Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

SESTO COMANDAMENTO: “NON UCCIDERE” (ESODO 20:13)

6-8-14-h.16 (Livello 4 su 5)

 

Studio tratto da http://qarev.com/il-sesto-comandamento/?utm_source=wysija&utm_medium=email&utm_campaign=prima+mail+Dieci+Comandamenti

 «  I FIGLI DI EVA

Quando nacque Caino sua madre Eva disse <<ho acquistato un uomo con Dio>> (Gn 4,1), quando nacque Abele non disse nulla. La nascita di Caino è descritta secondo il normale svolgimento di ogni gestazione cioè concepimento, gravidanza e parto. Invece Abele è soltanto il fratello del primogenito, non sembra avere un’esistenza propria. Eva spiega che il nome dato a Caino significa ‘ho acquistato’ dall’ebraico ‘caniti’ da cui Caino, per Abele nulla. Non lo si sente neanche vivere nel racconto biblico. Prima ancora di Caino, forse, è la madre ad uccidere Abele facendone di lui un NULLA e di Caino un TUTTO, stabilendo così da subito una convivenza impossibile.

Nella lingua ebraica tutto ciò che ruota attorno alla parola Abele è legato al ‘nulla’. Abele, in ebraico Havèl, vuol dire ‘non, vapore, condensa’. Il testo continua raccontando che Abele divenne pastore mentre Caino agricoltore ed un giorno quest’ultimo portò in offerta a Dio alcuni doni della terra mentre Abele portò i primi nati delle sue greggi. Dio apprezzò l’offerta di Abele e non quella di Caino. <<Caino disse ad Abele, suo fratello “…”. Si trovavano nel campo. Caino si è levato verso Abele e l’ha ucciso>> questo fù il primo omicidio del mondo. Secondo il testo Caino disse ad Abele: ‘nulla’ cioè non gli rivolse parola oppure pronunciò il suo nome che vuol dire ‘nulla’, questa è l’origine e la sostanza del primo omicidio della storia del mondo: l’assenza della PAROLA, il NULLA in luogo del dialogo. L’incapacità di comunicare è l’origine della violenza.

L’IO SONO

Con il sesto comandamento siamo nella seconda tavola, quella che regola i rapporti orizzontali tra le persone. Secondo la tradizione le due tavole vanno lette accostandole, in quanto i comandamenti sono in relazione a due a due e si spiegano reciprocamente, quindi il primo e il sesto e così fino al quinto con il decimo. Se ciò è vero il “non uccidere” viene collegato con “l’IO SONO” del primo comandamento. Ciò perché l’omicida dimentica l’identità della singola persona, l’IO SONO di questa, e la considera generalizzata, spersonalizzata. I nazisti attribuivano ai detenuti dei campi di concentramento un numero che identificava la persona e al contempo ne cancellava il nome, l’identità. Ma ogni uomo ha scritto sul proprio viso la sua unicità ed in questa racchiude l’insieme dell’umanità.
Ogni essere umano, quale che sia il colore, la religione o la nazionalità, discende dallo stesso uomo, ma al contempo è unico. Unicità e uguaglianza: il razzismo è impensabile.
L’IO SONO non può esistere senza il TU, l’uomo non esiste che in rapporto all’altro, sono due entità inseparabili pur restando separate. Ma questa separazione deve essere colmata dalla PAROLA altrimenti si cade nella violenza.

EQUILIBRIO TRA CIELO E TERRA

Il mondo Trascendente, legato alle cose celesti, sta in alto, quello Immanente, legato a cose terrene, in basso. Tra questi due mondi vi è uno spazio che deve essere colmato affinché vi sia una relazione tra le due entità.

In alcune religioni e filosofie l’uomo deve cercare di elevarsi un poco per volta verso il Trascendente in una contemplazione liturgica e mistica credendo che nel momento della morte l’uomo possa raggiungere uno stato dove tutto sarà riparato, i poveri saranno ricchi, i malati saranno guariti e così via. Questa filosofia della consolazione annulla l’importanza della vita terrena e la soggettività dell’uomo affermando che la verità è altrove e che noi siamo parte della vita celeste. Questo modo di vivere la Trascendenza porta all’omicidio dell’individuo perché lo fa ritenere essere già parte di un grande Tutto.

In senso contrario esistono filosofie quali quella di Nitzsche che sopprimono il mondo della Trascendenza affermando che Dio è morto oppure che Dio è la natura e quindi esisterebbe solo il mondo concreto.

Ma la verità, secondo Emmanuel Lèvinas, consiste nel mantenere le due realtà, e più ancora, nel mantenere l’intervallo cioè la separazione, la tensione. Occorre rifiutare di celebrare unicamente il Trascendente o l’Immanente, è necessario mantenere lo spazio e la separazione tra questi due mondi. Tale distanza però, può e deve essere colmata con la PAROLA.

Che cosa significa ‘parlare’? Mantenere una giusta distanza tra chi parla e il suo altro, se questa distanza è eccessiva non ci può essere un autentico dialogo e si cade nell’indifferenza, al contrario se questa distanza è minima o addirittura viene soppressa allora viene eliminata la differenza e l’uno finisce per assorbire l’altro.

Occorre trovare la giusta distanza, quella che Emmanuel Lèvinas ha chiamato PROSSIMITA’.

Conclusioni

Probabilmente l’essenza dell’uomo è la PAROLA, e questa lo distingue da qualunque altra opera del Creato. Il nazismo è nato all’interno di una concezione che vede nell’altro nulla più che un CORPO, l’uomo cioè riposa nell’idea biologica della razza, gli esseri umani sono solo corpi, solo carne. E’ qui che interviene il sesto comandamento si erge a baluardo dell”IO SONO”, degli uomini indipendentemente da chi siano questi, ciò che importa è che ciascuno interpreti chi è, che si racconti come uomo e che abbia il suo modo di essere uomo.

A questo punto, inevitabilmente vengono alla mente le parole dell’Evangelista Giovanni che esordisce nel suo racconto evangelico dicendo: “ Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. 4 In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. 5 La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta.” Poi ancora “14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.”

[fonti: “Le Dieci Parole - Marc Alain Ouaknin”, Paoline 2001; "Hanno ritrovato la loro anima - Andrè Neher", Marietti 2006; "E Disse - Erri De Luca", Feltrinelli 2011] »

 

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