LINEA IDEALE: ACCENNI AL RAPPORTO DIRETTO CON DIO NELLA SOLITUDINE E NELL'ABBANDONO - IL VIAGGIO DELL’UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO - 23 parte -

 

Tratto da: IL VIAGGIO DELL'UOMO E DELLA CHIESA VERSO DIO nella relativita' delle nostre azioni limitate e dei nostri piccoli pensieri - SEME, RADICE DELL'UOMO: "IMPRINTING DI DIO"  - di Renzo Ronca - 3^ edizione genn. 2015 (PDF 900 Kb - pg 115  -   Riflessioni abbastanza approfondite sulla nostra crescita personale e di gruppo)

 

(segue)

     Ringraziamo il nostro caro Signore Gesù che ci ha amati tanto, senza che noi avessimo alcun merito. Il Signore sempre ci ama e vive in noi; e così anche noi perdonati ed amati, possiamo perdonare ed amare chiunque Egli ci manderà, nell'attesa del suo ritorno.

     Manteniamo la fede; superiamo ogni sbarramento denominazionale; non chiediamo più al fratello: -di che chiesa sei?- chiediamo invece nel nostro cuore, allo Spirito di Dio: -Signore, cosa posso fare per lui?-

      Parliamo meno; anche nelle preghiere, non sforziamoci, parliamo meno; agitiamoci meno; non esibiamo il dono delle lingue; cerchiamo di ESSERE meno. Proviamo a fare dei silenzi nelle nostre chiese. Leggiamo la Parola e poi prima di tutto ascoltiamo in silenzio. Silenzi d'ascolto.[1] Il sabato chiudiamo l'orologio in un cassetto: entriamo nell'ascolto dell'Eterno: non ci facciamo prendere dalla preoccupazione del fare. Il sabato, ma anche la preghiera in un qualsiasi momento del giorno della settimana. Un continuo sabato significa finestre aperte nell'infinito, nello Spirito di Dio incommensurabile; rappresenta la presenza di Dio alla fine dei tempi, dove non si farà, ma si contemplerà.

      Eccola la strada: essere già nel riposo di Dio; ritrovarsi in momenti d'ascolto lontano dalla confusione: abbandonarsi totalmente a Dio! Lasciar fare a lui. Evitare di prendere troppe decisioni e se proprio costretti dalle responsabilità, prima di parlare evitare gli "slogan" dottrinali, pregarci sopra molto, molto a lungo, aspettando nella nostra coscienza la luce del Signore. Ammesso che vi sia una regola valida per uno, dubito che la stessa identica regola valga anche per un altro evitiamo allora di riformare altre leggi. Nessuno sia più di un altro. Attenzione ad accogliere interpretazioni profetiche sulla fine dei tempi, perché e' su questi punti che gioca molto l'ingannatore. Pensiamo più ad amarci che a correggerci. Discernimento, sapienza, consiglio: parliamo meno, siamo meno.[2] Aspettiamo pregando insieme.

 Questa è la linea ideale: riposare lo spirito nostro nelle ali dello Spirito di Dio; diminuire per essere.

Chi si abbandona totalmente al Signore si trova sempre dove deve essere. La sua conoscenza non e' nel sapere di Dio, ma nell'essere conosciuto da Lui. Chi si lascia andare in Cristo non si pone problemi di scelta di chiese, perché non cerca più, egli sa di essere stato trovato; sa che in qualunque posto sarà e qualunque cosa dirà ci sarà il Signore. Non sarà più il protagonista dell'evangelizzazione studiando tecnicamente cosa dire, come, quando, a chi; ma eserciterà un semplice servizio umile: al momento buono saprà ogni cosa, quando nella missione sarà opportuno; senza regole preorganizzate. Ascolterà e perciò saprà; quando, come e perché Dio vorrà. A Lui il giudizio, la salvezza, il perdono, la vendetta, la giustizia; a noi e' data solo la grazia, enorme, immeritata, di poter sentire e percepire parte del suo amore e di poter essere inseriti nel suo piano salvifico. Possiamo amare sentendo il suo amore e possiamo parlare sentendo le sue parole. Non chiediamo altro. 

 (continua)

 

 


[1] Mar 4:24

[2] Eccl 5:1-3

 

 

 

Puntata precedente - puntata successiva  -  indice studi e riflessioni  - Home