una festività pagana, ci può sembrare normale e persino intelligente, perché ad un primo affrettato pensiero risulterebbe come una evangelizzazione “soft” su larga scala, senza apparente violenza. Tuttavia non è così semplice: se bastasse ricoprire un lupo con una pelle di pecora per farne un animale mite andrebbe tutto bene; in realtà il lupo con la pelle di pecora non cambierà la sua natura e continuerà a fare il lupo; nel suo DNA rimarrà l’istinto del predatore e, alla fine, inevitabilmente sbranerà la pecora.

Certi cambiamenti, come quello della conversione da pagani a cristiani, sono profondi, interiori, spirituali; necessitano di tempi lunghi di riflessione e di analisi della propria vita in rapporto agli insegnamenti di Cristo. Ogni conversione è una storia a se stante, un cuore che accoglie, che  si rende conto, soffre, si pente, riconosce il Signore Gesù e decide di cambiare il suo comportamento dopo una crisi esistenziale. Alle domande di Nicodemo, Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio» (Giov. 3:3). E’ inutile allora mettere un nome nuovo, una toppa, su un qualcosa di vecchio e corrotto: “Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio; perché quella toppa porta via qualcosa dal vestito vecchio e lo strappo si fa peggiore” (Matteo 9:16).

Per il popolo di Roma, quando il suo vescovo cominciava a manifestare il suo primato e ad imporre feste nuove come la domenica, cambiava poco o niente: in un modo o nell’altro il popolo festeggiava sempre quello che festeggiava prima e lo faceva nella modalità idolatrica di sempre, vale a dire ci si poteva sfrenare in svariate forme di sacrifici, perversione e violenza anche sessuale.

Già possiamo cominciare a porci una domanda: anche oggi che, a guardare il calendario,  facciamo della “sante” feste cattoliche, ne comprendiamo il significato cristiano o siamo influenzati inconsciamente dalle radici pagane? Per ora poniamoci in modo leggero questa domanda, poi la riprenderemo.

 

Comunque la chiesa cristiana per alcuni secoli, assieme alla domenica osservò anche il sabato, praticamente due giorni di riposo settimanali.[3] 

Siamo nella fase dell’”accostamento della cosa falsa vicino a quella vera”, come dicemmo nell’esempio in precedenza.

Nacquero in questi primi secoli parecchie dispute teologiche su chi difendeva il sabato e chi la domenica, ma la spinta decisiva, dopo le dissertazioni teologiche, avvenne con l’editto di Costantino del 7 marzo 321, in cui è detto: “Tutti i giudici, gli abitanti delle città, gli artigiani si riposino nel venerabile giorno del sole. Tuttavia i lavoratori dei campi…”[4]

Poco dopo «il Concilio di Nicea del 325 strappò gli ultimi legami che ancora sussistevano tra le due religioni (giudaesimo e cristianesimo) trasportando, come regola obbligatoria, il giorno di riposo dal sabato alla domenica e fissando un’altra data per la festa di Pasqua che i cristiani avevano celebrato nello stesso giorno della Pasqua ebraica»[5]

Come vedete siamo arrivati “al sorpasso della cosa falsa sulla cosa vera”, come dicevamo la volta precedente.

Qualche anno dopo, nel Concilio di Laodicea verso il 364, il papato diventa molto più esplicito passando alla condanna per i trasgressori: Nel Canone 29 ordina: «I cristiani non devono più giudaizzare e restare oziosi nel giorno di sabato ma devono lavorare in quel giorno; Che essi onorino il giorno del Signore e si astengano per quanto possibile nella loro qualità di cristiani, di lavorare in quel giorno. Se essi persistono a giudaizzare, siano anatemi nel nome di Cristo». Come si vede, “dopo il sorpasso siamo arrivati alla condanna della cosa vera”, come dicemmo già.

Osservate quel “Se essi persistono a giudaizzare, siano anatemi nel nome di Cristo”: chi istituì la condanna lo fece “in nome di Cristo”, non in nome del papato. Ora se anche fosse comprensibile il volersi distaccare dal giudaismo[6], se anche accettassimo l’idea della buona fede di questi cristiani romani nel voler evangelizzare più gente possibile usando una copertura ambigua,[7] resterebbe la falsità prepotente di usare il nome di Cristo per questa legge (e quelle future). Come abbiamo visto infatti, si deduce dal NT che Gesù e gli apostoli osservavano tranquillamente il sabato, anche dopo la morte di Gesù (Lc 4:16; 23:56; 24:1); sarebbe dunque strano se Gesù (di cui il papato si sente portavoce, vicario) fosse stato d’accordo su una condanna all’inferno (scomunica, anatema) per chi osservando il sabato, faceva una cosa che Gesù stesso e i Suoi apostoli facevano regolarmente.

 Da qui possiamo arrivare a capire meglio come il papato si avviò a gestire una parte della religione cristiana, che divenne “Cattolica Apostolica Romana”. Arrivò addirittura alla modifica del comandamento datoci da Dio, che da allora diventò: “Ricordati di santificare le feste”. Una riduzione arbitraria, generica e alquanto ridotta del testo originale biblico che invece  afferma: 8 Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 9 sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11 Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.” (Bibbia CEI- Esodo 20:8-11)

(continua)

 


 

[1]

In qs pagina https://it.wikipedia.org/wiki/Divinit%C3%A0_solari  vengono elencati 34 mitologie di divinità solari.

 

[2]

Vedi a qs proposito il nostro dossier: FESTE NATALIZIE - SOL INVICTUS - TRADIZIONI E BIBBIA - (PDF pag 17 - 27-12-18)

 

[3]

Socrate lo Scolastico afferma che nel suo tempo (prima metà del V secolo) quasi tutte le chiese festeggiavano ancora il sabato; solo Roma ed Alessandria facevano eccezione. (Storia Ecclesiastica , Libro V, Migne, Partologia greca – citati da Dizionario dottrine bibliche ADV)

 

[4]

Codice Giustiniano, libro III, tit. 12  (citato da Dizionario dottrine bibliche ADV). Da notare l’identificazione della domenica col “venerabile giorno del sole” (nessun accenno al Cristo) che rivela la vera natura della domenica, che è meglio espressa nella lingua inglese Sunday e tedesca Sonntag, appunto “giorno del sole”.

 

[5]

Gustav Naymark, “Israele et le monde Chrétien” Lausanne 1930 – (citato da Dizionario dottrine bibliche ADV).

 

[6]

Gli Ebrei nell’impero di Roma erano malvisti ed odiati dopo le due guerre giudaiche (70 e 135 d.C.). L’imperatore Adriano distrusse Gerusalemme e le sue leggi (sabato compreso) dandole il nome di Aelia Capitolina, dove il culto pagano fu celebrato con grande pompa (sunto da Dizion. Di Dottr, Bibliche . ADV)

 

[7]

Abbiamo già visto che Mitra era chiamato “Signore” e non è escluso un ambiguo gioco di parole tra Signore (intendendo Mitra) e Signore (intendendo Gesù). Per la gente comune parlare del giorno del Signore (intendendo Mitra) era un’abitudine precedente alla chiesa cristiana.

 

 

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