Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA CORTINA (TENDA O VELO DI SEPARAZIONE)(1)

 

 Santuario 16 - di Renzo Ronca - 6-6-12

fig.32(2)

 

 

 

 

 

Il “luogo santissimo” era nascosto da una cortina, una spessa tenda di 5 metri di lato. Era lo stesso telo che avvolgeva l’arca quando Israele si spostava (il santuario era stato costruito proprio per essere trasportato con facilità). Sul telo di “lino ritorto” a colori viola (cielo profondo), porpora (segno del manto regale) e scarlatto (sangue, vita), erano raffigurati degli angeli, come a dire che il paradiso dopo la cacciata dell’uomo era protetto e l’uomo non vi poteva più entrare.

 

Dietro la cortina c’era l’arca (un contenitore) con sopra il propiziatorio (una specie di coperchio), su cui splendeva la Gloria di Dio.

 

La potenza, il mistero e la pericolosità, il timore dell’arca nascosta, che nessun uomo poteva vedere o toccare (che divenne poi un mito),  si possono dedurre da diversi punti della Scrittura, tra cui 1 Samuele nei cap. 4, 5, 6.

 

Fino alla venuta di Gesù, alla Sua morte e resurrezione, nessun uomo poteva accedere alla gloria di Dio e restare vivo. Prima di Gesù nessuno sapeva come poteva essere o parlare Dio.  Lo stesso Mosè (prefigurazione di Cristo), che “parlava col Signore faccia a faccia”,(3)  non poteva vedere tutta la gloria del volto di Dio.(4) [Secondo alcuni studiosi Mosè più che parlare e vedere Dio-Padre, poteva invece incontrare il Dio-Figlio,  il Signore Gesù, in gloria]

Solo il Sommo Sacerdote (altra prefigurazione del Cristo),  una volta l’anno, poteva entrare nel luogo santissimo, dopo aver sparso il sangue sulla tenda,  per intercedere per i peccati di tutto il popolo (prefigurazione del giudizio finale).

 

Questo velo, questa tenda, non rimase solo nel santuario mobile, ma anche nel tempio in muratura di Salomone, poi in quello di Zorobabele ed anche in quello di Erode.

 

Vi fu un momento preciso, molto importante, in cui il velo si squarciò, ed accadde esattamente quando Gesù morì sulla croce:  Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo[…] (Matt 27:51).  Con la morte di Gesù si apre la via a Dio-Padre.

L’apertura da cima a fondo è molto significativa: è uno squarcio dall’alto verso il basso, non dal basso verso l’alto; come a dire che “non le mani dell’uomo, ma le mani di Dio strapparono il velo dal cielo verso la terra”. Cioè a dire che l’ingresso al Padre non era più “velato”, nascosto, ma era stato aperto, era libero all’uomo santificato.

 

Comprendiamo bene il significato:

L’uomo, secondo il piano di Dio,  era già destinato a conoscere Dio e far parte dell’eternità, ma ci fu uno stop con l’inganno del serpente e l’uomo non poté più restare in un ambiente puro, così vicino a Dio. Sarebbe morto proprio per la sua opacità acquisita. L’uomo con la disubbidienza entrò nel peccato che è una specie di  inquinamento anti-Dio; e così,  proprio per non essere subito distrutto dalla potenza della purezza di Dio (scusate non abbiamo i termini per spiegare la sostanza divina e il suo opposto che non può convivere insieme per situazioni che non possiamo nemmeno immaginare), dovette essere allontanato per poterlo far vivere ancora. Fu una punizione, ma anche uno stato di separazione momentanea in attesa della possibilità di ritorno che l’Eterno pensò e realizzò in Cristo. L’uomo prima di Cristo, cacciato dall’Eden, era divenuto “nemico di Dio” e Dio era per così dire “nemico dell’uomo” (anche qui è un giro di parole per dire che tra i due non c’era più comunione, crescita e sviluppo spirituale d’amore, che avrebbe portato l’uomo a maturità). Tale inimicizia era simboleggiata dalla cortina di divisione tra il “luogo santo” e “il luogo santissimo”. La terminologia “Dio nemico dell’uomo” ovviamente non va intesa in senso letterale, ma come se all’uomo, sotto il potere di satana, Dio apparisse come un nemico. Satana cioè dominando l’uomo, gli aveva trasmesso la sua inimicizia e ribellione contro Dio. Dio si trovava così, nonostante l’amore per l’uomo, ad essere dall’altra parte del recinto, come fosse un nemico.

 

Con lo squarcio del velo del tempio alla morte di Gesù, Dio voleva significare che da quel momento in poi la strada per il paradiso era di nuovo aperta, nel nome del Figlio Suo Gesù Cristo, che aveva pagato col Suo sangue il sacrificio necessario. Dio Padre insomma quando Gesù come uomo aveva ubbidito fino alla morte in croce, completando la Sua missione di salvezza per noi, strappando il velo dall’alto verso il basso, indica che non è più “in guerra” con l’uomo, o per meglio dire, che non c’è più alcuna condanna per l’uomo credente, avendo Cristo pagato per noi ed avendo Lui, Dio-Padre, gradito quell’offerta di riscatto.

 

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. (Romani 8:1-2)

 

(continua)

 

 

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NOTE

 

(1)«Farai un velo di filo violaceo, porporino, scarlatto, e di lino fino ritorto con dei cherubini artisticamente lavorati e lo sospenderai a quattro colonne d'acacia, rivestite d'oro, che avranno i chiodi d'oro e poseranno su basi d'argento. Metterai il velo sotto i fermagli; e lì, di là dal velo, introdurrai l'arca della testimonianza; quel velo sarà per voi la separazione del luogo santo dal santissimo. (Esodo 26:31-33)

 

(2) Imma da “Il tabernac. tipico”

 

(3) “Or il SIGNORE parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico; poi Mosè tornava all'accampamento; ma Giosuè, figlio di Nun, suo giovane aiutante, non si allontanava dalla tenda”. (Esodo 33:11)

 

(3)Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» 19 Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». 20 Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». 21 E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; 22 mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; 23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere». (Esodo 33:18-23)

 

 

Fonti scritturali: “Libro dell’Esodo” di A. Pellegrini; “Il santuario sinaitico”; “La rivelaz del Cristo nel tabern di Mosè” di T.E.; “Il tabernac. tipico”

 

 

 

 

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