COMBATTERE IL “DISAMORE” - "a volte ci si sente traditi nelle aspettative: se ho seminato amore perché è cresciuto il peccato?"

 di Renzo Ronca - 4-6-15- agg. 19-12-18

 

 

 

Il “disamore” è la mancanza d’amore, l’indifferenza che subentra all’amore spesso in seguito  a qualcosa che ci delude o ci fa male.

 

Una volta cercai un amico che non sentivo più da tempo per sentire come stava. La moglie mi spiegò che passava un brutto periodo, che non voleva più uscire era demotivato su tutto; mi disse che la causa erano i figli. Questo amico aveva dedicato tanto amore e tanto impegno alla cura dei suoi due figli -un maschio ed una femmina- ormai maggiorenni; ma questi con le loro scelte (i legami affettivi con certi compagni, la tipologia del lavoro, i comportamenti non sempre secondo i principi che gli aveva insegnato) lo avevano profondamente deluso. L’amore iniziale era stato freddato dal comportamento cinico, irriconoscente, ribelle e poco sano da parte dei suoi figli.

 

Figli che prendono strade immorali, moglie mariti che hanno l’amante… Qualcuno come quel mio amico si può chiedere “ma come è stato possibile? Dopo tutto l’amore che avevo dato!  Dopo tutte le cose che ci eravamo detti!”

Siccome non c’è una risposta facile  da poter dare, è quasi normale andare in crisi e chiedersi umanamente se è valsa la pena avere amato tanto. Ci si sente traditi nelle nostre aspettative: se ho seminato amore perché è cresciuto il peccato? Alle volte queste crisi sono così profonde che si rischia di essere travolti verso una indifferenza che assomiglia alla morte dei sentimenti.

 

La Bibbia, il libro dell’amore di Dio per l’uomo, ci insegna molto sul “disamore”  che spesso provò l’Eterno nei nostri confronti e sul Suo modo di affrontarlo. (1)

 

Consiglio di leggere Il salmo 106 [anche se piuttosto lungo lo riporterò nella nota (2); andrebbe letto almeno due volte, è nella seconda che si cominciano ad “ascoltare” i punti importanti]. La prima cosa che mi colpisce nel salmo è il comportamento sciocco incosciente dell’uomo che non riesce a capire Dio che è “buono in eterno” (v.1). L’uomo, nonostante la continua assistenza paterna dell’Eterno lo dimentica e non sa aspettare il compimento del Suo progetto (v.13). Dimenticando Dio, l’uomo cade in ogni sorta di depravazione senza rendersene conto; viene ripreso continuamente pazientemente in molti modi, ma sempre puntualmente l’uomo si ribella, mormora, è scontento, Gli grida contro, Lo tradisce, Lo irrita, Lo sfida. L’uomo mischiandosi col peccato (e con chi lo serve) finisce sempre per cadere nell’inganno del diavolo. Nonostante le continue liberazioni da parte del Signore l’uomo inevitabilmente, incomprensibilmente, scivola nel peccato, nelle strade più perverse che trova. Questa è la realtà dell’uomo.

 

La reazione umana di fronte alle persone care che “tradiscono” le nostre aspettative è come quella del mio amico: sorpresa, incomprensione, delusione-rabbia, amarezza, tristezza, rassegnazione, disamore, chiusura.

 

La reazione di Dio, se leggiamo il salmo 106 non è priva di delusione, amarezza e rabbia, ma si distingue per una costante: Lui non cessa mai di essere quello che è e di continuare il Suo modo di essere/esistere/operare. In Lui è presente la possibilità continua per noi della salvezza personificata in Mosè, non priva della giustizia purificatrice di Finehas, preludi alla venuta del Cristo prima e della presenza dello Spirito Santo dopo.

Egli ha un amore in se stesso, essendo Amore la parte principale della Sua sostanza. Egli può provare sentimenti come dispiacere e dolore, ma non è condizionato da essi. Mentre noi amiamo se siamo riamati, Lui ama e basta. Questo non vuol dire che ami pure il peccato, ma ama noi umani, creature fragili e confuse che non sanno capire le radici del bene e che spesso come bambini ribelli se la prendono col loro papà quando si fanno male.

 

Imparando da Lui, il disamore si combatte con l’Amore. Non è una banalità. Se io amo significa che c’è una sorgente dentro me. Se questa sorgente dipende da una persona amata, io dipendo da essa; e se questa persona mi delude, io sono finito. Ma se io amo Dio, la sorgente che è in me è inesauribile; per questo posso combattere le amarezze delle persone care che mi “tradiscono”, perché in me c’è un amore più forte di quello che avrei ricevuto da chi mi si è rivoltato contro.

 

Nella nostra vita diamo molto in quanto ad impegno ed amore cristiano. A volte riceviamo il contrario di quanto diamo e la prima sensazione è quella del dispiacere e siamo spinti forse a disamorarci di tutto. Ma il Signore ci insegna a non soffermarci sull’uomo, né sugli altri né su noi stessi, bensì ci insegna a guardare Lui, il Dio della Bibbia in cui crediamo. In Lui solo sta la nostra forza. A Lui torniamo ogni volta stanchi ed affaticati, contenti o tristi, e Lui ogni volta ci riconosce come figli e ravviva lo Spirito Suo nel nostro cuore. E’ questa la sorgente che combatte il disamore: è l’Amore di Dio: l’amore per la giustizia, l’attesa del Suo sicuro ritorno, la consapevolezza di aver agito bene in base alle nostre possibilità, la Sua mano rassicurante che ci sostiene, ci rimette in piedi e ci dice “vai ancora avanti figlio mio! Sii forte, non ti abbattere, non temere, io sono con te e con chiunque voglia ascoltarmi e nessuno di chi mi ascolta morirà”

 

 

 

  

NOTE

 

(1) La parola "disamore" rivolta a Dio è ovviamente inappropriata; la usiamo per indicare umanamente il senso di profondo dolore dispiacere e delusione che forse Egli provò e prova ancora nel vedere il comportamento degli uomini. Ma come poi diciamo in qs scritto, il Suo comportamento anche in qs dolore è molto diverso dal nostro. Per il "dolore di Dio" riprenderemo le riflessioni in futuro parlando ad es. del Salmo 22.

