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ALTARE DI RAME o dei sacrifici o degli olocausti - da Esodo 27 (1) Santuario 9 - di Renzo Ronca - 18-5-12 Fig. 16 (2)
Nel percorso dentro al santuario che abbiamo visto la volta scorsa (vedi sotto fig.15) l’altare degli olocausti è il primo arredo che si incontra, ed anche il passaggio obbligato prima di poter avvicinarci al tabernacolo.
FIG.15
Significato del termine Nella nostra lingua il termine “altare” deriva dal latino e significa “alto, posto in alto”. Ma in ebraico deriva da un verbo che significa “uccidere, scannare”. Questo ci fa pensare subito alla immediata e forte relazione che c’è in questo arredo con il sacrificio offerto a Dio. Secondo la mentalità israelitica (che dobbiamo sempre sforzarci di tenere presente per capire la Bibbia) non ci può essere altare senza sacrificio; allo stesso tempo per estensione, non ci può essere preghiera rivolta all’Eterno senza l’intercessione dell’Agnello di Dio che è Cristo Gesù offerto sulla croce. Qualche riflessione Voi quando pregate chi pregate e come pregate? Ci sono, nel corso delle vs preghiere, dei nomi e delle creature che non c’entrano niente con Dio, come gli angeli, la madre di Gesù, i santi? Ogni preghiera che non passa attraverso il sacrificio di Cristo è una preghiera difettosa o sbagliata. Ci sono persone che non arrivano a capire e altre persone che non ci vogliono arrivare; certo Dio legge i ns cuori e sa chi accogliere e non accogliere, però da quello che vediamo, non è prevista una preghiera fatta in nome di qualcun altro che non sia Cristo. Lui solo è stato offerto per noi. Materiale dell’altare e suo significato L’altare (fig. 16 e 17) era costruito in legno d’acacia e poi rivestito di bronzo. Il legno d'acacia era leggero, abbastanza facile da trovarsi, resistente, non veniva facilmente intaccato dagli insetti, quindi era duraturo.
Fig. 17(3)
Il rame (a volte troviamo scritto “bronzo”) è simbolo di stabilità e potenza (Dan 10:6; Apoc 1:15). Anche i quattro corni messi negli angoli, su cui il sacerdote spargeva il sangue del sacrificio, per un popolo in movimento che aveva pecore e buoi, rappresentavano potenza in tutte e quattro le direzioni.
fig. 18
La graticola di rame sotto cui era la brace e la fiamma, serviva a bruciare l’offerta in sacrificio.
Fig.19
La forma intrecciata a rete della graticola, simile a sbarre, secondo alcuni commentatori rappresenta la sofferta ubbidienza di Gesù fino alla morte. Una specie di “legame imprigionante” sulla croce che Egli comunque accetta volontariamente: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà» (Matt 26:42)
Qualche riflessione Ci si può chiedere come mai tanto sangue, perché è necessario tutto questo, perché la croce… cerchiamo di spiegarlo: Una cosa è l’apparenza ed una cosa è la verità. Il significato vero sta nel fatto che NON è Dio che obbliga l’uomo a fare dei sacrifici con spargimento di sangue altrimenti Lui non è contento; in questo modo ancora grezzo di spiegare le cose nel VT, si vuole esprimere un concetto inverso che allora sarebbe stato difficile da spiegare, ma che oggi è alla nostra portata: E’ l’uomo che si trova già coperto di sangue e di violenza perché si è staccato da Dio. Per riscattarlo da questo sangue e da questa violenza ecco che il Signore Gesù si avvicina e prende su di Sé tutto il sangue e la violenza del peccato già esistente. Quel sangue quella violenza non soddisfano certo Dio, e non è nemmeno desiderato, Egli ne farebbe volentieri a meno, ma sono una conseguenza del nostro allontanamento, un peccato attaccato alla nostra pelle, che solo l’offerta pura e immacolata di Cristo ha potuto prendere su di Sé e renderci di nuovo puri come Lui era puro.
Quindi per arrivare a Dio non è che il sangue e la violenza siano necessari, anzi tutto il contrario. Il fatto è che, siccome l’uomo è già immerso nel sangue e nella violenza per il suo peccato, e siccome da solo non potrebbe mai riscattarsi, allora Dio gli viene vicino e in Cristo si prende Lui stesso il nostro sangue e la nostra violenza, pur di liberarcene, per amore nostro.
“Dio non costringere l'uomo ad amarlo, ma affinché l'uomo ritorni a Lui, Egli si pone sull'altare quale vittima della spada. È il primo a subire le nostre violenze e crimini (Is 63:9). L'umanità si è separata da Lui e si nasconde, come fecero Adamo, Caino, Giuda (Gn 3:10; 4:16; Gv 13:30). Il peccato è la strada che conduce alla morte e l'Emmanuele l'ha percorsa per raggiungerci, non solo nella valle dell'ombra della morte (Sl 23:4), ma anche nel sepolcro pur di liberarci dalla nostra autocondanna.”(4)
(continua)
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NOTE (1)Esodo 27:1-8 (vedi anche Es 38:1-8; Ez 43:13-17)1 «Farai anche un altare di legno d'acacia, lungo cinque cubiti e largo cinque cubiti. L'altare sarà quadrato, e avrà tre cubiti di altezza. 2 Ai quattro angoli farai dei corni che spuntino dall'altare, e lo rivestirai di bronzo. 3 Farai pure i suoi vasi per raccogliere le ceneri, le sue palette, i suoi catini, i suoi forchettoni e i suoi bracieri; tutti i suoi utensili li farai di bronzo. 4 E gli farai una graticola di bronzo a forma di rete; sopra la rete, ai suoi quattro angoli, farai quattro anelli di bronzo. 5 Porrai la rete sotto la cornice dell'altare, nella parte inferiore, in modo che la rete raggiunga la metà dell'altezza dell'altare. 6 Farai anche delle stanghe per l'altare: delle stanghe di legno d'acacia, e le rivestirai di bronzo. 7 Si faranno passare le stanghe negli anelli; le stanghe saranno ai due lati dell'altare, quando lo si dovrà portare. 8 Lo farai di tavole, vuoto; dovrà essere fatto come ti è stato mostrato sul monte. (2) da “I vasellamenti sacri e gli arredi del tabernacolo d’Israele” di H.W. Soltan (3) da tagnet.org/elsantuario (4) da “Il libro dell’Esodo” di A. Pellegrini
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