IL GATTO, IL PICCIONE,  L’INDIFFERENZA

di Renzo Ronca - (4-8-13) - 24-10-14-h.12 (Livello 1 su 5)

Sono seduto su una panchina in un piccolo parco. Un rumore improvviso fa voltare le poche persone verso un’altra panchina più in fondo… Un frenetico battito d’ali, qualche piuma che vola.. Un gatto sta uccidendo un piccione. Corro per salvarlo ma è tardi; il piccione ha qualche sussulto ed il gatto, per nulla intimorito, passa con calma dietro i tubi della recinzione, sul prato dove non potevo raggiungerlo, si sdraia indolente sulla schiena e guardandomi  fa un annoiato “gnaooo..” come per dire: “ma che vuoi? Lo faccio sempre, nessuno ha da ridire... non puoi farci niente… senti, già fa caldo, ma perché non te ne vai?” Tre volte mi sono avvicinato per cacciarlo e per quattro volte si è tranquillamente spostato di poco, ritornando subito dopo sulla sua vittima. L’avrei preso volentieri a calci scavalcando la recinzione, ma le poche persone che mi guardavano sembravano osservare il fatto come fossero su Marte, tanto erano pigramente assenti;  magari sarei passato io per uno che aggredisce gli animali ed avrebbero denunciato me, con uno sbadiglio soddisfatto  del gatto,  che con un altro “rgnaooo..” mi avrebbe detto pressappoco: “..hai visto? Te lo avevo detto di lasciar perdere.. ma perché non ti metti pure tu all’ombra e te ne stai quieto… tanto non ci puoi fare nulla… io mi diverto così”

Ho pensato che per il momento aveva ragione lui. Sono andato via, la gente ha ripreso a mangiare il gelato a sorseggiare le bibite ghiacciate nel torpore d’agosto, mentre il gatto giocava col piccione morto.

Forse ci sono cose che non possiamo modificare al presente. Forse certi fatti brutti devono avvenire, io non lo so.

Però anche se non posso modificarli, sono  libero di andarmene dai posti dove queste cose avvengono e cercherò di non cadere in quel  letargo mentale fatto di assonnata indifferenza che tollera tutto.

Per alcuni di noi non sarà mai normale la morte di nessuno, nemmeno di un piccione.

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