"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

NON RENDETE A NESSUNO MALE PER MALE - IMPEGNATEVI A FARE IL BENE DAVANTI A TUTTI GLI UOMINI (Rom 12:17) - (di Renzo Ronca) - RIFLESSIONI DETTAGLIATE SULLE ESORTAZIONI DELL’APOSTOLO PAOLO IN ROMANI 12:9-21 . N.12 - 22-2-15-  

 

 

 

NON RENDETE A NESSUNO MALE PER MALE

 

Le raccomandazioni si fanno sempre per un motivo preciso. Immaginate un insegnante che deve lasciare un attimo sola la classe, egli sa bene che appena uscito i ragazzi avranno subito la tentazione di sfrenarsi parlando ad alta voce e schiamazzando; siccome appunto lo sa già, allora li previene (almeno ci prova) e dice loro –Ehi! Mi raccomando! Sono qui fuori dalla porta, non fate confusione!-

 

Allo stesso modo il Signore conosce già le radici istintive dell’uomo e con grande pazienza cerca di educarlo. Il Signore lo sa che noi saremmo subito portati a reagire istintivamente verso le offese. Una volta infatti, prima di Mosè,  la vita era tenuta in poco conto, si uccideva per futili motivi; per questo vennero le tavole della legge e l’uomo seppe che uccidere era un peccato molto grave agli occhi dell’Eterno. Questa legge suonò molto “strana”  in una normalità violenta come allora, ma fu come un primo gradino nella scala della nuova nascita.

 

Per come l’uomo si era ridotto erano necessari altri gradini, altre fasi di crescita, e ad ogni fase il passaggio di generazioni di uomini.

 

Nell’A.T. non c’era questa esortazione che abbiamo trovato oggi “non rendete a nessuno male per male”, anzi la cosa era permessa con quella che è stata definita la “legge del taglione” (1) che consisteva “nell’infliggere all’autore di una lesione personale, la stessa lesione da lui provocata alla vittima” (Trecc.): “….ma se ne segue danno, darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione”. (Esodo 21:23-25)

 

Quindi se la legge “non uccidere” elevò i primi israeliti al di sopra di tante popolazioni rozze e violente della loro epoca, il nuovo giudaismo di Gesù Cristo e poi degli apostoli, fa un altro salto di qualità e li pose ancora più sopra, facendoli passare ad un’altra fase: non più “occhio per occhio” ma “non rendete ad alcuno male per male”.

 

Per noi oggi il concetto sembra abbastanza scontato (benché poi anche noi non riusciamo ad applicarlo bene) ma a quel tempo fu una rivoluzione, una imposizione molto dura da accettare, sia per la novità in se stessa “poco logica” e sia  per l’apparente conflitto con la mentalità di prima.

 

Questo versetto è una negazione, ci dice cosa NON fare; non ha ancora specificato cosa fare. E’ giusto lo stacco, il dividere il pensiero in due azioni distinte: prima  uno stop di cui tenere conto, una battuta d’arresto sui nostri istinti umani; in seguito, nella seconda parte del versetto “Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini” l’arresto sarà sostituito  dal corretto movimento.

Questo ci aiuta molto perché come esseri umani non possiamo cancellare le emozioni o gli istinti e sarebbe anche sbagliato farlo perché attraverso esse noi viviamo, tuttavia facendo una piccola sosta, diamo il via al nostro autocontrollo, perché frenando gli impulsi più aggressivi e violenti possiamo -nella sosta anche di pochi secondi- pensare. Pensare è fondamentale perché la buona volontà nel pensiero ci ricorda ciò che siamo: non barbari ma figli di Dio per i meriti di Cristo.

 

Era così difficile da capire e realizzare cosa non fare e cosa fare, che l’apostolo dovette spiegarlo in modo approfondito:

“17 non rendete ad alcuno male per male

Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini

18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.

19 Non fate le vostre vendette, miei cari,

ma cedete il posto all'ira di Dio;

poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.

20 Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo».

21 Non lasciarti vincere dal male,

ma vinci il male con il bene.

 

Notate  come le esortazioni siano perfettamente collegate. Era necessario approfondire e spiegare perché a quel tempo -dove era più che normale ripagare il prossimo con la stessa moneta-, sentendo l’esortazione di Paolo, sarebbe subito venuta in mente la frase: “Ma se non devo rendere male per male, che dovei  fare allora?”

