"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

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GESU' ALZAVA SPESSO LO SGUARDO AL CIELO - Anonima - 24-9-20

 

Spesso nel Vangelo si legge : “E Gesù, alzati gli occhi al cielo”.

Questo particolare mi colpisce perché credo che delinei la sua personalità. Non è un uomo autoreferenziale, tronfio e pago di sé. Per una persona tiepida e poco credente come me ne colgo la bellezza anche fisica. Rivolge sempre gli occhi al Cielo, per qualsiasi cosa, anche per benedire il cibo, spezzare il pane.

Mi accorgo di quanto sono in basso io, dove il mio sguardo si perde nel nulla, nel vuoto, o guardo troppo me stessa, cosa penso e cosa faccio, come un giudice tiranno.

Gesù invece è di ampio respiro, non è mai annichilito nel suo Io, bensì la Sua anima si espande e si propaga verso l’Infinito, nell’Eternità. Si capisce  che ha una Relazione.

Non si atteggia da santone, tutto in Lui emana un’autorità tale che gli stessi dottori del tempio lo chiamavano “Maestro”, volenti o nolenti. Non un maestro di strada, o di vita, non un uomo rocambolesco, non una sorta di hippie incavolato per le ingiustizie del mondo od un mangione e beone con tendenze caritative. Niente in Lui è fuori posto o volgare;  sebbene mimetizzato nell’apparenza del mondo, ecco che porta qualcosa di Dio, ed alla fine rivela che il Suo Regno non è di questo mondo. Ce lo dice chiaro e tondo, Lui viene dal Cielo. E quando lo dice è sporco di terra, di contatti umani innominabili, come i lebbrosi, i reietti, la gente di strada, le prostitute, gli strozzini, gli assassini, i ladri, i malati. Lui può  farlo perché è la Vita stessa che passa per le strade della morte.

Ora la mia pochezza di fede mi costringe a non andare oltre nella riflessione. Sono incredula come Tommaso, malfidente come Giuda Iscariota, impulsiva e traditrice come Pietro… Quasi tutti i discepoli hanno i difetti che abbiamo noi, che ho io. Filippo chiede a Gesù di fargli vedere il Padre e ciò gli sarebbe bastato, anch’io avrei fatto la stessa domanda, ma il Signore ribatte “Chi vede me, vede il Padre”. È un mistero, chi lo capisce quest’uomo?

La mia conoscenza di Gesù procede a tentoni. Chi è Gesù? Se dovessi rispondere ad una domanda, se qualcuno me lo chiedesse, risponderei: “Gesù Cristo? Non lo so, non l'ho ancora incontrato ”.

Se scavassi più a fondo, nelle pieghe della mia anima mi si palesa un ricordo: Gesù è lo Sposo incontrastato della nostra anima. Siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza per poter un giorno ricongiungerci a Colui che ci è, sia Padre che Sposo. Noi come umanità abbiamo libera scelta, essere un tutt’uno con Lui oppure no. Noi come umanità siamo una Sposa in via di formazione.

E se scavassi più a fondo scoprirei che, oltre a questo, c’è anche un rapporto personale. È proprio qui che avvengono le battaglie maggiori. È terribile trovarselo di fronte e non saper cosa dire. L’inettitudine che provo è tale che rifuggo questo contatto. No, io non sono assolutamente degna di Lui.

Ed è qui che la mia anima si sente trapassare da dolore indicibile, sconosciuto. Cosa è? Lo scoprirò strada facendo e spero che Gesù Cristo ,un giorno, alzi lo sguardo verso Suo Padre, pregando per me.

 

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