Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

IL SABATO: QUALCHE MOTIVO PER RISPETTARLO

Di Renzo Ronca – 10-5-12

 

Rispettare il sabato (cioè non lavorare in qs giorno e dedicarlo ad un riposo fisco, mentale e spirituale) è bene.

E’ bene osservare il sabato prima di tutto perché ce lo dice Dio stesso nei comandamenti:

Esodo 20:8 Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. 9 Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è sabato, sacro all'Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte;

Secondo è bene perché in questa osservanza vi è una “benedizione nella santificazione”:

Esodo 20:11 poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l'ha santificato.

Questi concetti di benedizione e santificazione nel sabato andrebbero sviluppati e spiegati con molta più calma; per ora diciamo solo che nel riposo interiore del sabato vi è la chiave di accesso alla contemplazione dell’eternità.

Il senso del sabato infatti non è relegato ad un solo giorno settimanale ma si espande come si espande la nostra anima e li avvolge tutti.

E, come tutti i sei giorni si protendono al sabato che è il settimo, così tutto il nostro tempo terreno, pervaso e irrorato dalla contemplazione del sabato, che è senza tempo perché in esso Dio si fermò a contemplare la creazione, si protenderà all’eternità che Dio ci ha promesso. Un luogo-tempo in cui noi espanderemo la benedizione contemplativa del sabato di oggi.

 

Tutto il popolo di Dio ha sempre osservato il sabato, anche Gesù lo faceva, anche gli apostoli lo facevano; anche i primi cristiani l’hanno sempre osservato.

L’introduzione della domenica è qualcosa di posticcio, appiccicato per gradi (arrivando lentamente persino alla pena di morte), a posteriori, dal cattolicesimo di Roma che voleva distinguersi dall’ebraismo. Il primo giorno della settimana, che venne chiamato “giorno del Signore” da cui poi derivò “domenica”, era una festività al dio sole; dedicazione rimasta nell’inglese sun-day. Una festa al sole, lo stesso dio che poi veniva festeggiato il 25 dicembre come “dies natalis Solis invicti”. In pratica invece di togliere questa festa all’idolo, fu lasciata e ci fu messa sopra arbitrariamente la festa a Gesù il quale con il Natale del 25 gennaio ha davvero poco a che fare.

E’ bene osservare il sabato, come qualsiasi altro comandamento, come conseguenza della salvezza per fede.

I comandamenti non salvano e la loro osservanza fanatica letterale è molto rischiosa se non li abbiamo prima introiettati. E’ rischiosa perché potremmo facilmente fare un idolo di tutto, anche della legge stessa, e dunque anche del sabato, come facevano i giudei al tempo di Gesù a cui disse per questo:   «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato; (Marco 2:27).

Tuttavia l’anima salvata, cercherà di aderire volontariamente, naturalmente, spontaneamente, il più possibile alla volontà di Dio. Questo bisogno di aderenza e di unione non è più per un obbligo di legge, ma per desiderio personale d’amore, di comunione, di uniformarsi al Padre, di essere un tutt’uno con Lui. Ora Dio ci ha parlato del sabato e ce lo ha dato come dono, perché non aderirvi se dentro di noi l'anima nostra esulta e gioisce nel farlo?

Questa spinta-attrazione verso Dio è presente in ogni anima “nata di nuovo” e verrà applicata con comportamenti adeguati a seconda della maturità di ciascuno, senza giudicarci tra noi credenti.

 

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