Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Scorciatoie ed “allungatoie”

 Gestirci la vita da soli senza ascoltare le indicazioni del Signore non è molto conveniente

di Renzo Ronca - 23-11-12- h.10,15 - (Livello 1 su 5)

 

 

 

L’uomo cerca sempre di ottenere il più presto possibile quello che desidera, come il bambino quando desidera una cosa e la vuole subito. E’ molto difficile spiegare ad un bambino perché deve aspettare domani. Il senso del domani non è comprensibile per lui. Anche in alcune culture semplici il domani non ha senso: è stato provato che a certe etnie domande del tipo “vuoi questo cinturone  adesso o un cavallo sellato domani?” c’era quasi sempre la stessa risposta: il cinturone. Il domani è una cosa non tangibile, “inesistente”, che causa tristezza.

Io stesso ricordo, quando ero in una forte depressione, sebbene il Signore mi consolasse, quando sapevo di dover rimandare l’attesa di un lettera o di una telefonata al giorno successivo mi arrabbiavo e poi cadevo nella disperazione.

E’ anche per questo, per non essere in grado di superare il tempo presente con la fiducia nel domani, che l’uomo si va a cercare strade apparentemente più brevi per ottenere quello che desidera. La maturità non è così.

Se poi all’immaturità di fede aggiungiamo un carattere orgoglioso pragmatico materialista di chi fonda tutto sulle proprie forze, che non tollera di essere gestito da nessuno, uomo o Dio che sia, allora ecco che la fede è lucidamente vista come un pericolo da cui ci si deve difendere.

Ma anche chi ha fede non si senta superiore. I tempi di Dio non sono quelli dell’uomo: a volte ci sorprendono per l’immediatezza o superano addirittura le nostre aspettative perché si realizzano addirittura prima di quanto noi pensiamo; altre volte invece ci sembrano infinitamente lenti in un’attesa quasi insopportabile:

Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno (2Pietro 3:8)

Prendiamo ad esempio il patriarca Abramo, esempio per noi di grande fede. Egli di fronte alla promessa “illogica”  di Dio secondo la quale avrebbe avuto tanti discendenti, non ebbe molta fede, cominciò a razionalizzare a vedersi vecchio a vedere sua moglie Agar vecchia… Così si lasciò convincere da Sara a prendere una “scoriciatoia” affinché si realizzasse la promessa di Dio: pensò che forse poteva avere discendenza da una schiava più giovane, Agar. In questo modo pensò di “dare una mano” alla promessa di Dio che era lontana e praticamente “impossibile”. Ma questa scorciatoia, come sappiamo, con la nascita di Ismaele procurò non pochi guai ad Israele. Ismaele, pur benedetto da Dio e capostipite di un popolo numeroso, fu sempre contro… Potremo dire che Abramo, dando retta a Sara, non prese una scorciatoia ma una “allungatoia” che gli procurò più danni che benefici.

Anche noi facciamo spesso così. “Si ho fede in quello che dice il Signore” diciamo, “..però se faccio in quest’altro  modo che dico io, sicuramente più adatto a me ed ai miei tempi, otterrò prima e meglio quello che dice il Signore. Anzi, può darsi che il Signore desideri che io faccia così come dico io…”

Devo dire che io ho spesso fatto di testa mia. Diciamo quasi sempre, ascoltando tutti ma poi facendo come dicevo io. Beh, oggi che sono anziano devo confessare che quasi sempre pensando di fare prima e meglio mi sono complicato la vita in maniera indicibile. Spesso sono stato la causa involontaria di liti divisioni malattie e giri lunghissimi per poi tornare al punto di partenza, sfinito ed abbattuto. E’ stato proprio quando disperato ho “buttato la spugna” per così dire, che il Signore si è manifestato avendo pietà di me e riportandomi la speranza di vivere.

C’è una bella frase che parla di giovinezza e maturità: "In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». (Giovanni 21:18)

Adesso cerco di gestire la mia vita il meno possibile, dando tutto lo spazio che posso al Signore a cui ho cercato di offrirla. Sono ormai sicuro per esperienza che ciò che suggerisce il Signore è senza dubbio la cosa migliore per me e che si realizzerà molto più rapidamente di come avrei fatto io, perché Lui considera tutte le cose che ci sono da considerare e che io non so.

E’ per questo che mi permetto di dire alle persone abituate a controllare e programmare tutto di se stesse della propria famiglia e della vita in genere, che la fede non si dimostra a parole continuando a fare come facevamo prima, ma si dimostra coi fatti, dando a Signore la giusta fiducia per poter decidere di noi. Decidere di noi. Non decidere noi cercando l’appoggio del Signore, ma Lui decidere di noi. Il Signore è come un Re, a Lui spetta guidare; non perché sia un despota, ma perché è l’unico che ci sappia amare e sappia darci il meglio. Lui fa questo. Io ancora devo capire perché ci ami così tanto, ma è così. Ogni mio piano per me stesso si è sempre rivelato inferiore e contorto rispetto alla perfezione e brevità del suo bene per me. Se potete, se volete, cercate di abbandonarvi al Signore gestendo meno voi stessi. Non c’è nulla da proteggere quando ci abbraccia chi ci ama, c’è solo da offrire tutto di noi, sicuri che in Lui troveremo molto di più di quanto lasciamo.

 

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