Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

FORME MENTALI DI BATTESIMO CRISTIANO

         Quale il sentimento prevalente tra tradizione, compiacenza, devozione, ragione, unione?

di Renzo Ronca – 28-1-13 - h.12,30 - (Livello 2 su 5)

 

 

 

 

 

 

 

Premetto che il nostro è un parlare cristiano evangelico, cioè di persone di fede cristiana che considerano il battesimo come una scelta da risolvere da adulti con coscienza davanti al Signore. Questo ovviamente non prende in considerazione il battesimo cattolico, dove il neonato non è partecipe di alcuna scelta.

 

Battesimo di tradizione – E’ quello dove le cose si fanno “perché si sono sempre fatte così ed è bene fare così perché lo dicono tutti in chiesa”. Viene un periodo in cui il pastore dice: -Allora ragazzi anche quest’anno organizziamo i battesimi come tutti gli anni; se vi sentite pronti da lunedì iniziamo la preparazione; va bene?- Non vi è una vera e propria forzatura, però è facile che adolescenti della stessa età che hanno fatto la scuola biblica insieme dalla nascita, “sentano” di fare il battesimo quando vengono “sospinti” dal pastore, seguendo un poco la corrente della chiesa. In fondo quando il pastore dice - ….da lunedì iniziamo la preparazione; va bene?- è molto più facile, seguire che dire di no. Non mi pare che ci sia molta convinzione; non credo sia consigliabile.

 

Battesimo per compiacenza - Può dipendere da genitori o pastori troppo pressanti i quali senza avvedersene lasciano intendere il battesimo come condizione di affetto ed accettazione. Stessa cosa per un coniuge che si aspetta il battesimo del suo compagno o compagna. Uno potrebbe vedere il battesimo come  mezzo per restare nel gruppo, nella famiglia, per poter continuare a ricevere amore e sicurezza. Il battesimo per  non dispiacere i genitori o altre persone è molto comune, ma non va bene. Sbaglia chi lo fa e sbaglia chi lo suscita.

 

Battesimo di devozione – E’ quando uno è devoto, segue cioè le regole della chiesa fedelmente, ci crede, fa le cose perché “devono” essere fatte. Più che convinzione interiore si tratta di seguire “la legge”. Se ci fosse il “dogma” del battesimo sarebbero queste persone ad averlo inventato. Credo sia inutile farlo, come era inutile la circoncisione al tempo di Paolo. E’ dentro al cuore la spinta del battesimo, non nel doverlo fare.

 

Battesimo di ragione – Sono quelli che da soli “arrivano a capire” che è bene farlo, quelli del “perché no?”. Ci arrivano per deduzione dopo un complesso lavoro mentale razionale. “Visto questo, visto quello, visto quell’altro… sono più i motivi per il si che per il no, allora perché non farlo? mi pare logico farlo…”. Bisognerebbe vedere caso per caso, ma personalmente non amo chi arriva a fare il battesimo quasi per calcolo o perché “capisce intellettualmente” che va fatto. Da queste persone sembra assente il desiderio lo slancio dell’unione d’amore. O forse lo desidererebbero ma non riescono a lasciarsi andare alla fede semplice, e ad un certo punto dicono:  “…credere che Dio sia lì vicino a te… beh insomma… non esageriamo con la fede… un certo controllo mentale ci vuole sempre… può essere una cosa buona battezzarsi, magari è una tappa di un cammino… e visto che l’ho iniziato…perché no…” Consiglierei a queste persone di aspettare. Se non c’è il “fuoco dell’amore” non ci può essere nemmeno il fidanzamento, figuriamoci il matrimonio.

 

Battesimo di unione – Penso sia quello giusto. E’ quando un’anima completa (spirito e corpo) desidera incontrare il suo Signore, perché riconosce l’oggetto amato come Signore. Signore ed amato. Due condizioni importanti che comportano rispetto e desiderio di restare uniti. E’ una specie di fidanzamento-matrimonio alla vecchia maniera, dove Lui è il Signore dell’anima nostra, lo “Sposo” che l’anima nostra desidera avere sempre vicino. E’ l’impegno ufficiale, reale, davanti a testimoni, di una scelta di cui è bene far festa, perché segna il passaggio da uno stadio adolescenziale di fede, ad uno più maturo dove non si ragiona più al singolare.

 

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