Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

PERCHE’ IL SIGNORE CI CHIAMA?

  di Renzo Ronca - (20-11-14)  aggiorn. 30-9-15- h. 9 -(Livello 4 su 5)

 

 

1) La chiamata di Dio è per tutti o solo per qualcuno?

 

Dico subito che si, da quanto ho capito e credo, Dio chiama tutti; Egli vuole che si salvino tutti, non solo alcuni.  Tuttavia non intendo aprire assolutamente una questione teologica con quelli che difendono la dottrina delle predestinazione; ognuno è libero di scegliere l'interpretazione che preferisce  -esistono moltissimi studi di varie chiese, invito gli interessati a formarsi la loro idea-  Io mi limito ad allegare qualche frase biblica che mi pare sufficientemente chiara  vedi allegato

 

2) ”Tornare a casa”

 

Mettiamo che hai due figli piccoli che invece di giocare nel cortile si sono allontanati da casa, si sta facendo notte e nella campagna ci sono paludi pericolose… cosa fai? Non li chiami? Dio come una Madre e come un Padre ci chiama in continuazione, ci chiama per nome: -Figlio dove sei? Io sono qui… torna a casa… mi senti? Vengo io a prenderti se non ce la fai… dove sei?- E’ questo il primo senso del richiamo di Dio, quel “Dove sei?” che Dio disse nell’Eden quando chiamò l’uomo che si era allontanato.

“Dio il SIGNORE chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?»” (Genesi 3:9)

 

Il significato della “salvezza” cristiana parte da qui e continua con il Dio-Figlio che viene Lui stesso in Israele per ricordarci la giusta strada. Prosegue poi con Dio-Spirito Santo che presente su tutta la terra, desidera salvare TUTTI gli uomini.

 “il quale [Dio] vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Timoteo 2:4)

 

Questo richiamo si completerà quando, terminata l’evangelizzazione attuale, separati già i credenti dai non credenti, gli angeli raccoglieranno i credenti e li rapiranno in cielo, nella casa che il Signore Gesù avrà preparato presso il Padre.

“2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;” (Giovanni 14:2-3). [1]

 

 3) “servire Dio”: [2]

Gli apostoli costituivano un gruppo particolare, scelto da Gesù con molta attenzione (ricordo che erano quasi tutti sposati, l'ordine per i sacerdoti di non sposarsi non è biblico). “12 In quei giorni egli andò sul monte a pregare, e passò la notte pregando Dio. 13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Luca 6:12-13). Gli apostoli non erano dunque tutta la chiesa ma solo una parte di essa. La Chiesa di Cristo è composta da TUTTI i credenti siano essi apostoli profeti diaconi o semplici fedeli.

Ma perché ne costituì una piccola parte? A cosa potevano servire? “13 Poi Gesù salì sul monte e chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì dodici per tenerli con sé 15 e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. (Mar 3:13-14).

Due sembrano allora i motivi: tenerli con sé e mandarli a predicare.

“Tenerli con sé” a mio avviso ha un significato di santificazione/consacrazione speciale, di intimità, di appartenenza, di riservatezza, compagnia reciproca. Quando abbiamo amici provati è bello stare insieme a loro. Oltre l’amicizia, nel discepolato, credo sia una cosa piacevole edificante per discepolo e Maestro stare vicini. Penso che questa vicinanza non finirà mai se noi ogni giorno ci appartiamo con il Signore in preghiere/meditazioni/ascolti così sublimi che solo chi li vive può comprenderne la preziosità.

“Per mandarli a predicare” è l’attività evangelica per il bene comune di tutta la Chiesa. Tutti ne siamo investiti, nessuno escluso, ma alcuni hanno ricevuto di più degli altri, ed a loro forse è chiesto di più. “[…] A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.” (Luca 12:48).

“…con il potere di scacciare i demòni” Queste persone chiamate in modo particolare hanno talenti notevoli e vengono corredati anche di doni significativi (qui si accenna a quello della liberazione dai demoni ma di doni/carismi ce ne sono moltissimi) che vengono dati al momento in cui servono. Ho incontrato parecchie persone credenti dotate di talenti significativi, però non tutti hanno accolto o riconosciuto il richiamo del Signore ad usarli completamente per il bene della Chiesa di Gesù. Certo non è obbligatorio ma dispiace, lascia un poco di delusione. Ricordo che i nostri talenti non sono un merito nostro, vengono da Dio e no ce li ha dati solo per un arricchimento personale, ma per "spenderli" secondo la generosità cristiana guidata dallo Sp Santo che illumina la coscienza.

