Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

Santuario - Conclusioni - 1

Santuario 18 - di Renzo Ronca - 9-7-12

Abbiamo osservato il Santuario israelitico nel suo insieme e nei suoi dettagli. Adesso possiamo fare due cose: approfondire gli studi per comprendere i tesori simbolici che ha pensato Dio e lodarlo per la Sia infinita sapienza, oppure fermarci e riflettere sul senso di quanto abbiamo letto considerandolo sufficiente per il nostro cammino.

Certo le perfezioni ancora da scoprire nel tabernacolo mobile sono tante e ci sorprenderebbero… guardate per esempio questo schema:

fig.34

 

Nella figura 34 viene mostrata una geometria perfetta tra il posizionamento dell’arca nel luogo santissimo (il centro della prima diagonale in alto) e il posizionamento dell’altare dei sacrifici nel cortile (il centro della seconda diagonale in basso). Un collegamento sublime tra la Gloria e la croce. Molto ci sarebbe da dire solo su questo; senza contare poi il significato simbolico delle pelli che rivestono il tabernacolo, il tipo i colori dei tessuti interni, ecc ecc. Tante sarebbero le scoperte e gli studi su questo argomento e tutte sarebbero meravigliose; però pensiamo che il nostro compito sia per ora capire l’essenziale del messaggio divino del santuario, capirlo bene, trasportarlo nei nostri cuori in funzione degli ultimi tempi.

 Faremo in questo modo per non appesantire troppo la trattazione, lasciando se mai al singolo studioso l’iniziativa di indagare le altre profondità bibliche.

 

 

 

Proviamo allora a trarre delle conclusioni su quanto abbiamo già esposto nelle nostre puntate precedenti:

Il punto centrale è la presenza di Dio sulla Terra, “dentro” al Suo popolo, raggiungibile da tutti.

Questo atto voluto da Dio è il gesto d’amore del genitore che non abbandona mail il figlio e gli vuole lasciare la porta aperta per tornare, anche se il figlio  l’aveva abbandonato. Non solo una porta aperta, ma una presenza vera, potente, una comunicazione continua, un rifugio, una guida, un messaggio per trovare la strada del ritorno a casa.

Tutto il Santuario esprime in forma simbolica e pratica l’amore di un Padre con la donazione del Figlio, affinché l’uomo, riconoscendo e apprezzando questo amore sublime, sia messo in grado di fare il percorso inverso alla caduta, ovvero l’innalzamento a “coerede con Cristo dell’eredità di Dio”. (vedi C'E' DIFFERENZA TRA "SALVEZZA" E "RICOMPENSA FINALE" PER I CREDENTI? )

Come già detto nel cap.7 IL VIAGGIO VERSO DIO , vediamo che da sopra l’Arca (fig.6 al centro delle frecce) si manifesta la presenza di Dio che si espande e si fa sentire nei cuori degli uomini. Di TUTTI gli uomini.

 

 

Fig.6

 

 

 

 

 

 

Dalla manifestazione della presenza dell’Eterno sopra il propiziatorio-Gesù ecco che il Suo richiamo di Padre: “dove sei?”(1) (Gen.3:9) si espande come un alone dall’Arca in tutto il Tabernacolo, nel Santuario, nel cortile, in tutto il campo, in ogni parte della Terra…. Ed ecco che chiunque avverte questo richiamo, senza distinzione (2)  può tornare, perdonato per i meriti di Cristo.

Vi è quindi:

1)L’azione di richiamo da parte di Dio-Padre che cerca i figli Suoi;

2)L’azione di risposta (fig.7) degli uomini che, potenzialmente resi abili a questo ritorno per i meriti del Cristo, possono avvicinarsi a Dio.

 

fig.7

 

 

 

 

 

Ecco allora che l’azione dell’Eterno avvolge l’uomo e lo chiama, e se questo torna, viene a completare un cerchio perfetto, di comunione perfetta tra Creatore e creatura, che si era interrotto con il peccato.

Il Santuario, e specialmente il propiziatorio dell'Arca, per usare un termine fantascientifico, è il nostro “stargate”, è la porta del cielo, la comunicazione simbolica della nostra storia passata e futura; è allo stesso tempo la presenza pratica e reale del nostro Dio che si rende accessibile all’uomo, a patto che si “decontamini” seguendo la strada che Dio stesso gli indica. Gesù, il Cristo è tutto ciò; Lui è la nostra "porta del cielo".

(continua)

 

 

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