Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

PREGHIERA “INTERNA” O “ESTERNA”?

di Renzo Ronca - (genn 04) - 10-8-13-h.18,15 - (Livello 2 su 5)

 

 

 

 

DOMANDA -Caro Renzo,nella preghiera,bisogna rivolgere il nostro pensiero all'esterno oppure all'interno di noi?

RISPOSTA:

Vi sono condizioni, “stati” diversi di comunione con Dio, che variano in base alla persona, alla fede, alla grazia ed ai momenti della giornata. Se la comunione è forte allora non c’è distinzione tra interno ed esterno, vi è una fusione totale e sublime.

Inoltre i concetti di "esterno" ed "interno" si addicono poco ad un Dio che permea le persone, le cellule, il creato.

Per la nostra semplicità potremmo tentare di schematizzare così:

prima parte della preghiera: invocazione -verso l’esterno-  (benché non si possa dire che Dio sia all’esterno);

seconda parte contemplazione o dialogo amoroso con Dio -verso l’interno- (benché sarebbe più esatto dire che è lo spirito nostro che viene portato “all’esterno” dallo Spirito Santo, in disparte, nella santità di Dio)

Spero di non averti confuso ancora di più le idee. Pensa ad un bambino che sta per fare i primi passi: immagina il suo pensiero (se potesse articolarlo) in questo modo: "dunque.. metto prima il destro o il sinistro... forse è meglio i destro.. ma se poi sono mancino.. e le mani come le metto? mi conviene appoggiarmi?"  ma poi improvvisamente si alza e senza sapere più nulla, istintivamente, barcollando, cammina e si preoccupa solo di ciò che vede a cui va incontro. Capisci? E' sperimentando la comunione che "si entra in preghiera" ma non è una tecnica, è uno stato sublime dell'essere dove il nostro pensiero è assorto in Dio e non si pone più alcuna domanda ritrovando in Lui, noi stessi.

 

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