Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

L’INVIDIA DI CAINO

riflessioni sull’origine di questo peccato

di Renzo Ronca - 27-11-10

 

 [Caino e Abele (particolare)  -  Scuola Napoletana del XVII secolo]

 

 

1 Giovanni 3:11 Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. 12 Non come Caino, che era dal maligno, e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste. 13 Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. 14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 15 Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. 16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 17 Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? 18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.

 

Se Satana riesce a trovare un piccolo spazio, ha la capacità di insinuarsi nella nostra mente, introdurre elementi fuorvianti e farci dedurre conclusioni devastanti, che sempre conducono alla morte, prima spirituale e poi fisica.

L’invidia di Caino fu la conseguenza di una impostazione mentale errata, suggerita dal maligno.

Essendo il diavolo “padre della menzogna” (Giov. 8:44), si può intendere quel “padre” come uno che genera continuamente il contrario della verità. La verità è in qualche modo associata alla vita in Cristo.[1] Il contrario della  vita è la morte e la morte è ciò che rimane quando una creatura, illudendosi di poter essere come Dio, tenta di creare un sistema di vita diverso.

Credo che il primo atto del peccato stia nel distacco dall'Eterno.[2]

Il bellissimo e perfettamente creato Lucifero[3], ha cominciato probabilmente a contemplare se stesso, invece del Creatore. Questa interruzione di irraggiamenti d’amore che può avvenire solo nell’unità con Dio, ha in qualche modo inquinato la perfezione iniziale allontanandolo dal Creatore e quindi non è stato più in grado di rifluire nella sapienza creativa, di comprendere e produrre il bene.

Dio è un essere di una “unicità composta”, quando dice “Io”, dice “Noi”. Satana distaccato da Dio perde questa capacità pluralistica di essere. Il “noi” perde sempre più di significato mentre si ingigantisco l’ego.

Ecco allora l’influenza del diavolo in Caino: prima il distacco dal concetto di fratellanza, di unità familiare (la famiglia in fondo è un “uno” composto di più unità) e poi l’innesco di un ragionamento al singolare, basato su una giustizia che non tiene più conto del bene comune, ma del bene proprio.

Il diavolo è riuscito a trasmette parte di sé a Caino: la desolazione rabbiosa della solitudine nell’arroganza della ribellione. Caino non vede più “il fratello Abele” che offre un sacrificio, ma vede un Abele estraneo, un rivale, “colpevole” di avergli tolto un premio o peggio di essere stato “migliore” di lui.

Senza Dio non c’è amore e Caino non può capire il senso dell’offerta che è appunto un atto di puro amore[4]. Vede l’offerta come una gara-dovere verso un dio-padrone che valuterebbe solo in base al prodotto. Lo scopo quindi non è più onorare Dio, ma vincere una competizione.

Eccola l’invidia di Caino: in un distorto sistema mentale distaccato da Dio, egli valuta la giustizia come maggiore o minore guadagno, un acquisto[5], un possesso, a vantaggio solo di se stesso. Tutti gli altri sono ostacoli, concorrenti fastidiosi che gli tolgono quanto gli è dovuto.

Questo accade a chi si allontana dall’amore vivo del Signore: si allontana dalla vita e porta solo la morte come il diavolo.

L’invidia (spesso associata con la gelosia[6])  non è un sentimento da trascurare ma è la spinta verso l’uccisione di un ipotetico rivale, prima mentalmente, in maniera fantasiosa, poi nei casi patologici anche praticamente.

Se ti capita di provare spesso questo sentimento di invidia per qualcuno, parlane col tuo pastore o un anziano che stimi, prega nel tuo segreto e chiedi umilmente a Dio che ti guarisca, perché c’è una forza maligna che ti sta sconvolgendo.


 Indice studi biblici  - Indice "Nelle emozioni"  -  Home

 


[1] Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita….

[3]  Vedi Ez. 28:11-16 e Isaia 14:15 in  CHI SONO GLI ANGELI GIA’ CONFINATI NELL’ABISSO? Del prof. Roberto Sargentini

[4] 1 Corinzi 13:4 L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, 5 non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, 6 non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità

[5] Il nome di Caino (Qayin) deriva da un verbo che significa “acquistare” (Genesi, 4:1) e che ha una radice molto vicina a quella che significa “invidiare”. La radice che significa “acquistare” è difatti qanah, mentre quella che significa “invidiare” è qana'. Ma oltre alla vicinanza delle due radici, tra i due verbi possiamo anche vedere una stretta connessione spirituale. Caino invidiò Abele, il cui sacrificio era stato gradito da Dio, invidiò, cioè, il favore di Dio che non aveva ottenuto e che voleva acquistare. [da “L’invidia la gelosia e l’amore di Dio” di Ettore Panizon]

[6] In ebraico la gelosia e l’invidia si chiamano con lo stesso nome “qin’ah”.  [da “L’invidia la gelosia e l’amore di Dio” di Ettore Panizon]

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE