LA SERA CI ACCOMPAGNA IL PIANTO; MA LA MATTINA VIENE LA GIOIA.    Salmi 30:5

di Stefania - 28-11-18

 


 

 

Di fronte al dolore siamo tutti soli. Pur soffrendo la stessa pena, non riusciamo a toccarci l'un l'altro. Gli altri sono dei nemici, o nel migliore dei casi, degli indifferenti sconosciuti.

È drammatico e curioso tutto questo.

Siamo vicini, siamo simili, respiriamo la stessa aria, condividiamo la stessa sorte. Ma siamo distanti come pianeti gli uni dagli altri.

 

Il mio io diventa il mio universo. In questa cecità non mi è possibile vedere che tutta la creazione condivide la mia stessa sorte, perciò quando soffro, il mio dolore è immenso. E sembra non finire mai. Se io sono il mio universo, quello che capita dentro di me è tutto.

 

Cambiando prospettiva, guardandomi dall'alto, come se mi osservarsi dallo spazio, questo tutto si riduce a niente. Che cos'è il dolore di questo granello di polvere nell'universo?

Quanto vale anche un'intera vita di sofferenze in confronto all'imperturbabile calma dell'eternità?

 

Io sono tutto o sono niente se mi isolo dagli altri. Il mio dolore è immenso e infinito, oppure  piccolo e insignificante, se non c'è nessuno a cui possa raccontarlo.

 

Un giardino in fiore non è meraviglioso se nessuno lo guarda. Il mare non è maestoso se nessuno lo scruta.

Un uomo non è vivo se nessuno lo chiama all'esistenza.

 

È lo spezzarsi delle relazioni che manda in rovina il mondo e annienta l'uomo. Noi siamo stati creati per amore e l'amore è costruzione di relazioni, saremo distrutti dall'odio che è rottura delle relazioni, se non invertiamo il processo e non cominciamo a ricostruire i ponti che sono saltati, i ponti tra noi e gli altri, tra noi e Dio.

 

Dio è uno e trino, questo grande mistero ci parla già di una relazione d'amore, che si è aperta per poterci includere, se lo vogliamo. Dio ci chiama di continuo, ci dice che il nostro dolore non è né immenso e infinito, né insignificante: il nostro dolore ha un senso e una durata breve, il nostro dolore è importante agli occhi di Dio, e spesso diventa il motore per tornare a Lui e ripristinare quel legame che è stato spezzato.

 

Il dolore durerà per un tempo definito, anche solo per una notte, e si trasformerà in gioia se lo useremo per riparare i ponti.

 

 

 

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