Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 molti malI derivano dalla mancanza di coscienza E DI UMILTA'

La presenza e persistenza del peccato spesso sta nel fatto che non viene da noi riconosciuto come tale

di Renzo Ronca – 4-2-15- h.11 - (Livello 3 su 5)

 

 

 

 

Quando Gesù andò alla vasca di Betesda sapeva di trovare moltissimi malati "Sotto questi portici giaceva un gran numero d'infermi, di ciechi, di zoppi, di paralitici" (Giovanni 5:3) Ad uno di questi, malato da 38 anni, fa una domanda “strana”: 6 Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da lungo tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?» - Sembra una domanda illogica: per forza uno che sta male vuole guarire! Ma non è una domanda assurda, anzi ci apre ad un paio di riflessioni molto importanti:

 

MANCANZA DI CONSAPEVOLEZZA

La difficoltà più grande dell'uomo di oggi è che non si rende conto di quanto sia spiritualmente malato. Infatti, come puoi avere il perdono dei peccati se non capisci che sei nel peccato?  Anche di fronte all’evidenza, spesso, noi non accettiamo certe verità. Sono famosi gli esempi dell’alcolizzato o del drogato che non ammettono mai di esserlo nemmeno quando hanno il fegato a pezzi o si sono presi l'aids.

 

La consapevolezza tra bene e male si apprende gradatamente nella crescita.

 

L'uomo dell'Eden, sospinto dal serpente, non volle aspettare i tempi di Dio e tentò di possedere tutto subito; sappiamo come andò a finire.

Oggi come allora  l'uomo terreno cerca di gestire governi su governi in autonomia, cioè facendo da solo senza il Signore, ma tutti falliscono regolarmente non riuscendo a garantire né giustizia né fraternità. Infatti alla base della giustizia e della fraternità c'è l'amore; e l'uomo che non l'abbia prima ricevuto l'Amore di Dio ha una idea dell'amore alquanto i filosofica o emotiva.

 

Senza conoscenza diretta di Dio, il "bene" diventa un concetto astratto e il "male" è solo il suo contrario.

Il peccato senza coscienza di Dio, può diventare qualsiasi cosa, può diventare persino un principio da difendere per la libertà. Prendiamo per esempio il recente "diritto alla blasfemìa", "diritto" propagandato come una delle "conquiste della libertà" (1). Ma la libertà senza coscienza non ha morale né limiti. Continuando così domani potremo tornare di nuovo alle uccisioni di massa in nome non so di cosa. 

 

La verità per noi oggi è solo una questione di priorità d'immagine.

 

 

VOLER PERSISTERE NEL PECCATO

Se non riconosciamo il peccato in quanto tale e lo scambiamo per conquista e libertà, viene facilmente il desiderio di restarci! 

E' anche per questo che molti non vogliono essere "curati" dall'amore di Dio: non conoscendo l'Eterno infatti non concepiscono le preghiere e vedono la fede come una debolezza o un pericolo per la stessa libertà. E certo, bisogna ammettere che i comportamenti di molte chiese non hanno contribuito  ad aumentare la fiducia, essendo spesso le stesse chiese organizzazioni corrotte del potere umano.

 

Il peccato dell'uomo non credente dunque si trasforma, si maschera e può diventare una evoluzione dell'ipocrisia da esporre con orgoglio.

 

Mi vengono in mente le affermazioni di molti politici che quando vedono scoperta palesemente la loro immoralità, invece di nascondersi sotto una mattonella, dichiarano alle telecamere: “E' tutto falso, non mi dimetto, lotterò, non mollo, sono orgoglioso di quanto ho fatto”. Oppure penso alle esibizioni con gli slogan dell'"orgoglio gay", ecc.

 

Se vai a vederli da vicino questi personaggi ti accorgi che davvero qualcuno di loro è convinto di essere nel giusto. In fondo è logico:  non c'è coscienza in essi che li spinga ad un esame e ad un riconoscimento del loro cattivo comportamento. La coscienza a cui mi riferisco ovviamente è quella che scaturisce dalla fede, coscienza che come sappiamo è la risultante tra lo Spirito di D e lo spirito dell'uomo (2).

 

Capire di essere peccatori non è una conquista della ragione ma una rivelazione decisiva dell'amore di Dio per la salvezza nostra.

 

Accettare di essere nel peccato (per esempio perché l'uomo si allontanò da Dio o per i nostri comportamenti che hanno offeso l'Eterno), è il primo passo per la salvezza (3). 

 

Ci vuole umiltà per avere la grazia e e ci vuole intelligenza per cercare l'umiltà, perché l'orgoglio e la superbia portano sempre alla perdizione di ogni confronto obiettivo e onesto con la realtà.

 

"Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili" (Giac. 4:6; 1 Piet. 5:5; Prov. 3:4)

 

 

 

 

NOTE

(1)"Dirittto alla blasfemìa"- può essere utile leggere il ns: IL GOVERNO DEGLI  UOMINI E QUELLO DI DIO

(2) Può aiutare il ns breve scritto: LA COSCIENZA CRISTIANA

(3) Come abbiamo detto molte volte, lo Spirito di Dio per prima cosa “ci convince di peccato” (Giov 16:8), poi avviene la conversione.

 

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