I VARI ASPETTI DELLA FEDE 3: L’AFFETTO FRATERNO

 - di M. Pisano - 9-2-13-agg 7-8-21

 

 

[Tiziano: Caino e Abele]

 

 

 

Stiamo iniziando a capire che all’uomo la sola fede teorica non basta affinché lui possa assomigliare alla creatura inizialmente pensata da Dio.

 

La fede è solo il primo passo di un cammino che dovrebbe portarci ad assomigliare sempre di più all’autore e compitore della nostra fede: Gesù Cristo.

 

Per dargli maggiore luce vi sono diversi aspetti da curare. Non basta esaltare quelle qualità che mettono in evidenza il lato individuale della fede, come possono essere la perseveranza e la conoscenza, ma occorre anche migliorare  quegli aspetti che pongono l’accento nei rapporti con gli altri come l’affetto fraterno e l’amore.

 

Per l’apostolo Giovanni amare il suoi fratelli spirituali era di fondamentale importanza perché tramite l’amore per i suoi fratelli dimostrava l’amore che aveva per Dio:

 

“Se uno dice: Io amo Dio, e odia suo fratello, è un bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che ha visto, come può amare Dio che non ha visto?” (1Gv. 4:20)

 

L’amore per Dio che non si vede si manifesta attraverso l’amore per chi possiamo vedere ossia i nostri fratelli.

 

L’amore verso di loro non è un semplice sentimento o un esternazione verbale ma è inseparabile dall’amore per Dio e dall’obbedienza ai suoi comandamenti.

 

Ma chi sono i nostri fratelli e sorelle?

 

“Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che l’ha generato, ama anche chi è stato generato da lui (1Gv. 5:1)”

 

 

Anche se un credente non conduce una vita esemplare, egli deve essere tuttavia oggetto dell’amore di suo fratello. Questo amore non deriva da qualche particolare caratteristica ma dalla sua nascita poiché chiunque ama colui che l’ha generato, ama anche chi è stato generato da lui.

 

Giovanni oltre a esortare i fratelli ad amarsi lascia anche un importante avvertimento per metterci in guardia dai pericoli che possono scaturire dall’odio verso il proprio fratello:

 

“Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello è tuttora nelle tenebre. Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere. Ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi” (1Gv. 2:9-11).

 

Credere che un credente non possa odiare un altro credente è un ipotesi che pecca di ingenuità. Giovanni ci mette in guardia da un pericolo diventato fin troppo presente, ed aggiunge che chi non riesce a non odiare il proprio fratello non è ancora sfuggito dalle tenebre.

 

“Allora l’Eterno disse a Caino: “Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta in agguato alla porta i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare” (Ge. 4:6-7)

 

Caino era invidioso di Abele perché il Signore guardava con favore all’offerta di Abele e l’invidia generò in Caino l’odio che poi è sfociato nell’omicidio.

 

L’odio non è un sentimento che nasce all’improvviso ma ha delle radici profonde come può essere ad esempio l’invidia, il rancore per qualche torto subito o un offesa non perdonata. E’ da questi semi che nasce l’odio verso i nostri fratelli e lascia nei nostri cuori una porta  aperta al peccato; se non siamo forti da dominarlo rischiamo di fare delle disastrose cadute spirituali.

Caino fu sopraffatto dall’invidia e finì con l’uccidere suo fratello.

 

Da parte nostra è necessario impegnarsi affinché questi sentimenti non prevalgano su di noi e molto probabilmente non saremo mai completamente in grado di poter combattere da soli.

 

Allora cosa possiamo fare se ci accorgiamo che in noi sta nascendo un sentimento di odio verso qualche fratello?

 

Innanzitutto dobbiamo sforzarci di capire da dove nasce questo sentimento per porvi rimedio e sforzarci di perdonare con tutto il cuore se si tratta di un offesa; anche se non abbiamo ricevuto le scuse dobbiamo avere la predisposizione a perdonare sempre e non serbare rancore.  

 

Allora Pietro, accostatosi, gli disse: «Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?». Gesù gli disse: «Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” (Mt. 18:21-22).

 

Abbiamo letto che Giovanni paragona il cammino di chi odia ad una persona che si trova ancora nelle tenebre (1Gv. 2:9-11).

 

Una persona che cammina al buio rischia o di perdersi o di cadere e farsi male.

 

Se andiamo a leggere il salmo 119:105 è scritto che la parola è una lampada ai nostri piedi perciò chi è accecato dalle tenebre è perché non riflette sulla parola e quindi non ha la luce di Dio con cui orientarsi a differenza di chi invece si impegna ad amare perché conosce e medita la parola di Dio e si lascia guidare dal Signore mettendo da parte il proprio ego; per questo motivo Giovanni raffronta chi serba odio verso i fratelli a persone che vivono nelle tenebre.

 

Ancora oggi questi consigli purtroppo sono poco ascoltati, forse perché siamo negli ultimi tempi e l’amore di molti si è raffreddato e si è portati a vivere sempre più egoisticamente.

 

Tendiamo sempre di più a isolarci e racchiuderci nel nostro guscio tuttavia la fede non può essere vissuta in modo individualistico, essa va condivisa non solo a parole ma dimostrata anche con i fatti:

 

“Or se un fratello o una sorella sono nudi  e mancano del cibo quotidiano, e qualcuno di voi dice loro: “Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi”, ma non date loro le cose di cui hanno bisogno per il corpo, a che giova?” (Giacomo 2:15-16)

 

Per chi si trova ad avere bisogno persino del cose essenziali servono ben poco i sentimentalismi come un abbraccio o un saluto se non si fa nulla per tentare di risolvere i problemi, in questo caso, relativi al cibo e all’abbigliamento.

 

Se diciamo di amare veramente Dio allora adoperiamoci per amare anche i nostri fratelli come se fossero davvero parte della nostra famiglia, sopportiamo il peso della croce e sforziamoci di amarci gli uni agli altri.

 

 

CORRELAZIONI

 

FEDE E CONOSCENZA (Anna Cuomo)

CONOSCENZA DI DIO E LIMITI UMANI (Angelo Galliani)

LA GUIDA PER LA CONOSCENZA (Matteo Pisano)

PREDESTINAZIONE E PRECONOSCENZA  (Renzo Ronca)

AMORE CRISTIANO PIU' MATURO – CONOSCENZA – DISCERNIMENTO – POTERE E RESPONSABILITÀ (Renzo Ronca)

 

 

 

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