 

IMPEGNATEVI A FARE IL BENE DAVANTI A TUTTI GLI UOMINI

 

L’apostolo deve far capire cosa sia “il bene”, deve spiegare come si fa a fare il bene. Un concetto nuovo e difficile perché richiedeva un “impegno” personale da estendersi almeno su due altri tipi di “lotta”:

La prima lotta non è più contro un nemico fisico esterno, ma contro il Male, che può essere vinto non con un male più grande, ma solo col bene che ci viene dal “vivere Cristo”(2).

La seconda, più complessa, accennata poi a Nicodemo, consiste nell’elaborazione della Legge non più in maniera scritturale, ma con l’ausilio dello Spirito di Dio che, pungolandoci correggendoci ed esortandoci,  forma ogni giorno la nostra coscienza nuova.

 

Non scoraggiamoci allora se non riusciamo a perdonare subito i nostri nemici o se amarli ci sembra impossibile. La nostra crescita è un lento sapiente discepolato sotto la guida dello Spirito Santo, che richiede tempo, che solo gradino dopo gradino ci permetterà di identificarci con l’uomo nuovo.

 

A noi persone di un secolo dove si corre sempre e dove si possiede tutto subito, questo procedere per gradi potrà apparire di una lentezza esasperante, invece è un bene. Noi non siamo nati per vivere nello stress (vera causa di gravi malattie)  ma per vivere nella pace, godendoci i silenzi,  le voci della natura, le armonie del creato, la presenza del nostro Signore.

 

“Fare il bene” non è così semplice e scontato. Si tratta abbiamo visto di un “impegno” che l’apostolo aveva già accennato al v.2 “Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Rom 12:2)

 

Per “fare il bene” occorrono dunque:

a)Un anticonformismo (Non conformatevi a questo mondo), un distaccarsi dalle abitudini tradizionali “lo faccio perché lo fanno tutti”. Infatti quando una popolazione degenera, ecco che la tradizione è degenerata anch’essa, è un peccato perché Dio “genera” manda avanti, in alto, fa crescere, non ci spinge mai all’imbarbarimento.

 

b)Una trasformazione interiore ex-novo (siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente); Ora noi sappiamo che questo rinnovamento può essere realizzato solo se lo Spirito Santo ci guida in una “nuova nascita”.

 

c)Una conoscenza della volontà di Dio basata sulla esperienza e non sulla teoria (affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio)

Una cosa è legata all’altra: por conoscere sul serio occorre sperimentare, per sperimentare occorre trasformare una mentalità, distaccarsi dalle abitudini dei sistemi corrotti, tornare a seguire gli insegnamenti di Dio.

E tutto questo è ancora subordinato ad un altro punto fondamentale: l’offerta di noi stessi a Dio (Rom 12:1)

 

E’ solo attraverso questo processo impegnativo che potremo davvero conscere/sperimentare il bene, il buono, che possono venire solo da Dio (la buona, gradita e perfetta volontà).

 

Non demoralizziamoci dunque se ci pare di fare sempre gli stessi errori. La nostra mente è molto complicata, la memoria con i suoi traumi, le suggestioni, le elaborazioni, i progetti, hanno bisogno di tempo per ordinarsi e per trovare armonia.

 

Quello che è certo e che ci dà una grande tranquillità, è che se anche noi ci conosciamo poco, il Signore ci conosce perfettamente avendoci Lui stesso creati, e dunque sa come fare per condurci al meglio.

 

Tutto questo ci fa capire che l’uomo da solo non riuscirebbe mai a fare il bene se non ritrova prima la sua natura spirituale. Il processo del bene sarebbe impossibile da capire e da realizzare per chi non ama Dio.

 

Per noi invece è sufficiente essere sotto la guida dello Spirito di Dio mentre si agisce. Essere in Dio in una comunione sempre più perfetta. Più perfetta sarà questa unione con Dio più evidente sarà il bene perché il Bene è in Dio e non c’è alcun bene al di fuori di Lui.

 

 

 

 NOTE

(1) dal lat. talio -onis, dagli etimologisti latini raccostato a talis «tale», quasi a dire «pena altrettale» […]  vendicarsi, o fare vendetta, di un danno o di un torto subìto infliggendo a chi se ne è reso responsabile lo stesso danno o torto (o altro equivalente) (Trecc)

 

(2) “Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno”. (Filippesi 1:21)

 

 

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