 

Allora forse potremmo dire che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino e attraverso l'intercessione di Cristo possano riconciliarsi con Lui; tuttavia è nella libertà dell'uomo rispondere di si o di no.

Non solo, ma anche tra quelli che credono in Gesù Cristo (e dunque hanno detto "si" e sono salvati) le risposte possono avere diverse "gradazioni" di impegno e d'amore.

E qui c'è da fare una differenziazione tra la terra che il seme trova (parabola del seminatore - Luca 8:4-15)  e la volontà dell'uomo (parab talenti - Matt. 25:14-30):

Nel primo caso (parabola del seminatore) è il terreno che determina il risultato; da un certo punto di vista è più l'ambiente che troviamo dentro e fuori di noi.

Nel secondo caso (parabola dei talenti) l'accento è messo sull'uso delle nostre potenzialità che già ci sono. Il giovane ricco ad esempio aveva le potenzialità per seguire pienamente il Signore, ma scelse di non farlo (Luca 18:22..)

 

4) No grazie...

Mi capita spesso di incontrare persone molto dotate in quanto ad intelligenza ed apertura mentale che, pur credendo in Gesù e magari battezzandosi, rimangono ad uno stadio generico di servizio ed intimità col Signore. Immaginate quando Gesù dopo aver passato la notte a pregare scelse i dodici e li chiamò in disparte "per tenerli con se e mandarli a predicare".. ecco immaginate se qualcuno di loro avesse detto: "Grazie Signore ma è sufficiente così.. ho già quello che mi serve, ti credo ho fede in te ma preferisco applicare la fede nella vita che già mi sono scelto, tanto è lo stesso...". Magari non avrebbero perso la grazia e la salvezza, però secondo me c'è da riflettere.

 

Penso che siamo tutti chiamati a qualcosa che non vediamo immediatamente da soli; e questo qualcosa non credo sia un cammino che ci possiamo gestire a nostra misura. Sarebbe molto limitato e un tantino egoistico. Forse dovremmo dedicare molto più tempo al Signore, in modo regolare, in un ambiente senza distrazioni, e lì, in quello spazio in quel tempo reso sacro dalla presenza dello Spirito di Dio, imparare ad ascoltare con grande rispetto e profonda umiltà il senso e l'onore del servire Dio in modo più completo, come vuole Lui, non come vogliamo noi.

 

 

 

 

 

[1]  Già adesso vengono diffuse notizie di sparizioni di persone in vari continenti. Riteniamo sia un inganno maligno per spargere confusione. Comunque, che queste notizie siano vere oppure no, noi dalla Scrittura sappiamo questo: il rapimento avverrà in un momento, in un attimo, tutti insieme, e non un giorno un gruppo in America  ed un altro giorno un gruppo in Europa…. Prima che questo avvenga, per i salvati, ci saranno segnali molto chiari (“al suonare dell’ultima tromba…”)  “51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati” 1Corinzi 15:50-5

[2]  La suddivisione che ho fatto in questa pagina  tra la chiamata per tutti alla salvezza e quella per alcuni a servire Dio in modo particolare, è solo per comprenderci rapidamente in forma schematica; NON VA PRESA ALLA LETTERA perché sarebbe fin troppo “pericolosa”. Infatti se vediamo i risultati della Chiesa cattolica (che ha finito per dividere drasticamente la gente in due classi: i preti da una parte che non si sposano,  e le persone comuni dall’altra che, secondo loro, se si sposano “non possono consacrarsi”) capiamo che, come in ogni estremizzazione, si possono generare pericolosi sensi di colpa o repressioni innaturali che poi potrebbero portare a perversioni di vario genere.  In realtà tra la prima chiamata (la salvezza per tutti) e la seconda (missioni particolari al servizio di Dio) ci sono innumerevoli sfumature. Chi dice infatti che la famiglia non sia essa stessa una missione di persone consacrate a Dio?  Il discorso lo ripeto è molto delicato e non una cosa è maggiore di un’altra; si tratta solo di corrispondere in modi diversi alla chiamata di Dio secondo la Sua volontà, la nostra scelta, e con l’uso dei talenti che Lui ha messo in noi. “3 Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno. 4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro. 6 Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; 7 se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; 8 se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia(Rom. 12:3-8)

 

 

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