UN AVVENIRE E UNA SPERANZA -  di Stefania - 10-8-18

 


 

“Infatti Io so i pensieri che medito per voi”, dice il Signore, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11)

 

 

A volte viviamo la nostra vita come se non ci fosse un futuro, o meglio come se il futuro avesse le caratteristiche del passato: già avvenuto, immodificabile, fuori dalla logica delle possibilità.

Ogni nostra azione diventa vana, i pensieri si trascinano stanchi, non c'è niente da aspettare, sembra che il meglio, semmai c'è stato, sia passato da molto tempo. Il futuro non c'è, la speranza è una parola vuota, ci sentiamo schiacciati, condannati ad un dolore muto e sterile.

A seconda della durata e dell'intensità di questo stato, possiamo avere periodi difficili oppure ammalarci sul serio.

 

Come cristiani, crediamo in Dio, nella Sua opera di salvezza e nelle Sue promesse.  Ma può succedere che ciò in cui crediamo non sia ancora “sceso” fino al nostro cuore, oppure, se per un po' abbiamo gioito nel sentirci destinatari di tali promesse, il mancato riscontro in terra del loro effetto ci ha portati a raffreddarci nella gioia, e a smettere senza rendercene conto di attendere il loro sicuro adempimento. Ci sentiamo senza speranza pur professando la Speranza più grande che oltrepassa la vita e vince perfino la morte.

 

La capacità di guardare avanti con fiducia e curiosità, oppure con paura, si impara fin da piccoli. Ci sono bambini desiderosi di scoprire, che corrono fuori in esplorazione, e corrono incontro al domani con gioia e aspettativa di cose belle, capaci di fare meravigliose domande impertinenti, spinti dall'intima certezza che valga la pena saperne di più, andare avanti: il futuro è radioso, benevolo. E ci sono bambini che tremano alla minima novità, non curiosi, timidi oppure rabbiosi, sempre tesi nel tentativo di controllarsi e controllare l'ambiente per evitare il più possibile spiacevoli sorprese; il futuro è minaccioso, esso porta con sé cose brutte come delusioni, lutti, malattia, morte. Io sono stata una bambina del secondo tipo, e in me ho perciò la forte tendenza a mortificare l'anelito alle cose alte e belle, a sentirmi schiacciata dalla condizione umana e dal mistero che la circonda. La scintilla accesa dalla fede si spegne, il futuro, la vita e il mistero tutto intorno assumono connotazione di paura, minaccia, mancanza di senso.

 

Se questa è la mia spontaneità, un atteggiamento che non dipende dalla mia volontà, non è necessariamente la mia condanna, poiché io ho la possibilità di scegliere di andare contro quello che mi viene spontaneo.  Dio ci chiede di essere come bambini fiduciosi, aver fede in Lui, affidarci al Padre che vuole darci un avvenire e una speranza. Mi colpisce la frase: “io so i pensieri che medito per voi, pensieri di pace e non di male”. Essa mi dice che, pur credendo io che Dio sia buono, che mi ama e che voglia farmi del bene, dentro di me vive la bambina che si aspetta solo il peggio da se stessa e dagli altri e che non osa sperare fino in fondo. il Signore sembra rivolgersi proprio a quelli come me che sono stati e sono bambini spaventati e diffidenti, ci rassicura dichiarando che Lui ha pensieri di pace per noi, non di male, che vuole darci un avvenire e una speranza. Il Signore ci apre le porte ad un futuro stupendo, a cui correre incontro con gioia.

 

Poi mi viene in mente che Dio ha voluto porre la Speranza delle speranze nel luogo più inaspettato: sulla croce. Non ci dice di essere bambini fiduciosi perché ci risparmierà le temute sofferenze. No, Dio ci comanda invece: “Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso, non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai” (Giosuè 1:9). Dio ci chiama ad avere coraggio. Ci vuole coraggio per fidarsi, coraggio per cambiare noi stessi, la nostra intolleranza, insofferenza, il nostro rabbioso egoismo. Dio vuole farci crescere oltre che proteggerci. Crescere significa superare le difficoltà man mano che si presentano. Crescere significa guardare al futuro radioso che ci aspetta senza lasciarci schiacciare dal nostro momentaneo dolore. È come se dicesse ad ognuno di noi: “alzati e alza lo sguardo, Io sono qui, stai camminando con Me e verso di Me, l'hai dimenticato?”. I bambini fiduciosi corrono incuranti dei graffi e dei lividi che possono procurarsi cadendo. Se crediamo con la mente e con il cuore alle promesse di Dio, faremo la stessa cosa attraverso questa vita.

 

 

 

 

 

 indice rifless. bibliche n. 2    -    Home

 

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica sono scritti NON PROFIT, senza fini di lucro, per il solo studio biblico personale di chiunque lo desideri - vedi AVVERTENZE