 

1) Salmo 106 – “1 Alleluia. Celebrate l'Eterno, perché egli è buono, perché la sua benignità dura in eterno. 2 Chi può narrare le gesta dell'Eterno o proclamare tutta la sua lode? 3 Beati coloro che osservano la giustizia, che fanno ciò che è giusto in ogni tempo. 4 Ricordati di me, o Eterno, secondo la benevolenza che usi verso il tuo popolo, e visitami con la tua salvezza, 5 affinché veda la prosperità dei tuoi eletti, mi rallegri nella gioia della tua nazione e mi glori con la tua eredità. 6 Noi e i nostri padri abbiamo peccato, abbiamo commesso iniquità e abbiamo fatto il male. 7 I nostri padri in Egitto non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono del gran numero dei tuoi benefici e si ribellarono presso il mare, il Mar Rosso. 8 Ciò nonostante il Signore li salvò per amore del suo nome, per far conoscere la sua potenza. 9 Sgridò il Mar Rosso e si seccò, e li guidò attraverso gli abissi come attraverso un deserto. 10 Li salvò dalla mano di chi li odiava e li riscattò dalla mano del nemico. 11 E le acque ricopersero i loro nemici, e non sopravvisse di loro neppure uno. 12 Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode. 13 Ben presto però dimenticarono le sue opere e non aspettarono fiduciosi l'adempimento del suo disegno, 14 si accesero di cupidigia nel deserto e tentarono Dio nella solitudine. 15 Ed egli diede loro quanto chiedevano, ma mandò fra loro un morbo che assottigliò il loro numero. 16 Quando nel campo divennero invidiosi di Mosè e di Aaronne, il santo dell'Eterno, 17 la terra si aperse, e inghiottì Dathan e seppellì il gruppo di Abiram. 18 Un fuoco divampò nel loro mezzo e la fiamma divorò gli empi. 19 Fecero un vitello in Horeb e adorarono un'immagine di metallo fuso, 20 e mutarono la loro gloria con l'immagine di un bue che mangia l'erba. 21 Dimenticarono Dio, loro Salvatore, che aveva fatto cose grandi in Egitto, 22 prodigi nel paese di Cam, cose tremende al Mar Rosso. 23 Perciò egli parlò di sterminarli, ma Mosè, suo eletto, si presentò sulla breccia davanti a lui, per impedire all'ira sua di distruggerli. 24 Essi disprezzarono ancora il paese delizioso, non credettero alla sua parola, 25 ma mormorarono nelle loro tende e non diedero ascolto alla voce dell'Eterno. 26 Perciò egli alzò la mano contro di loro, giurando di farli cadere nel deserto, 27 e di far perire i loro discendenti fra le nazioni e di disperderli per tutti i paesi. 28 Essi servirono anche Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti. 29 Irritarono Dio con le loro azioni, e una pestilenza scoppiò in mezzo a loro. 30 Ma Finehas si alzò e fece giustizia; e la pestilenza cessò. 31 E ciò gli fu messo in conto di giustizia di generazione in generazione, per sempre. 32 Essi lo provocarono ancora presso le acque di Meriba, e ne venne del male a Mosè per causa loro, 33 perché inasprirono il suo (di Mosè) spirito, ed egli parlò avventatamente con le sue labbra. 34 Essi non distrussero i popoli, come l'Eterno aveva loro comandato; 35 ma si mescolarono fra le nazioni e impararono le loro opere; 36 servirono i loro idoli, e questi divennero un laccio per loro; 37 sacrificarono i loro figli e le loro figlie ai demoni, 38 e sparsero il sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, che sacrificarono agli idoli di Canaan; e il paese fu contaminato dal sangue versato. 39 Così essi si contaminarono con le loro opere e si prostituirono coi loro atti. 40 E l'ira dell'Eterno si accese contro il suo popolo, ed egli ebbe in abominio la sua eredità. 41 Li diede in potere delle nazioni, e quelli che li odiavano li dominarono. 42 I loro nemici li oppressero, e furono sottomessi al loro potere. 43 Egli li liberò molte volte, ma essi continuarono a ribellarsi e sprofondarono nelle loro iniquità. 44 Tuttavia egli prestò attenzione alla loro angoscia, quando udì il loro grido, 45 e si ricordò del suo patto con loro e nella sua grande misericordia si placò. 46 Fece trovar loro favore presso tutti quelli che li avevano condotti in cattività. 47 Salvaci, o Eterno, DIO nostro, e raccoglici fra le nazioni, affinché celebriamo il tuo santo nome e ci gloriamo nel lodarti. 48 Benedetto sia l'Eterno, DIO d'Israele, d'eternità in eternità. E tutto il popolo dica: «Amen». Alleluia.”

 

 

 

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