EVANGELIZZAZIONE  PASTORALE O EVANGELIZZAZIONE EMOTIVA? NOSTRE RESPONSABILITA'

di Renzo Ronca 11-8-09

 La evangelizzazione emotiva e quella pastorale sono due modi MOLTO DIVERSI di diffondere gli insegnamenti cristiani.

La evangelizzazione emotiva è una tirata di parole, un discorso espresso con cariche anche forti da una persona sola che, giocando molto sulle emozioni che suscita nella platea, infiamma gli animi e li “sveglia” per così dire “lanciandoli” in canti, adorazioni, attività di vario genere o invitandoli al pentimento. Tale evangelizzazione agisce sulle emozioni ed è spesso impulsiva, fantasiosa, legata alla platea, deve saper improvvisare e non è mai a corto di parole. Chi evangelizza per strada infatti è dotato di coraggio e una grande continuità oratoria. E' opera del carisma di una singola persona. Vi sono stati evangelizzatori dal dono irresistibile, capaci di sollevare piazze e paesi interi e questo sia in senso buono che in senso cattivo.

L’evangelizzazione pastorale generalmente  portata dai pastori, può anche espressa dal pulpito di una chiesa in sermoni e prediche, ma generalmente è un’attività articolata in cui è importante insegnare, edificare, coordinare. Per questa evangelizzazione occorre preparazione, riflessione, posatezza e lungimiranza. Questo tipo di insegnamento agisce sugli animi ed è più riflessiva. E' realizzata da più persone che collaborano con doni differenti in un’opera più completa.

La Chiesa non a caso è stata formata come un insieme benedetto dove tutti i doni si intonano e si regolano “ascoltandosi” l’uno con l’altro. Lo Spirito Santo infatti non dà un solo dono alla Chiesa, ne dà doni diversi e fa in modo che uno abbia bisogno dell’altro.

Personalmente per quanto possa ammirare l’arte oratoria e trascinante di molti evangelizzatori, non li ascolto volentieri[1].

Credo che dovremmo fare una riflessione importante accennando ai contenuti edificanti universali e ai toni, alla forma, che viene usata.

I toni e la forma che usiamo dipendono da chi ci rivolgiamo e dal risultato che ci prefiggiamo di ottenere.

Evangelizzazione pastorale scritta: Prendete le Lettere del Nuovo Testamento: hanno tutte all’inizio un destinatario ed una data ed un autore. Significa che hanno un indirizzo preciso, una personalità specifica, un tempo storico ed un motivo particolare. Certi contenuti, tirati fori e debitamente spiegati, possono avere carattere universale, altri hanno valore solo per una data circostanza.  Paolo usa diversi modalità scritturali, alcune facili, altre teologicamente più difficili; certo è che i toni che usa verso i Corinzi sono molto diversi da quelli di altre comunità o altri destinatari. Sarebbe un errore per chi evangelizza servirsi di  toni diversi. Si sentirebbero "stonature". Sarebbe come memorizzare in nastro pezzetti di voce di chi è calmo, di chi è  arrabbiato, minaccioso oppure comico ironico ecc  e poi mettere insieme tutti questi frammenti di voce.... Se poi l'ascoltate vedete che l'armonia non c'è, ma ci saranno solo sbalzi d'umore e di tono.  Infatti certi passaggi della Scrittura sono pervasi da amarezza, altri da un tenero amore, altri da ironia ecc. toni di rimprovero, toni di consolazione ecc.   Chi evangelizza scrivendo non può prendere indifferentemente le parole di questo o di quel passaggio e farne un collage come meglio gli aggrada. 

Quando l’evangelizzazione scritta si serve della predicazione parlata, riportando magari passaggi emotivamente forti di grandi predicatori del passato,  chi lo fa deve essere consapevole dei rischi che ciò comporta. Si vanno a toccare anche le emozioni. Siamo consapevoli sul serio? In Internet specialmente, questa cosa è da valutare di volta in volta; per questo è bene  operare sempre insieme, in modestia e con pari sentimento.

indice studi e riflessioni  - Home