Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

“PASSAPAROLA”..  E ALLA FINE COSA PASSA?

TRADIZIONE E SCRITTURA - 1 - di Renzo Ronca - 7-11-13-h.8,30- (Livello 2 su 5)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il significato principale della parola “tradizione” che deriva dal latino, è “trasmissione”, nel senso di trasmettere, consegnare (per esempio dei libri sacri). E’ interessante notare che sempre nel latino, questa parola poteva significare anche “tradire, tradimento” (Treccani). “Tradizione” significa anche trasmissione nel tempo di verità o storie o miti in forma orale (a parole, “detto per detto” da padre in figlio ecc. ) oppure scritta.

 

Capiamo subito  che ci sono dei limiti a questa trasmissione a seconda del modo in cui viene usata.  Vediamo la trasmissione di uno scritto e la trasmissione a memoria di una storia.

 

a) Se io trasmetto uno scritto, la Bibbia per esempio, di generazione in generazione (come hanno fatto gli Israeliti con la Torah, la Legge, dal tempo di Mosè ad oggi) è un atto che si presta a pochissimi errori. Ci può essere qualche piccola svista in eventuali trasposizioni quando si copia il testo, ma in linea di massima diciamo che una volta stabilito un testo originale, “standard”, come può essere una Bibbia “canonica” (1),  se lo trasmettiamo di generazione in generazione possiamo dire con una certa tranquillità che rimane sempre uguale all’originale.

 

b) Se io invece trasmetto a voce ai miei figli una storia che mi ha raccontato mia madre quando ero piccolo, è molto probabile che nel corso della narrazione qualche parola me la dimentico e qualche altra la aggiungo. Alla fine, diciamo dopo 4-5 generazioni questo “detto per detto” potrebbe aver modificato sostanzialmente il racconto originale. Non parliamo poi se passa più di un millennio quante variazioni o mancanze ci saranno!

Una volta ad esempio vidi un esperimento simpatico su un filmato: c’erano delle persone in fila, una decina: veniva comunicato sottovoce un breve fatto alla prima persona, poi questa la comunicava, sempre sottovoce senza farsi sentire dagli altri, alla seconda persona della fila, poi questa alla terza e così via fino all’ultima persona; questa alla fine diceva ad alta voce il fatto che le è stato tramandato. Il raccontino iniziale cambiava sostanzialmente e alla fine la storia era  tutta diversa!

Possiamo dire dunque che le tradizioni orali, cioè passate “di bocca in bocca” tipo “passaparola” non sono molto affidabili.

 

 

Ma vi è un altro modo, molto pericoloso, in cui la tradizione agisce; mi riferisco alle abitudini consolidate di certe ricorrenze. Il rischio è che dopo un po'  la consuetudine diventa legge e guai a chi trasgredisce! Lo vedremo la prossima volta.

 

(continua)

 

 

(1)”Canonica”- cioè che è conforme al “canone stabilito”, vale a dire al testo originale.

 

 

 

 

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