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LA BIBBIA / IV Appunti sintetici per lo studio personale non commerciabili tratti liberamente dalla lettura di “ La Bibbia – Nuove istruzioni per l’uso” di Jean Claude Verrecchia (2010 ediz. ADV) - a cura di Gabriella Ciampi - 7-6-13 h. 9,30- (Livello 3 su 5) (Papiro Chester Beatty del III sec dC – conservato a Dublino)
IV/ LA BIBBIA ISPIRATA DA DIO O SCRITTA DAGLI UOMINI? Siamo arrivati ad un argomento spinoso e complesso: cosa si intende quando si dice che la Bibbia è “stata ispirata”? quali prove abbiamo che sia stata ispirata? E se sì, in che modo? Procediamo per sintetiche e semplificate affermazioni e riflessioni.
· La Bibbia contiene i messaggi di Dio al suo popolo ma anche domande degli uomini a Dio e degli uomini ad altri uomini. Verrecchia ci esorta a non considerare la Bibbia soltanto come contenente la Parola di Dio ma anche la parola dell’uomo, i suoi interrogativi, le sue riflessioni. Guardiamo le lettere di Paolo dove viene detto chiaramente che chi scrive risponde a domande precise rivoltegli da altre persone (1Cor 7:1), oppure specifica che sta parlando a proprio nome e non in nome di Dio (1Cor 7:12). Questo ci fa pensare che quindi non si tratta di un libro che contiene il messaggio di Dio e basta, ma contiene anche una gran mole di apporto umano, anche dal punto di vista redazionale. Luca ci ha dato un prezioso contributo spiegandoci in che modo ha redatto la sua opera scritta. In Luca 1:1-4 si capisce che la redazione è passata attraverso varie fasi, dalla raccolta dei fatti alla revisione del materiale, alla stesura, in un lavoro di gruppo, attraverso una specie di inchiesta. Quindi ispirazione più impegno, ricerca. · Gli autori sono ispirati: nasce un testo in cui il divino e l’umano interagiscono. Non possiamo ridurre l’ispirazione al semplice processo redazionale, cioè alla sola stesura scritta. Dio non ha scelto semplicemente uno scrivano che passivamente riportasse sulla carta le sue parole dettate. L’autore è un uomo che è entrato nel progetto della comunicazione divina conservando il proprio linguaggio, con le proprie caratteristiche culturali, il proprio contesto di appartenenza, il proprio tempo. Inoltre colui che è stato ispirato a volte ha fatto ricorso a fonti esterne, indipendenti (vediamo i libri dei Re e delle Cronache in cui si è attinto ai registri di corte e alle genealogie), ha dato versioni diverse dello stesso fatto (Mc 14:3-9 e Lc 7:3-50); sugli scritti sono intervenuti revisori, traduttori, copisti. · La catena dell’ispirazione comincia con Dio che ha preso l’iniziativa, continua con coloro che hanno “ascoltato”, che hanno scritto, che hanno revisionato, che hanno modificato, scartato o aggiunto, e finisce con colui che legge. L’ultimo anello di questa catena che riguarda il tema dell’ ispirazione – afferma Verrecchia – è il lettore il quale con l’ascolto mette alla prova la veridicità dell’ispirazione della Bibbia. È al lettore che spetta il rischio dell’interpretazione e del confronto esistenziale, diventando anche egli in questo modo “ispirato” da Dio.
(continua)
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